A Rebibbia una scuola abbandonata doveva rinascere con il Pnrr: ma i lavori non sono mai partiti

Una storia senza lieto fine, almeno per il momento, quella del plesso Palenco dell'istituto comprensivo Palombini che sarebbe potuta rinascere con i fondi del Pnrr.
Il complesso scolastico, nell'omonima via, si trova nel IV municipio, nella zona di Rebibbia. Un territorio in cui, per la densità di popolazione e l'età degli abitanti, sarebbero necessarie ulteriori scuole. Eppure, da anni, in quelle aule non si fa più lezione. Un restyling era previsto con l'utilizzo dei fondi del Pnnr. Ma l'apertura dei cantieri, prevista per lo scorso febbraio, non è mai avvenuta. E dalla Commissione capitolina speciale del Pnnr sono stati costretti a dover rinunciare al progetto per problemi legati alle tempistiche.
Il Municipio incolpa l'occupazione, ma il Comune smentisce
Dopo anni di abbandono, a settembre 2024 lo stabile è stato occupato da circa cinquanta nuclei familiari in emergenza abitativa. Un totale di circa 200 persone, bambine e bambini compresi, che frequentano le scuole nel quartiere, e che sono parte integrante nel territorio. Nei giorni scorsi, un dibattito surreale ha avuto luogo sui social: alla notizia che il plesso scolastico non sarebbe stato più riqualificato con i fondi del Pnrr, è partito un rimpallo di responsabilità tra l'amministrazione di centrosinistra del municipio, che dà la ‘colpa' del mancato inizio dei lavori agli occupanti, e quest'ultimi che dicono di aver contattato varie volte l'amministrazione in merito ai lavori del Pnrr, senza mai ricevere risposta. Lo stesso consigliere di Roma Futura Giovanni Caudo ha sottolineato come i problemi siano legati alle tempistiche: era impossibile, partendo ora, finire i lavori nel 2026. Insomma, una gran confusione che porta a una sola certezza: il plesso Palenco a Rebibbia non sarà ristrutturato.
"Basta speculazioni da parte della destra, la loro è una polemica di metà agosto – ha spiegato il presidente della Commissione capitolina speciale del Pnnr Giovanni Caudo a Fanpage.it – Che la scuola sia occupata è vero, ma questo non ha comportato nessun tipo di di ritardo, c'era un tacito accordo per liberare la scuola e permettere l'inizio dei lavori. Che avremmo rinunciato ad utilizzare i fondi del Pnrr per il plesso Palenco, era già chiaro dalle riunioni della scorsa primavera, credo fosse aprile".
L'occupazione però, non è stata attaccata solo dalla destra, ma sui social anche dalla giunta di municipio. "Si rischia una guerra fra poveri in questo modo: da una parte le famiglie senza una casa, dall'altro le famiglie che, invece, vorrebbero poter mandare i propri figli e figlie nella scuola, oggi occupata. Per questo dal municipio abbiamo chiesto che vengano organizzati dei tavoli per assicurare a tutti una casa: la soluzione migliore è quella che vede il trasferimento delle famiglie che si trovano nell'edificio – spiega a Fanpage.it Annarita Leobruni, assessora alla Scuola IV Municipio, tra chi attribuisce il mancato avvio dei lavori all'occupazione – Bisogna coniugare i bisogni dei bambini di tutti: dare la speranza di tornare ai bimbi che frequentavano questa scuola e fare in modo che i bimbi che adesso in questa scuola ci vivono, possano trovare presto una casa".
Caudo: "Problemi legati alle tempistiche dei lavori, non all'occupazione"
Secondo quanto spiegato da Caudo, però, i tempi erano stretti sul cronoprogramma. "Siamo stati costretti a rivedere la distribuzione dei fondi per evitare di perderli – ha spiegato – Per gli interventi presso il plesso Palenco avevamo valutato poco più 4 milioni di euro che oggi verranno distribuiti per operare all'interno di altre scuole, circa una decina fra primarie e asili nido". Un addio definitivo per i lavori, assolutamente necessari per mettere in sicurezza l'edificio scolastico?
