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“Da un mese mamma aspetta un letto in una clinica e resta parcheggiata in terapia intensiva”

Da fine dicembre Paola, 59 anni colpita da una pancreatite acuta, aspetta di essere trasferita in una clinica riabilitativa. Ma non ci sono posti disponibili per lei e per questo si trova ancora nel reparto di terapia intensiva.
A cura di Simona Berterame
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Paola, 59 anni, è ricoverata in ospedale da quasi più di due mesi. Il 20 novembre arriva al pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata di Roma per una pancreatite acuta scatenata da un calcolo alla cistifellea. La sua condizione è poi peggiorata ed è quindi finita nel reparto di terapia intensiva. Dopo circa un mese di ricovero, a pochi giorni dalle feste natalizie, alla famiglia di Paola viene comunicato che la paziente non aveva più bisogno di restare nel reparto intensivo sarebbe stata trasferita a breve in un clinica riabilitativa. Ad oggi però Paola si trova ancora in quel reparto perché non ci sarebbero posti disponibili a Roma e nel Lazio per lei.

Lo sfogo sui social della figlia

"Mia madre è ricoverata in terapia intensiva del policlinico Tor vergata di Roma dal 22 novembre, ha terminato l’iter sanitario il 23 dicembre e da quel giorno dovrebbe o andare in una clinica riabilitativa o essere assegnata a un reparto dello stesso ospedale ma ad oggi 2 febbraio si continua a trovare in terapia intensiva che per quanto sia monitorata molto di più è esposta a continue infezioni oltre al fatto che essendo una paziente sveglia e vigile sta avendo problemi a livello neurologico dato che deve passare le sue giornate ferma in un letto.Ora io mi chiedo…è mai possibile che dal 23 dicembre non c’è un letto in reparto o nessuna clinica in tutto il Lazio ha un posto per mia madre?Nonostante i mille reclami fatti all’urp e contattato onlus che si occupano dell’assistenza del malato ad oggi non si risolve nulla". Questo è il lungo post condiviso su Facebook dalla figlia della donna, Veronica.

"La situazione sta diventando veramente insostenibile – aggiunge Veronica raggiunta al telefono – mia madre non è sempre lucida e in quel reparto ha pochi stimoli avendo intorno quasi solo persone intubate. Vuole andare via, cerca di alzarsi e prova a togliersi la tracheotomia, siamo preoccupati che possa farsi del male perché è sempre più agitata". Veronica ha anche provato a chiamare personalmente le strutture convenzionate presenti nella lista del Policlinico e diverse le hanno confermato di non avere un posto per sua mamma. Spostandosi verso la sanità privata un letto spunterebbe nel giro di poco tempo. "Se mi rivolgessi ad una struttura a pagamento mia madre sarebbe trasferita in un batter d'occhio – conclude con un po' di amarezza Veronica – ma chi non ha la possibilità economica per pagare un ricovero privato cosa deve fare?".

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