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Arrestato per bancarotta il ‘re delle pulizie’ Bernardone: sequestrati 10 milioni di euro

Vito Roberto Bernardone, imprenditore romano, ‘re delle pulizie’ è stato arrestato dalla Guardia di Finanza ed è finito ai domiciliari indagato per bancarotta fraudolenta. Aveva messo in piedi decine di società intestate a prestanome in tutta Italia, che servivano come contenitori per oneri tributari e previdenziali.
A cura di Alessia Rabbai
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Decine di società intestate a prestanome, alle quali venivano sub appaltati servizi di pulizia in strutture e hotel di lusso in tutta Italia, che servivano invece come contenitori, nei quali far confluire oneri tributari e previdenziali. Questo era ‘l'impero' messo in piedi dall'imprenditore romano cinquantaduenne Vito Roberto Bernardone, arrestato e finito ai domiciliari. Lui e il commercialista che lo ha aiutato, dovranno rispondere a vario titolo per i reati di bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, dichiarazione fiscale infedele e indebita compensazione. La misura di custodia cautelare è scattata all'alba di oggi, mercoledì 15 settembre, su richiesta del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, al termine dell'indagine avviata dalla Procura della Repubblica e condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, partita a seguito del fallimento della cooperativa ‘Cgs Servizi Scarl' facente parte del gruppo di imprese gestite da Bernardone. Tutti i beni, dal valore complessivo di dieci milioni di euro, tra beni mobili e immobili, sono stati sequestrati.

Le indagini di Procura e Guardia di Finanza

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai finanzieri, i controlli sono partiti dal fallimento della cooperativa ‘Cgs Servizi Scarl', che opera nel settore delle pulizie, la quale faceva parte di un gruppo di imprese tutte gestite dall'imprenditore romano. Nello specifico il cinquantaduenne operava nel settore delle pulizie di strutture e hotel di lusso, alla società fallita facevano riferimento 800 lavoratori. Bernardone secondo i militari delle Fiamme Gialle con l'aiuto del commercialista lasciava attive le società soltanto per brevi periodi, dichiarando il falso per maturare crediti Iva, poi impiegati per riparare i debiti a danno dei dipendenti. Un meccanismo che permetteva alle società del gruppo di accaparrarsi delle commesse che le altre imprese non riuscivano ad aggiudicarsi, rendendo difficile la libera concorrenza.

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