"Per il plesso Palenco utilizzeremo il co-finanziamento ordinario. Nessuno ha mai parlato di abbandonare il progetto, la scuola o il quartiere – ha continuato Caudo – Con il Pnnr non abbiamo abbandonato le periferie, come spesso ho sentito dire. Abbiamo investito 60 milioni di euro in autobus elettrici, sei nuovi treni per la metropolitana, tram, altre opere per le periferie. E, naturalmente, continueremo a intervenire su tutti gli edifici scolastici che abbiamo nel piano, senza perdere alcuna opportunità".
L'auspicio è che anche i lavori svolti con i fondi ordinari possano essere effettuati nel minor tempo possibile. "Due anni fa le classi che si trovavano nel plesso Palenco sono stati trasferite in altre scuole del territorio. Ma meritano di tornare nella loro", ha aggiunto l'assessora Leobruni. L'edificio scolastico, però, è molto pericoloso e pericolante, con problemi strutturali gravi che, qualora non siano presto sanati, rischiano di mettere a repentaglio anche la vita delle persone che stanno vivendo al suo interno. "Far tornare attivo il plesso Palenco vorrebbe dire offrire alla comunità un sistema 06 completo (cioè che comprende servizi educativi dall'asilo nido alla scuola dell'infanzia in un unica scuola), che potrebbe rilanciare anche il territorio", ha continuato. "Ora sono rammaricata, contavamo di far riattivare la scuola nel 2026. Invece siamo arrivati a questo punto – ha aggiunto ancora – Dobbiamo dire che avevamo tutto pronto ma che non ce l'abbiamo fatta".
Movimento per il diritto all'abitare: "Non faremo capro espiatorio"
A prendere parola, anche il Movimento per il diritto all'abitare, attaccato dal municipio. "Da giorni sui social e sui giornali cittadini si susseguono prese di parola riguardanti la ex scuola elementare di via Liberato Palenco 60 – scrivono gli attivisti in una nota -. Da un anno l'immobile, lasciato in stato di totale abbandono e degrado, è diventato la casa di oltre cinquanta famiglie (compresi decine di bambine e bambini che, dallo scorso anno scolastico, frequentano le scuole di ogni ordine e grado del territorio), dopo mesi vissuti per strada con scarsa attenzione istituzionale. Già allora (settembre 2024) il IV Municipio ha reagito nervosamente, affermando la priorità sul diritto all'abitare del diritto alla scuola che, a loro dire, avrebbe dovuto essere garantito da un ambizioso progetto di ristrutturazione e messa in sicurezza della scuola attraverso fondi PNRR destinati alle scuole per l'infanzia. Ciò che abbiamo trovato, tuttavia, non era affatto un cantiere, nemmeno accennato da una impalcatura o un cartello di avvio lavori, bensì uno stabile in completo stato di abbandono, vandalizzato in ogni sua parte (dalle finestre ai semplici arredi) e in cui era stato lasciato a marcire qualunque tipo di materiale scolastico". I Movimenti per il diritto all'abitare hanno dichiarato di aver "chiesto fin da subito un confronto al IV Municipio in merito al futuro di quello stabile e al fantomatico progetto PNRR senza tuttavia ricevere alcuna risposta se non ostinato silenzio e malcelato disprezzo", e di aver "in questi mesi hanno facilitato e reso possibili sopralluoghi e operazioni propedeutiche ad iniziare il cantiere, nonostante i disagi pratici ed emotivi che ciò comporta". "Non ci stiamo – concludono – a passare per il capro espiatorio delle carenze amministrative di questo Municipio, né a subire passivamente il clima di accuse e sospetto che sta cercando di alimentare chi evidentemente ha interesse a lucrare economicamente e politicamente sui diritti che vengono costantemente negati in questa città".