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Omicidio Luca Sacchi ucciso a Roma

Colpo alla piazza di spaccio di Torpignattara, 15 arresti: indagato Princi, l’amico di Luca Sacchi

Quindici persone sono state arrestate questa mattina nell’ambito di un’operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia: tra gli indagati compare anche il nome di Giovanni Princi, l’amico di Luca Sacchi.
A cura di Natascia Grbic
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Sono quindici le persone arrestate questa mattina con l'accusa di far parte di un gruppo criminale dedito allo spaccio di droga a Roma, nelle zone del Pigneto e Torpignattara. Tra gli indagati c'è anche Giovanni Princi, l'amico di Luca Sacchi, il ragazzo ucciso con un colpo di pistola alla testa all'Appio Latino tra il 23 e il 24 ottobre 2019.

Princi, già condannato a quattro anni per droga in un procedimento connesso a quello dell'omicidio dell'amico, compare nell'inchiesta per un incontro avuto pochi giorni prima della tragedia a piazza San Giovanni. In quell'occasione Princi si era incontrato verso le 18.30 con un uomo arrivato a bordo di una moto nera. Era insieme a Luca Sacchi, rimasto in disparte: l'incontro fu interrotto dall'arrivo dei carabinieri, che identificò tutti e tre i ragazzi. Secondo chi indaga, oggetto della discussione era una compravendita di droga, saltata per l'arrivo dei militari. Princi e la fidanzata, infatti, erano già sotto controllo dei carabinieri da luglio 2019: in questo modo erano venuti a sapere dell'incontro a piazza San Giovanni.

Fu proprio per quella trattativa saltata che Princi, secondo l'accusa, si rivolse a Valerio Del Grosso e Luca Pirino per comprare quindici chili di marijuana in cambio di 70mila euro. Il pubblico ministero spiega che l'attività del ragazzo era già ben avviata, e che questi incontri "erano finalizzati esclusivamente all'approvvigionamento di grosse partite di droga".

Nelle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Roma comprare anche il nome di Flavio Messina, uomo ritenuto vicino a Fabrizio Piscitelli, l'ex leader degli Irriducibili ucciso al parco degli Acquedotti ad agosto 2019. Verso Messina però, non si può procedere per il principio del ‘ne bis in idem', ossia non può essere processato due volte per la stessa cosa. L'uomo, considerato il capo dell'organizzazione, è stato arrestato nel 2017 nell'ambito dell'operazione Lucifero.

Nell'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari, si legge infatti che "Le indagini hanno consentito di configurare l'esistenza di una sola piazza di spaccio, quella definita ‘Torpignattara'. La piazza di spaccio è capeggiata da Messina, che intrattiene, direttamente o per il tramite di collaboratori di sua fiducia, rapporti con i fornitori tali da consentire il reperimento della stupefacente, secondo le esigenze della clientela e, dunque, assicurando sempre agli acquirenti il soddisfacimento delle loro richieste, si' da costituire punto certo di riferimento; intensa anche l'attività di reclutamento di pusher e l'assistenza fornita ai sodali e ai loro familiari, in caso di arresto".

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