D’Amato: “Ospedali sotto pressione, solo nel Lazio 30mila potenziali ricoveri a causa dei no vax”

Il Lazio passerà in zona gialla da lunedì 3 gennaio. Per l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, questo cambio di colore deve essere per tutti un campanello d'allarme: "Dobbiamo recuperare un livello di prudenza, su uso delle mascherine, lavaggio delle mani che si è un po' allentato. Anche a Capodanno". In un'intervista rilasciata al Messaggero D'Amato ricorda che grazie ai vaccini i pazienti ricoverati per Covid sono molti meno rispetto allo scorso anno: "Guardiamo al 2022 con più ottimismo, anche per le nuove armi, come il vaccino Novavax che è su base proteica e potrebbe convincere qualche incerto".
Nel Lazio, spiega D'Amato, il 30 per cento dei positivi è affetto da variante Omicron e nel giro di due settimane questa variante diventerà prevalente. Gli ospedali sono in difficoltà: "Dal nostro monitoraggio abbiamo numeri diversi, soltanto ieri, e in alcune ore, abbiamo avuto 34 ambulanze ferme. Non nego che gli ospedali siano sotto pressione, però l'anno scorso, quando non c'erano i vaccini, il sistema ha retto con 1.800 contagiati ricoverati in più". Per far fronte all'impennata dei contagi e al possibile incremento di ospedalizzazioni, l'assessore D'Amato ha dichiarato che "in base all'incidenza di Omicron, potremmo anche aprire 437 postazioni in più nei reparti ordinari e 90 in più nelle terapie intensive. Perché con 300mila no-vax, se si ammala il 10 per cento, abbiamo 30mila potenziali ricoveri".
Per D'Amato il vaccino anti Covid va reso obbligatorio, "cosa che l'Italia ha fatto, per esempio, negli anni Settanta con il colera o in seguito con le vaccinazioni pediatriche per i bambini, senza le quali non ci si può iscrivere all'asilo. Serve una legge, facciamola. E discutiamo di lockdown per i non vaccinati. Altrimenti non ci restano che gli inviti pressanti alla popolazione. Nel Lazio, però, abbiamo ancora una quota rilevante, oltre 300mila persone, che non ha fatto neanche una dose. E questo sta creando una prateria per la diffusione di Omicron, mette in crisi gli ospedali: i ricoverati sono quasi tutti non vaccinati, in rianimazione ci sono i quarantenni".