video suggerito
video suggerito

Dallo Scudo Crociato alla Fiamma: chi sono Ciocchetti e gli ex Dc ‘risorti’ grazie a Giorgia Meloni

Nel 2019, un gruppo di ex Democristiani – capeggiati da Raffaele Fitto – entra in Fratelli d’Italia. Nel Lazio a guidare la trasmigrazione, dopo aver navigato per tre decenni nelle acque della politica, è l’ex deputato Udc Luciano Ciocchetti. Una scommessa vinta, perché oggi Ciocchetti è riuscito a tornare in parlamento sotto le insegne del partito di Giorgia Meloni e sogna di candidarsi come prossimo sindaco di Roma. Intanto lui e i suoi uomini più fidati hanno messo gli occhi sul sistema delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona.
A cura di Marco Billeci
213 CONDIVISIONI
Immagine

di Gloria Bagnariol, Marco Billeci, Chiara Garbin

Nell'autunno del 2019, Giorgia Meloni è ancora solo il capo di una piccolo drappello di parlamentari, che fatica a farsi spazio nel centrodestra, in quel momento dominato dalla Lega. Già da un anno però la presidente di Fratelli d’Italia ha iniziato un lavoro per allargare i confini del partito oltre il recinto degli ex Msi/An e creare “una casa comune per tutti i conservatori”.  Tra i primi ad aggrapparsi alla scialuppa lanciata da Meloni c’è Raffaele Fitto, rimasto senza casacca dopo il fallimento del progetto centrista di “Noi con l’Italia”, alle elezioni del 2018.

QUI L'INCHIESTA AMICHETTI D'ITALIA

A Novembre dell'anno successivo, Fitto entra ufficialmente in Fratelli d'Italia portando con sé un gruppo di persone che hanno un percorso politico simile a quello del politico pugliese: forti radici democristiane mai rinnegate, ma trapiantate ora in Forza Italia o nell'Udc,  ora in altre dimenticabili formazioni di centrodestra, fino appunto all'approdo alla corte di Fdi. Segni particolari: un discreto bottino personale di conoscenze e voti sul territorio. Proprio quello che serve a Meloni in quel momento, quanto basta a far dimenticare i giudizi che per anni gli eredi del Msi avevano riservato ai Democristiani. E viceversa.

L’ascesa dell’eterno Ciocchetti in Fratelli d’Italia

Nel Lazio, a guidare la trasmigrazione degli ex Dc sotto le insegne della Fiamma è Luciano Ciocchetti. Eletto per la prima volta in consiglio comunale a Roma nel 1989, Ciocchetti nel 2019 ha già attraversato tre decenni di politica italiana, con varie reincarnazioni: parlamentare per due legislature, assessore nel 2000 e vicepresidente nel 2010 in Regione Lazio, più un'altra serie di candidature non andate a buon fine.

Luciano Ciocchetti ai tempi della militanza nell’Udc di Pierferdinando Casini
Luciano Ciocchetti ai tempi della militanza nell’Udc di Pierferdinando Casini

Sei anni dopo la loro salita sul carro di Fdi, si può dire che l'intuito dei democristiani ha sicuramente fatto centro. E mentre Fitto è volato ai vertici della Commissione europea, Ciocchetti non solo è riuscito a tornare  in parlamento sotto le insegne meloniane, ma non nasconde l'ambizione di correre come candidato sindaco del centrodestra per le comunali a Roma nel 2027. Intanto alla Camera, il deputato si occupa dei temi che da sempre sono al centro della sua azione politica, sanità e affari sociali. E tra i dossier che ha preso più a cuore c'è anche quello delle Aziende pubbliche dei Servizi alla Persona (Asp).

Le Asp nascono sulle ceneri delle ex Opere Pie cattoliche, da cui spesso hanno ereditato grandi patrimoni immobiliari, frutto di secoli di lasciti alle istituzioni religiose. Oggi, sono enti pubblici che gestiscono una serie di servizi per anziani, persone con disabilità, minori e altre categorie in condizioni di fragilità socioeconomica. Il loro funzionamento è alimentato in parte da contributi pubblici e in parte dai proventi degli affitti e delle rette che gli utenti pagano per accedere ad alcune delle prestazioni. Sono dotate di ampia autonomia amministrativa, ma le Regioni esercitano su di esse funzione di vigilanza e controllo e spesso ne indicano i vertici.

