Da Mirella Gregori a Stefano Maiorana, la proposta di creare una squadra speciale per cercare gli scomparsi

Ogni anno in Italia scompaiono circa 30mila persone. Per questo è nata l'idea di costituire un nucleo investigativo speciale interforze, dedicato esclusivamente alla ricerca delle persone scomparse. Una task force per dare risposte a chi attende. È la proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati dall'onorevole Carolina Varchi. La parlamentare e capogruppo in commissione Giustizia di Fratelli d’Italia lo ha annunciato durante il convegno ‘Ricerca di persone scomparse: attualità e prospettive di riforma', che si è svolto nella Sala della Regina alla Camera a Palazzo Montecitorio martedì scorso 18 novembre. All'incontro c'erano alcuni famigliari tra i quali Maria Antonietta, la sorella di Mirella Gregori, i genitori di Alessandro Venturelli, Rossella Accardo, ex moglie e madre di Antonio e Stefano Maiorana.
La proposta di legge: un nucleo di forze investigative specializzate
"I dati del commissario straordinario del Governo mostrano una fotografia degli scomparsi numericamente preoccupante – spiega Varchi – È vero che molti di questi casi arrivano a un epilogo non sempre positivo. Tanti altri purtroppo non giungono nemmeno a una conclusione, lasciando le famiglie nel dolore. Sono la prima firmataria di un progetto di legge che nasce dall'attività di ascolto, parte dal mio territorio, la Sicilia, e dalla storia della famiglia Maiorana, quella di un padre e un figlio, Antonio e Stefano, svaniti nel nulla".
La proposta di legge prevede l'istituzione di nuclei preposti solo ed esclusivamente alla ricerca di persone scomparse che quindi mettono in rete tra loro il know-how, le tecnologie, le risorse umane altamente specializzate organizzate per rendere più efficienti, più incisive le loro azioni. Un nucleo di persone libere da incombenze e concentrate solo ed esclusivamente sull'attività di ricerca.
Le criticità nella ricerca degli scomparsi: dalla tempestività all'accesso alle banche dati
Il presidente della Commissione Orlandi-Gregori Andrea De Primo ha spiegato come "se ci fossero stati gli strumenti di oggi e se fosse esistito un nucleo investigativo specializzato nella ricerca degli scomparsi, forse il caso di Emanuela sarebbe stato risolto". A distanza di oltre quarant'anni dalla sparizione della cittadina vaticana la ricerca degli scomparsi ha fatto passi avanti, grazie anche all'aiuto prezioso della tecnologia e dei nuovi strumenti a disposizione delle forze dell'ordine, come ad esempio i droni e i sistemi d'intercettazione delle celle telefoniche. Ma ciò non è ancora sufficiente.
Alcune criticità riguardano ancora la tempestività con la quale si mette in moto la macchina delle ricerche, in quanto c'è sempre da considerare il margine dell'allontanamento volontario, che rientra nella sfera dell'autodeterminazione della persona. Aspetto fondamentale nella ricerca degli scomparsi è l'agire in fretta: "Abbiamo una legge sugli scomparsi che va intergrata e ampliata per rispondere alle esigenze di un mondo che cambia e che si sposta sui dispositivi" ha detto Nicodemo Gentile, presidente di Penelope Italia, ricordando come "le prime 48 ore sono fondamentali per la risoluzione del caso. Sul tema degli scomparsi non ci sono quartieri più a rischio o meno a rischio, luoghi in cui non può accadere, e non ci sono vaccini".
Altro aspetto importante è la sinergia tra le varie forze dell'ordine nel condividere le informazioni, "l'accesso interoperabilità e connessione tra le banche dati, perché un ruolo fondamentale lo rivestono gli strumenti dell'indagine digitale" ha spiegato Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia. Il commissario straordinario del Governo per le persone scomparse Saverio Ordine ha ricordato come sia stato fondamentale trovare una quadra con le procure delle repubbliche per i protocolli sui cadaveri, un percorso avviato nel 2023. La difficoltà sull'identificazione dei corpi infatti è superare i vincoli della privacy per gli addetti ai lavori". Altra questione è l'attezione che deve essere rivolta non solo verso i minori, i minori stranieri, ma più in generale verso tutte le persone fragili, in particolar modo verso gli anziani con demenza e affetti da Alzheimer.