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8 marzo, le attiviste in corteo imbrattano i manifesti della Lega: “Scelgono le donne come vestirsi”

Le ‘Donne de Borgata’, in corteo per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne per le strade di Roma, hanno lanciato un segnale forte, imbrattando i manifesti razzisti e islamofobi della Lega.
A cura di Alessia Rabbai
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"Il corpo è nostro ed è nostra la scelta di cosa indossare. Dobbiamo essere libere di scoprirci o di coprirci. Se una donna vuole indossare per scelta il velo islamico è libera di farlo e nessuno deve mettere bocca sulla sua decisione, tantomeno può imporle di toglierlo". Le ‘Donne de Borgata' in corteo per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne per le strade di Roma hanno lanciato un segnale forte, imbrattando i manifesti razzisti e islamofobi della Lega. "Ringraziamo la Lega per aver ricordato a una donna musulmana che ‘In Europa hai gli stessi diritti di tuo marito'". Questo infatti si legge sullo slogan, scritto in italiano e in arabo. Dietro, una donna musulmana che indossa il niqab, una tipologia di velo che lascia scoperti gli occhi.

"In effetti – commentano le ‘Donne de Borgata' – hai gli stessi diritti di avere un lavoro a nero o sfruttato (o di non averlo affatto), di non avere documenti, di non avere accesso a una casa popolare, di essere discriminata per la tua etnia o religione, di non avere accesso a un'istruzione di qualità, di essere sbattuta in un cpr e magari di essere rimpatriata nel tuo paese, di sentire di non essere accolta (anche per le politiche della stessa Lega e del governo Meloni), mentre istituzioni e mass media parlano di "integrazione" e "inclusione".

Allo stesso tempo hai però, in quanto donna, anche i diritti di non avere consultori e centri anti violenza, di non avere accesso all'aborto e alla contraccezione, di pagare tasse assurde per prodotti igienici e per l'infanzia, di subire part-time involontario e di avere un salario più basso degli uomini e di essere trattata da vittima dai "liberatori europei" e poi essere relegata a lavori sottopagati per sostenere la mancanza di welfare di questo paese".

Consiglio degli Ambasciatori Arabi a Roma: "Rimuovere subito il manifesto discriminatorio"

Il Consiglio degli Ambasciatori Arabi a Roma ha chiesto alla Lega la rimozione del manifesto il prima possibile definendolo "un messaggio che porta con sé implicazioni fallaci riguardo i diritti delle donne nel mondo arabo, che incarna e suggerisce un'immagine totalmente errata e distorta delle donne arabe. Il manifesto lede e offende la dignità delle donne arabe e mina le basi del rispetto e della reciproca convivenza fra le diverse culture, caratteristica della società italiana, oltre alla totale contraddizione con la verità, poiché considerato una sorta di evidente sminuimento e discriminazione negativa nei confronti di ogni donna araba, e di fatto pare un invito per le donne a lasciare il mondo arabo per l’Europa.

Il Consiglio avverte che questo tipo di utilizzo del manifesto rientra in una campagna mediatica, in occasione della giornata internazionale della donna, che è in aperta contraddizione con l'obiettivo di questa giornata, che chiede di rafforzare tutti gli sforzi per garantire i diritti di tutte le donne, indipendentemente dalla loro cultura, e scegliere un gruppo o un Paese, piuttosto che un altro, comporta problemi non indifferenti.

La disinformazione e il trattamento selettivo fuorviante delle questioni generali relative ai diritti umani costituiscono di per sé una violazione dei diritti di uguaglianza, non basata su considerazioni etniche, e richiede reazioni che potrebbero non raggiungere interessi comuni".

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