La rete della corrente Dc di Fratelli d’Italia sulle Asp

Nel Lazio la longa manus di Ciocchetti sul mondo delle Aziende dei Servizi è rappresentata da Massimiliano Maselli. Arrivato alla quarta elezione in Consiglio Regionale, nel 2023 ha  ottenuto la guida dell'assessorato all'Inclusione Sociale e ai Servizi alla Persona, quello che ha appunto il compito di vigilare le Asp. Maselli è un vero e proprio gemello politico di Ciocchetti: i due hanno condiviso tutte le tappe del percorso politico, dalle ceneri della Democrazia Cristiana fino all'ingresso in Fratelli d'Italia. E ancora oggi sulla scena pubblica si muovono come un sol uomo, tanto da condividere anche un unico comitato per la raccolta fondi e la promozione della loro azione politica.

Luciano Ciocchetti e Massimiliano Maselli
Luciano Ciocchetti e Massimiliano Maselli

Da quando Maselli è assessore, diversi uomini del giro politico suo e di Ciocchetti hanno trovato posto ai vertici di varie Asp del Lazio. La nomina più importante è sicuramente quella di un altro personaggio che ha vissuto tutta la sua carriera politica nella scia dell'attuale deputato di Fratelli d'Italia. Si chiama Giovanni Libanori detto Nanni, attualmente vicesindaco di Nemi e ras del partito di Giorgia Meloni nell'area dei Castelli Romani. In questa che è una delle zone di maggior radicamento di Ciocchetti, Libanori è considerato un vero e proprio portavoce del politico ex democristiano.

Nel Novembre 2023, proprio su indicazione dell'assessore Maselli, suo compagno di corrente politica, Libanori è stato nominato dalla giunta Rocca come presidente dell'Istituto San Michele di Roma, la Asp più grande del Lazio, la seconda in Italia. Il San Michele ha un patrimonio stimato di oltre 110 milioni di euro, tra immobili e terreni.  C'è il grande complesso dove hanno sede le attività principali dell'istituto, come la Rsa e la Casa di Riposo. Ma anche la proprietà di decine di immobili di pregio sparsi in tutta Roma: dall'Hotel Nazionale proprio a fianco a Montecitorio al Cinema Moderno e gli altri palazzi che si affacciano su piazza della Repubblica. E poi case e locali commerciali affittati in giro, per tutto il centro città.

Chi conosce da dentro le dinamiche di Fratelli d'Italia racconta che l'incarico a Libanori è stata una ricompensa, per aver fatto un passo indietro sulla candidatura alle ultime elezioni regionali.  Fatto sta che l'esponente di Fdi diventa presidente di questo colosso pubblico, nonostante nel suo curriculum ci sia soprattutto politica, oltre alla gestione di un piccola agenzia assicurativa. Manca invece qualsiasi tipo esperienza di rilievo in campo sociosanitario. Qualche hanno fa il suo nome era finito sui giornali per il coinvolgimento in un'inchiesta sugli appalti, quando faceva parte del Cda di Cotral, l'azienda regionale dei trasporti. Una vicenda in ogni caso finita nel nulla, senza nessuna condanna.

Giovanni Libanori con Giorgia Meloni
Giovanni Libanori con Giorgia Meloni

Una pioggia di appalti e consulenze

Ricapitolando dunque, l'area politica di Luciano Ciocchetti è protagonista in tutta la filiera delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona: al vertice c'è il deputato di Fdi che se ne occupa in Commissione Affari Sociali alla Camera. Poi l'assessore Maselli che ha la responsabilità di vigilanza e controllo sulle Asp del Lazio e Libanori che presiede una delle più importanti del Paese.

