Coronavirus Roma, bollettino Spallanzani: 160 positivi, 16 pazienti in terapia intensiva
Sono 160 i pazienti positivi al coronavirus ricoverati all'ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. Tra questi, sedici più gravi, si trovano nel reparto di Terapia Intensiva e necessitano di supporto respiratorio. Dall'Inmi rendono inoltre noto che sono 785 ad oggi le persone asintomatiche o con sintomi lievi della malattia dimesse dal centro Covid da inizio emergenza, che, date le loro condizioni di salute, non necessitavano di ricovero ospedaliero. Alcune hanno fatto ritorno nella propria abitazione, sottoposte ad isolamento domiciliare fino a completa guarigione e comunque, fino a tamponi negativi, mentre altre sono state trasferite presso centri del territorio adibiti all'osservazione. Questi i dati diramati nel bollettino medico dell'ospedale Lazzaro Spallanzani di oggi, lunedì 5 ottobre. Rispetto a ieri allo Spallanzani sale di undici unità il numero dei positivi ricoverati (erano 149), mentre resta stabile quello dei pazienti più gravi, che si trovano in terapia intensiva.
Nel Lazio ieri 244 contagi, 91 a Roma città e 6 morti
Ieri nel Lazio si sono registrati 244 contagi di coronavirus, di cui 91 a Roma città, mentre nelle province sono stati 102 i casi. Nell'intero territorio della regione, nelle 24 ore precedenti ci sono stati sei morti da Covid-19. L'attenzione resta alta su Latina, che da sola ha contato ben 73 positivi. Si tratta di numeri mai registrati, neanche nel periodo del lockdown. L'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato ha commentato i dati sugli aggiornamenti dell'emergenza spiegando che: "Non è escluso – in caso di un aumento significativo dei contagi – che vengano studiate eventuali misure più restrittive". L'ultimo provvedimento è entrato in vigore lo scorso sabato e ha reso obbligatoria la mascherina anche all'aperto nel Lazio, sia di giorno che di notte.
"Le scuole non sono motore di diffusione pandemica"
Sorvegliate speciali anche le scuole dove sono quotidianamente in corso test rapidi su studenti e personale scolastico e dove in tutta la regione, a seguito di tamponi positivi, vengono messi in quarantena, chiuse temporaneamente classi, sanificate e poi riaperte, per garantire la didattica in presenza. "Non sono al momento le scuole il motore della diffusione epidemica – ha spiegato D'Amato – ma le famiglie e i contesti aggregativi" lanciando l'appello "Più mascherine e meno feste".