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David Parenzo contestato alla Sapienza: “Urlano ‘Palestina libera’ e mi dicono ‘fascista’”

Parenzo ha raccontato che alcuni ragazzi dei collettivi hanno fatto irruzione nell’aula e gli hanno impedito di parlare, urlando: “Palestina libera. Un sionista non può parlare, Parenzo fascista. Siamo bloccati dentro un’aula e non possiamo uscire. Viva la democrazia”.
A cura di Enrico Tata
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David Parenzo, conduttore de La Zanzara su Radio 24 e de L'Aria che tira su La7, è stato contestato all'università La Sapienza di Roma. Il giornalista era lì per partecipare a un evento intitolato "Ricambio generazionale: pronti, partenza, via", moderato da Giacomo Mollo di Azione Universitaria, il movimento studentesco di destra. Il dibattito era stato organizzato nell'ambito del ‘Campus di formazione Obiettivo 5' sulla parità di genere, organizzato dal Corriere della Sera.

Parenzo ha raccontato che alcuni ragazzi dei collettivi hanno fatto irruzione nell'aula e gli hanno impedito di parlare, urlando: "Palestina libera. Un sionista non può parlare, Parenzo fascista. Siamo bloccati dentro un'aula e non possiamo uscire. Viva la democrazia".

Ha spiegato il giornalista con due video pubblicati su Instagram: "Siamo alla Sapienza, non posso parlare perché c'è un gruppo dei collettivi che non mi fa parlare".

"Lei è un razzista e utilizza la questione femminile strumentalizzandola per difendere, per giustificare il genocidio in atto in Palestina", ha urlato una ragazza all'indirizzo di Parenzo.

Nel secondo video il giornalista ha raccontato: "C'è un gruppo di persone che ci impedisce di parlare, urlano ‘Palestina libera', adesso stanno battendo sul muro fuori per non farci parlare, a un certo punto hanno buttato per terra della spazzatura. È molto complicato andare avanti, non vogliono che io parli, il loro obiettivo è che me ne vada fuori dall'università. Ma io ho ricevuto l'invito da questi amici, si parla di parità di genere. Qui fuori c'è ancora la polizia che sta difendendo il nostro diritto di parlare. Ma io ho detto a questi ragazzi ‘parliamo, quando volete, basta che non urlate'. Loro non vogliono e non vogliono che io parli.

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