A breve il presidente del San Michele è destinato a ricevere un altro bel regalo. Proprio su iniziativa dell'amico Maselli, la giunta Rocca ha deciso di aumentare le indennità dei Consigli di amministrazione delle Asp con i conti in attivo. Stando ai bilanci del San Michele, questa scelta potrebbe tradursi per l'istituto romano in un’esplosione dei costi per i compensi del Cda, che passerebbero da circa 227mila a oltre 433mila euro. Per il solo Libanori si salirebbe da 62mila euro fino a 86mila.

Ciocchetti, Maselli e Libanori durante la campagna elettorale dell’assessore della Regione Lazio
Ciocchetti, Maselli e Libanori durante la campagna elettorale dell’assessore della Regione Lazio

A gennaio di quest'anno, intanto, all'interno dell'organigramma del San Michele è spuntata una nuova posizione di vertice, quella di dirigente dell'area tecnica. Secondo fonti a conoscenza delle dinamiche interne all'istituto, si tratterebbe di un ruolo non essenziale per il funzionamento dell'ente, ma che Libanori ha voluto creare su misura per un'altra fedelissima sua e del suo gruppo politico.

Questa persona è stata per per dieci anni responsabile dell'area tecnica del Comune di Nemi, dove ha lavorato fianco a fianco con l'esponente di Fratelli d'Italia. Il rapporto politico con Libanori era diventato così stretto, che quando il sindaco del paese dei castelli scelse di fare a meno della dirigente nel 2020, l'attuale presidente del san Michele decise di uscire dalla maggioranza e aprire una crisi. A selezionare la professionista per il ruolo al San Michele è stata una Commissione esaminatrice blindata, tutta composta da uomini vicinissimi a Ciocchetti e al suo giro politico.

Da quando è entrata in carica, Libanori ha affidato alla nuova dirigente le chiavi di tutte le procedure relative agli appalti e agli affidamenti. È lei a presiedere la gran parte delle commissioni di gara, sua è sempre la sua firma che si trova in calce a quasi tutte le determine di aggiudicazione. È l'ultimo tassello di un sistema, messo in piedi dalla macchina democristiana dentro Fratelli d'Italia. La cui conseguenza è una pioggia di appalti, contributi, incarichi e consulenze affidate dall'Istituto San Michele ad amici, collaboratori e sodali politici della cerchia che fa capo a Luciano Ciocchetti.

L'uso dell'auto ed autista aziendale

Nelle altre parti della nostra inchiesta, raccontiamo nel dettaglio i rivoli attraverso cui questo fiume di denaro pubblico finisce nelle tasche di una stretta compagnia di giro politica. C'è poi un altro particolare che racconta una gestione quantomeno disinvolta delle risorse del San Michele e riguarda l'uso della macchina e degli autisti aziendali. Le norme fissano paletti piuttosto rigidi sul tema, limitando la possibilità di utilizzo ai soli viaggi finalizzati a svolgere attività istituzionali. Diverse sentenze della Cassazione hanno qualificato come reato di peculato, l'uso improprio dell'auto di servizio di un ente pubblico.

Libanori alla Festa di Fratelli d’Italia a Palombara Sabina con l’auto del San Michele
Libanori alla Festa di Fratelli d’Italia a Palombara Sabina con l’auto del San Michele

D'altra parte, Fanpage.it ha potuto verificare come – da quando ha ricevuto l'incarico –  Giovanni Libanori si sia fatto abitualmente venire a prendere nella sua abitazione di Nemi per raggiungere la sede dell'istituto San Michele e poi riaccompagnare a casa, da una macchina di servizio guidata da un autista stipendiato dalla Asp. Fanno circa 60 chilometri al giorno, tra andata e ritorno.

Non solo, in almeno due diverse circostanze, siamo stati direttamente testimoni di eventi politici di Fratelli d'Italia a cui Libanori ha partecipato – tra il pubblico, da militante – accompagnato da auto aziendale e autista della Asp. Il primo caso è stato la festa di Fratelli d'Italia Roma all'Eur il 4 luglio scorso. Il secondo, la cosiddetta festa dei Patrioti il 17 luglio a Palombara Sabina. In entrambe le occasioni, il presidente del San Michele non poteva mancare: dal palco parlava il suo maestro, Luciano Ciocchetti.

213 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views