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Cimitero di Prima Porta, dopo la rimozione dell’altare abusivo aggrediti operatori: uno in ospedale

Dopo la rimozione dell’altare abusivo per Soni Adzovic, tre donne della famiglia dell’ex delegato ai campi rom di Alemanno, si scagliano contro vigilante e operatori Ama. Con una mazza da baseball distruggono il parabrezza di un’auto e uno rimane ferito agli occhi dalle schegge. La solidarietà del sindaco Gualtieri e dell’azienda.
A cura di Valerio Renzi
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Tutto inizia conil racconto di Fanpage.it di come, al cimitero di Prima Porta, i parenti di Nicholas Brischetto avevano creato un vero e proprio mausoleo abusivo per il loro caro, sotto gli occhi benevoli dell'Ama che nulla aveva fatto per impedirlo. Brischetto è morto la scorsa estate in un incidente sul Grande Raccordo Anulare mentre correva a circa 300 chilometri orari riprendendosi con il telefonino. Dopo era arrivato un murales realizzato sulle case popolari notte facendo, cancellato dalla Questura per paura che diventasse un vero "altarino criminale". Poi i funerali tra neomelodici e auto di lusso, e la sfilata di vetture dentro il cimitero.

Dopola denunciagiovedì le istituzioni sono finalmente intervenute smontando l'altare per Brischetto. Contestualmente Ama e Roma Capitale, alla presenza dell'assessore all'Ambiente Sabrina Alfonsi, hanno rimosso anche l'altare costruito dai parenti del 27enne Soni Adzovic nel lotto C2, sempre nel Cimitero di Prima Porta. Il ragazzo era il il figlio dell'ex delegato del sindaco Gianni Alemanno ai campi rom. Najo Adzovic è stato per anni il "capo" della comunità di Casilino 900 prima dello sgombero dell'insediamento.

Erano circa le 16.00 del pomeriggio di ieri quando tre donne, parenti di Soni Adzovic, si sono scagliate contro la macchina di un vigilantes colpendo con una mazza il parabrezza dell'auto di servizio nel cimitero. L'uomo è rimasto colpito al viso da alcune schegge di vetro. Di tutta la scenografia allestita dopo la morte del giovane, venuto a mancare a 27 anni per una grave malattia, non è rimasto più nulla, neanche gli oggetti come i giocattoli della figlia lasciati ai piedi della tomba. Dopo aver colpito l'auto del vigilante, la rabbia delle donne si rivolge contro gli operatori dell'Ama che si riparano dentro un gabbiotto per chiamare le forze dell'ordine. Sul posto arriva la Polizia che ferma le tre donne portandole in commissariato per essere identificate, mentre un'ambulanza del 118 porta al pronto soccorso il vigilantes rimasto ferito.

In serata arriva la solidarietà dell'azienda, con la visita del presidente dell'Ama Daniele Pace e del direttore dei servizi cimiteriali dell'azienda Andrea Zuccaroli, per visitare direttamente i lavoratori oggetto dell'aggressione. I vertici di Ama hanno annunciato anche la presenza di un servizio di vigilanza rafforzata nel cimitero a partire da oggi. "Tutta la nostra vicinanza e solidarietà agli operatori Ama e ai lavoratori aggrediti dopo la rimozione di un manufatto abusivo da una tomba del cimitero di Prima Porta. Un grave e inaccettabile episodio che condanniamo fermamente. Nessuno spazio a illegalità e violenza a Roma", così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Parole di condanna anche dall'assessora Alfonsi: "Violenza e intimidazione da parte di chi si ritiene al di sopra delle regole non sono e non saranno tollerate, il mio auspicio è che gli autori di fatti di tale gravità vengano perseguiti come meritano. Ama provvederà a rafforzare i servizi di vigilanza a protezione dei lavoratori. Ringrazio la Polizia Locale, per la tempestività dell'intervento che ha permesso di fermare e identificare i responsabili, e per aver predisposto un presidio fisso per prevenire il ripetersi di episodi analoghi".

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