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A Viterbo un altro rave party abusivo bloccato dalle forze dell’ordine: 59 identificati

Un altro rave party abusivo a Viterbo sventato dalle forze dell’ordine. La festa illegale a base di musica e alcol era stata organizzata in un campo agricolo in località Ancarano, nell’agro tra i Comuni di Tarquinia e Tuscania. Identificati 59 partecipanti. Sgomberato il luogo del raduno e smontate le attrezzature.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine d'archivio
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Un altro rave party abusivo a Viterbo sventato dalle forze dell'ordine. Dopo il mega-raduno di agosto con oltre 10mila partecipanti, questa volta polizia e carabinieri, in un intervento congiunto, sono riusciti a fermare sul nascere un'altra festa illegale a base di musica e alcol che era stata organizzata in un campo agricolo in località Ancarano, nell'agro tra i Comuni di Tarquinia e Tuscania. Identificati 59 partecipanti, dei quali 56 persone di nazionalità italiana e 3 straniere, che sono state allontanati. Sul posto sono stati ritrovati e identificati anche 19 autovetture e 3 camper. Sono in corso accertamenti per risalire alla proprietà del terreno.

Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Tarquinia, unitamente a personale della Digos e ai Carabinieri della compagnia di Tuscania, quando hanno avuto la notizia dell'allestimento del rave party abusivo, sono intervenuti immediatamente sul posto. Qui hanno trovato le attrezzature musicali in parte già montate. A questo punto, gli uomini delle forze dell'ordine hanno intimato lo smontaggio di tutte le attrezzature e sgomberato il campo del raduno.

Lo scorso agosto le forze dell'ordine scoprirono un rave party in località Settevene nella zona del lago di Mezzano, a Valentano, in provincia di Viterbo. La festa fu bloccata. Non si fermano, insomma, i rave party nel viterbese. Un altra festa abusiva era stata stroncata sul nascere il 26 settembre sempre in località Settevene. Si tratta di raduni non autorizzati che vedono la partecipazione soprattutto di giovani e giovanissimi e sono di solito pubblicizzati sui canali social e con il tam tam sulle chat dei cellulari, ma che violano anche le normative anti-Covid19.

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