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Colosseo: per la prima volta apre l’ipogeo, il dietro le quinte dell’arena dei gladiatori

Gli ipogei del Colosseo tornano da domani visitabili al pubblico, grazie al restauro e all’impegno in prima linea del Gruppo Tod’s. La direttrice del Parco archeologico, Alfonsina Russo, ha spiegato che gli ipogei testimoniano “tutto ciò che avvenne sotto alla grande arena dell’Anfiteatro Flavio, dalla sua inaugurazione nell’80 d.C. fino all’ultimo spettacolo nel 523”.
A cura di Enrico Tata
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Per la prima volta da oltre duecento anni il Colosseo aprirà al pubblico gli ipogei, i sotterranei dell'arena. Erano i corridoi del dietro le quinte, il ‘backstage' di ciò che avveniva in scena. C'erano le stanze dei gladiatori e le gabbie delle belve feroci. Una superficie complessiva di quindicimila metri quadrati per quindici corridoi circolari e bui in cui le scene venivano preparate. Grazie alla collaborazione di Tod's, 81 persone tra architetti, archeologi e ingegneri hanno restaurato quest'area del monumento più famoso del mondo lavorando complessivamente 55mila ore.

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La direttrice del Parco archeologico, Alfonsina Russo, ha spiegato che gli ipogei testimoniano "tutto ciò che avvenne sotto alla grande arena dell'Anfiteatro Flavio, dalla sua inaugurazione nell'80 d.C. fino all'ultimo spettacolo nel 523". Si potranno visitare su prenotazione percorrendo una passerella lunga 160 metri, che parte dalla Porta Libitinaria e arriva alla Trionfale, tra 15 corridoi anulari e sei tappe raccontate in una app. Presto questi corridoi torneranno al buio, sotto la superficie, coperti come due millenni fa, grazie all'installazione della nuova pavimentazione dell'arena (il cui progetto è stato presentato qualche mese fa).

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"Quando iniziai il mio primo mandato Tod's e Della Valle avevano già avviato l'operazione sul Colosseo. Rimasi allibito come quel gesto, anziché un'ovazione, suscitò polemiche. Anche questo ci ha spinto ad approvare le norme dell'Art Bonus, ma il loro è vero mecenatismo e liberalità perché lo hanno fatto prima, senza godere dei nuovi sgravi fiscali. Oggi l'Art Bonus ha raccolto 500 milioni di euro, ma è ancora poco, soprattutto sono piccoli donatori, non grandi imprese. Bisogna invece importare la cultura del give back del ‘dare indietro' al proprio Paese. Perché dietro ogni azienda e prodotto italiano nel mondo, c'è la bellezza e la cultura di questo paese", ha dichiarato il Ministro della cultura, Dario Franceschini.

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