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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Calenda su Commissione d’Inchiesta: “Caso Orlandi, poco credibile che Chiesa non sapesse nulla”

Presentata la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui casi Orlandi, Gregori e l’omicidio Cesaroni. Calenda: “Vaticano sa più di quanto dice, occorre fare chiarezza”.
A cura di Beatrice Tominic
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"Nel caso di Emanuela Orlandi c'è un grande non detto: l'evidenza che il Vaticano sa più di quanto dice e la necessità di uno Stato sovrano, nel cui territorio è avvenuto il rapimento di Emanuela Orlandi si faccia sentire e non sia passivamente alla versione che il Vaticano offre di questa vicenda", queste le parole del leader di Azione Carlo Calenda oggi, durante la presentazione della Commissione Parlamentare d'Inchiesta sui cold case romani che riguardano le scomparse di Orlandi e Mirella Gregori e l'omicidio di Simonetta Cesaroni, uccisa in via Poma nel 1990.

"Non possiamo soltanto voltarci dall'altro lato nel momento in cui si riceve una risposta negativa: non ne sappiamo nulla è del tutto poco credibile da parte della Santa Sede", ha continuato.

Il ruolo delle istituzioni

"Noi siamo una grande nazione laica che certamente si rapporta con grande rispetto nei confronti del Vaticano, ma che non può considerare una vicenda chiusa in questo modo. Io credo nel dovere affinché queste vicende si chiudano: non solo nostro, dei parlamentari, ma anche del governo – ha continuato Calenda – Chiederemo anche al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di intervenire: credo che si debba andare fino in fondo".

Nel corso della presentazione della Commissione Parlamentare d'Inchiesta ha annunciato che porterà la vicenda in Senato: "Ci impegneremo per istituire una Commissione bicamerale, penso che sia giusto farlo".

Sostenere questa iniziativa dal punto di vista politico secondo Calenda è davvero importante per sperare di scoprire la verità: "In questo momento i procedimenti sono fermi nonostante l'ottimo lavoro fatto dal dottor Giancarlo Capaldo e sono rimasti, purtroppo, molto spesso, privi di una collaborazione necessaria da parte della Santa Sede e questo non può andare avanti".

Calenda: "È la Chiesa che deve fare chiarezza"

La volontà, come ha sottolineato Calenda, è quella di riuscire a fare chiarezza: "Sarebbe utile anche per la Chiesa andare fino in fondo, perché tanto le cose emergono a spizzichi e bocconi e fanno peggio se emergono nonostante la Chiesa che ha un suo magistero spirituale che deve mantenere piena e intatta la sua autorevolezza".

E non sarebbe la prima volta: "In altri casi, avvenuti in passato, la Chiesa si è mossa con ritardo cercando di proteggere cose che poi alla fine sono emerse, come nei casi di pedofilia: hanno fatto più danni una volta emersi indipendentemente dalla Chiesa che attraverso un processo di chiarezza – ha continuato Calenda – Questa è la ragione per cui l'iniziativa non può essere solo portata avanti dalle famiglie ma deve essere accompagnata da un'iniziativa istituzionale".

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