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Il massacro del Circeo

Chi è Angelo Izzo e dove si trova oggi uno degli assassini del massacro del Circeo

Insieme ad Andrea Ghira e Gianni Guido è uno dei tre autori del massacro del Circeo nel 1975 e per aver commesso il duplice omicidio a Ferrazzano nel 2005. Evaso più volte, oggi deve scontare due ergastoli. È uno dei criminali più tristemente famoso della storia italiana degli ultimi 50 anni.
A cura di Beatrice Tominic
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Donatella Colasanti nel bagagliaio della Fiat 127 bianca al momento del ritrovamento. A destra, invece, Angelo Izzo.
Donatella Colasanti nel bagagliaio della Fiat 127 bianca al momento del ritrovamento. A destra, invece, Angelo Izzo.
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Angelo Izzo è uno dei tre autori del massacro del Circeo, insieme a Gianni Guido ed Andrea Ghira. Ribattezzato nelle cronache dell'epoca come "Angelo del male", l'assassino è stato condannato per quanto commesso nel settembre del 1975, nel suo periodi di semilibertà del 2005 ha commesso un duplice omicidio a Ferrazzano, in Molise, uccidendo Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, madre e figlia di 49 e 14 anni. Nel 2018 ha anche confessato di aver violentato e ucciso Rossella Corazzin, scomparsa nel 1975, senza essere giudicato attendibile. Oggi Izzo si trova in carcere, dove sta scontando due ergastoli.

Militante in movimenti neonazisti, Izzo inizia fin da giovane la sua attività criminosa. A questo background, si sono aggiunti, come poi emerso durante le indagini che lo hanno coinvolto, numerose ipotesi diagnostiche di disturbi psichiatrici fra cui la schizofrenia di tipo paranoide, la psicopatia, la sindrome maniaco depressiva, il disturbo narcisistico e quello antisociale di personalità.

Chi è Angelo Izzo, la famiglia borghese e l’adolescenza tra movimenti neonazisti e criminalità

Angelo Izzo trascorre la sua infanzia e adolescenze nel quartiere Trieste-Salario, nel quadrante nord est della capitale, al confine con i Parioli. Nasce nel 1955 in una famiglia cattolica e benestante: la madre ha una laurea in lettere, ma è casalinga, il padre è un costruttore. Izzo è il primo di quattro figli. Iscritto al San Leone Magno, un istituto cristiano cattolico (da qui il titolo del romanzo e film "La scuola cattolica" sul massacro del Circeo), si dedica a numerosi sport e, appena tredicenne, entra a far parte della Giovane Italia, gruppo studentesco del Movimento Sociale Italiano.

Qualche anno dopo, all'inizio degli anni Settanta, inizia a commettere i primi reati con i suoi amici: furti, rapine, stupri. "Pariolini neri violenti", così diventa noto alle forze dell'ordine insieme agli amici Andrea Ghira e Gianni Guido, accomunati dal quartiere, dall'inclinazione politica e, come è presto emerso, dall'indole violenta.

Lui stesso spiega a Franca Leosini in una puntata di Storie Maledette del 1998, che in quell'epoca i tre vivevano nel "mito del delinquente" e facevano tutto il possibile per "uniformarsi a quel tipo di visione del mondo".

Angelo Izzo uccide Rosaria Lopez e tortura Donatella con Gianni Guido e Andrea Ghira

I tre Pariolini neri continuano a frequentarsi. Nel 1975, Guido e Izzo conoscono due ragazze, qualche anno più piccole di loro, e le invitano nella casa al mare della famiglia Ghira, al Circeo. Sono Rosaria Lopez e Donatella Colansanti. Da quei giorni al mare, oggi conosciuti come Massacro del Circeo, soltanto Colasanti tornerà viva.

I tre avevano parlato di un festa: avrebbero incontrato un quarto amico e sarebbero andati a Lavinio. Dopo qualche ora in casa, fra chiacchiere e musica davanti al mare, Izzo e Guido si sono rivolti alle ragazze, in maniera sempre più spinta. Al rifiuto delle ragazze viene mostrata una pistola: si presentano come membri della banda dei Marsigliesi. Nel frattempo arriva Ghira. Da quel momento parte l'escalation violenta fatta di insulti, di violenze, di torture, di stupri.

Lopez portata nel piano superiore, dove viene fatta annegare, nella vasca da bagno. Colasanti prima prova ad avvicinarsi al telefono. Una volta scoperta provano a strangolarla. Poi viene colpita con una spranga di ferro. Si finge morta. Verrà ritrovata in fin di vita nel bagagliaio dell'automobile, una Fiat 127 bianca, parcheggiata in via Pola, accanto al cadavere dell'amica.

Il primo ergastolo per il delitto del Circeo

Dopo il ritrovamento di Colasanti e del corpo di Lopez, Izzo e Guido sono subito arrestati. Ghira fugge in Spagna. Condurrà una vita di latitanza fino alla morte.

