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Alessia tra le 50 donne trans a pranzo con Papa Leone: “Ci ha accolte, è un messaggio d’inclusione”

Alessia racconta il pranzo con Papa Leone XIV al Giubileo dei Poveri insieme a un gruppo di 50 donne trans: “Mi sono sentita accolta, è stato emozionante”.
A cura di Alessia Rabbai
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Alessia Nobile, una delle donne trans che hanno pranzato con Papa Leone al Giubileo dei Poveri
Alessia Nobile, una delle donne trans che hanno pranzato con Papa Leone al Giubileo dei Poveri

"L'appello che rivolgo al Santo Padre è quello di continuare il cammino di dialogo, confronto e accoglienza con noi persone trans che ha cominciato Papa Francesco. Di farsi nostro portavoce per un appello all'inclusione rivolto a tutte le realtà sociali, in particolare ai sacerdoti, affinché ci accolgano nelle loro parrocchie e ci supportino a livello spirituale". Fanpage.it ha intervistato Alessia Nobile, che ha partecipato insieme a un gruppo di cinquanta donne trans, a suor Geneviève Jeanningros e don Andrea Conocchia, al pranzo con Papa Leone XIV in Aula Paolo VI in occasione del Giubileo dei Poveri, domenica scorsa 16 novembre a San Pietro. Alessia, quarantasei anni, ci ha raccontato come si è svolta la giornata e le emozioni provate incontrando il Pontefice.

Come hai vissuto questa giornata con Papa Leone e perché avete partecipato al Giubileo dei Poveri?

È stata un'esperienza bellissima ed emozionante. Prima siamo state alla Santa Messa del Papa nella basilica di San Pietro, mi hanno colpito molto le sue parole quando durante l'omelia ha spiegato come "per Giubileo dei Poveri non si intende solo chi non ha soldi, ma tutte le povertà. Come donne trans non siamo state inserite in questo evento giubilare, perché povere economicamente, ma perché anche l'invisibilità è una povertà e spesso per la società siamo invisibili. Quindi è un messaggio di inclusione che il Papa ha voluto rivolgere a tutti. Il momento del pranzo è stato molto bello, Papa Leone ha pranzato in mezzo agli ospiti dopo la celebrazione eucaristica e l'Angelus. Ci siamo spostate nell'Aula Paolo VI, dove ci attendevano tanti tavoli rotondi di dieci persone ciascuno con al centro fiori gialli e grandi vassoi di frutta, che alla fine del pranzo il Santo Padre ci ha esortato a portarci via. Sul palco delle udienze un'orchestra ha suonato per tutto il tempo.

Alessia Nobile e suor Geneviève Jeanningros
Alessia Nobile e suor Geneviève Jeanningros

Cosa ne pensi di Papa Leone, credi proseguirà il dialogo cominciato con Papa Francesco?

Mi sembra molto disponibile, anche essendo caratterialmente diverso da Papa Francesco. Mi è parso alla mano, predisposto all'inclusione. Ciò che ci auguriamo come persone trans è un'apertura, un dialogo, un'inclusione senza passi indietro rispetto a quanto fatto finora. Credo che questo sarà possibile, magari ci vorrà un po' di tempo, ma già essere state a pranzo con lui è importante, ci ha volute, ci siamo sentite viste da lui, accolte.

Cosa ne pensi della posizione conservatrice di Papa Leone rispetto a persone omosessuali e transgender?

Ciò che interessa a molte di noi persone trans è inclusione, accoglienza e supporto spirituale. Non chiediamo benedizioni e matrimoni al Papa. Sappiamo che la Chiesa cattolica è un'istituzione che non può cambiare le sue regole su richiesta. Ma se il Papa predica l'inclusione nei confronti delle persone trans, può convertire, può cambiare il modo di pensare di tante persone che ad esempio ci odiano e hanno pregiudizi nei nostri confronti e aiutarci ad essere accolte meglio nelle varie realtà sociali, a cominciare dalle parrocchie. Alcune persone trans infatti hanno paura del giudizio dei sacerdoti e non vanno in chiesa per paura di essere rifiutate. E questo è un tema, che vorrei il Pontefice prendesse a cuore.

Papa Leone pranza con i poveri
Papa Leone pranza con i poveri

Hai consegnato una lettera a Papa Leone XIV, cosa c'è scritto?

Poco prima del pranzo sono riuscita ad avvicinarmi al Papa e a consegnargli la lettera che avevo scritto per lui, che poi ha dato a padre Edgar. Gli ho chiesto una preghiera e il ricordo del giorno 20 novembre, il TDor, giornata mondiale delle donne transgender vittime invisibili in cui si commemorano le persone trans uccise, suicidate ed emarginate. Gli ho scritto ciò che desiderano molte donne transgender, che sia per noi un punto di riferimento e supporto nella Chiesa, che continui a camminare sulle orme di Papa Francesco nel percorso che aveva cominciato con noi, nell'incontrarci, nel parlarci come faceva il suo predecessore alle udienze del mercoledì ad esempio. Gli ho chiesto un supporto concreto, ossia di essere nostro portavoce, di fare un appello all'inclusione anche diretto ai sacerdoti. Perché se noi veniamo accolte in chiesa possiamo trovare una casa e sentirci al sicuro.

Come vivi il fatto di essere una donna trans e la tua fede?

Per me la fede è importante, nonostante abbia trascorso momenti molto difficili e dolorosi nella mia vita non mi sono persa. Per noi persone trans non è sempre facile trovare accoglienza nella chiesa, se trovo un sacerdote disposto all'ascolto, sensibile alle tematiche transgender, che mi faccia sentire inclusa, ascoltata e non giudicata la frequento, altrimenti non impongo la mia presenza dove non è gradita. Accoglienza che per esempio molte persone trans hanno trovato in don Andrea Conocchia a Torvajanica, che non solo ci supporta, ma ci mette la faccia, che è importante, perché alcuni sacerdoti ci supportano, però non si espongono mai. Lui era in prima fila con noi dal Papa, ci vorrebbero tanti preti come lui. L'auspicio appunto è che si vada sempre più in questa direzione perché Cristo è di tutti.

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