Assalto del bus di tifosi a Rieti, uno dei fermati ammette di aver lanciato il sasso fatale: “Era il più appuntito”

Uno dei tre ultras fermati avrebbe ammesso di aver lanciato il sasso che si è rivelato fatale per Raffaele Marianella, uno degli autisti del pullman di tifosi di basket del Pistoia, di rientro dopo la partita a Rieti domenica scorsa. Si tratterebbe di Kevin Pellacchia, il più giovane, di appena 20 anni. Secondo le intercettazioni ambientali in Questura, infatti, il giovane avrebbe ammesso di aver lanciato un sasso: "Era quello più appuntito". Potrebbe essere stato proprio quello che ha colpito l'autista del bus assaltato dagli ultras. Ovviamente, però, spetta agli inquirenti accertare l'accaduto e le responsabilità.
Per cercare di chiarire la posizione dei tre ultras fermati e stringere il cerchio sui possibili complici, gli inquirenti stanno confrontando i campioni di Dna presenti sulle pietre lanciate contro il bus con quelli prelevati dal gruppo di ultras e da altri sospettati.
Pellacchia già nei giorni scorsi si era espresso tramite il suo avvocato. "Piangeva, non abbiamo parlato di domenica – ha dichiarato il legale, l'avvocato Andrea Vella – È dispiaciuto e provato, vorrebbe chiedere scusa e parlare con i familiari della vittima".
Gli altri fermati: "Non volevamo uccidere nessuno"
"Ho tirato un sasso, ma non volevamo uccidere nessuno", è quanto detto invece dal più anziano dei tre fermati, il cinquantatreenne Alessandro Barberini. "Non eravamo andati lì per uccidere", avrebbe riferito agli inquirenti. Oltre a –Pellacchia e Barberini è stato fermato un terzo ultras, Manuel Fortuna, di 31 anni. Tutti e tre risultano essere vicini agli ambienti di estrema destra. In particolare, Barberini e Fortuna: quest'ultimo è stato spesso presentato come portavoce dell'associazione "La Roccaforte".
Le indagini e l'autopsia sul corpo dell'autista ucciso
Fissata per la giornata di oggi l'autopsia sul corpo del secondo autista del pullman, Raffaele Marianella, per cercare di chiarire con certezza le cause della morte dell'uomo che, dopo essere stato colpito, ha immediatamente perso la vita. Per lui non c'è stato niente da fare: tutti i tentativi di rianimarlo si sono rivelati vani.
frattempo, le indagini continuano serratissime. Gli inquirenti hanno passato al vaglio le immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza non appena arrivati sul luogo dell'assalto. Ad allertarli gli agenti della scorta che stavano accompagnando il pullman nel tragitto di rientro verso Pistoia dopo che, già durante la partita di pallacanestro, gli ultras di Rieti avevano provato a cercare di creare delle tensioni.
Soltanto fuori dal centro abitato, all'altezza di Contigliano lungo la Rieti-Terni, gli ultras, a volto coperto e nascosti fra la vegetazione, hanno iniziato a lanciare pietre e mattoni. Dopo l'assalto hanno raggiunto a piedi tre automobili parcheggiate sotto al cavalcavia e sono scappati. Due sono riuscite a fuggire, una invece è stata bloccata dagli agenti: al suo interno un supertestimone avrebbe ricostruito l'accaduto, rivelandosi fondamentale per individuare i sospettati.