Colasanti si costituisce parte civile, difesa dall'avvocata Tina Lagostena Bassi (rimasta nella storia per l'arringa di un altro processo per stupro, ripreso, per la prima volta, in un documentario Rai e poi divenuta parlamentare). Si costituiscono parte civile anche numerose associazioni femministe.

"Questo è il delitto del più forte sul più debole, del maschio sulla femmina, del ricco sul debole, del giovane dei Parioli su quello delle borgate", dichiara il pm durante una delle udienze. Si tratta di un processo destinato a cambiare la storia e le leggi del nostro Paese. Il processo li condanna all'ergastolo: Izzo e Guido vengono trasferiti in carcere, Ghira viene condannato in contumacia.

In cella insieme, nel gennaio del 1977 Izzo e Guido prendono in ostaggio una guardia e provano ad evadere, senza successo. Tre anni dopo la pena viene ridotta a 30 anni per Guido, confermato l'ergastolo per gli altro due.

È proprio Guido ad evadere per primo. Nuovamente catturato due anni dopo, continuerà ad evadere e ad espatriare. Izzo per lasciare l'Italia, invece, aspetta un permesso premio del 1993. Catturato a Parigi un mese dopo, viene estradato nuovamente in Italia. Gli spetterà un periodo di semilibertà nel 2005, durante il quale ucciderà ancora.

Il secondo ergastolo per l'omicidio Ferrazzano

Nel periodo di semilibertà Izzo si trasferisce a Campobasso, in Molise. Durante la riabilitazione lavora nella cooperativa Città Futura. È lì che conosce Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, 49 e 14 anni, moglie e figlia del boss della Sacra Corona Unita Giovanni Maiorano, che Izzo ha conosciuto in carcere. È l'aprile 2005 quando, a Militello Sannitico, Izzo le massacra e uccide entrambe in quello che viene ribattezzato massacro di Ferrazzano. Sono passati esattamente 30 anni da quello del Circeo.

Anche in questo caso, Izzo non avrebbe agito da solo. Con lui Guido Palladino e Luca Palaia: il primo patteggerà una condanna a tre anni e due mesi per concorso in occultamento di cadavere, il secondo sarà condannato a 24 anni per concorso in omicidio, occultamento e tentativo di distruzione dei cadaveri, poi aumentati a 30. Per Angelo Izzo, invece, un altro ergastolo.

Il matrimonio con la giornalista Donatella Papi

Contro l'esito dei processi si scaglia Donatella Papi, affermata giornalista che nel 2009, nel carcere di Velletri, sposa Angelo Izzo. Cresciuti nello stesso quartiere, si conoscevano da anni. "Ho sposato l’uomo che amavo da sempre, lo aspettavo da tutta la vita – dichiara lei subito dopo le nozze – Angelo è uomo con un enorme patrimonio spirituale, è dotato di un autentico codice sentimentale. Ha alle spalle una grave situazione, ma ha comunque il diritto di sposarsi".

La giornalista, che perde un figlio proprio nel 2010 per incidente stradale (nonostante lei faccia più volte riferimento al fatto che possa essersi trattato di omicidio) chiede più volte di riaprire i due processi che vedono Izzo condannato. L'anno dopo, però, annuncia la loro separazione. Come spiegato dalla donna, Izzo le avrebbe detto di non essere colpevole dei reati che gli sono stati attribuiti, ma di aver comunque commesso altri fatti gravissimi per la nostra Repubblica: "Io mi fermo qui, perché non mi voglio fare complice di cose che non condivido", spiega la donna spronando Izzo a dire tutta la verità.

Il racconto di Angelo Izzo: nei suoi libri violenza e criminalità

Negli anni di permanenza in carcere Angelo Izzo si è dedicato alla scrittura. I suoi libri non sono ancora stati pubblicati. In un'autobiografia, The Mob, Izzo ripercorrerebbe i primi anni nel quartiere Trieste, gli anni della militanza, le prime esperienze omosessuali e i primi crimini, le rapine a mano armata e gli stupri. Incentrato sul rapporto con le donne il secondo, di cui Panorama publica alcuni capitoli nel 2005 con il titolo Io, Angelo Izzo, vivo così.

A Franca Leosini, poco più di un decennio prima, aveva dichiarato di vederle solo come "pezzi di carne". Oltre al massacrao del Circeo e a quello di Ferrazzano, si è dichiarato colpevole anche di quanto accaduto a Rossella Corazzin, scomparsa sempre nel 1975, anche se, nonostante la riapertura del caso, non verrà considerato tale.

La vita di Angelo Izzo oggi, dove si trova il killer

Oggi Angelo Izzo, ormai settantenne, sta scontando la sua pena nel carcere di Viterbo: "Non sento un bisogno di pace: non appartiene al mio modo di essere e fare", dice. "Adoro le donne e penso siano meglio degli uomini, anche se un tempo le stupravo, era un modo di vivere sbagliato dei miei anni verdi", dichiara ad Adnkronos nel 2019.

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