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Roghi tossici, maxi blitz dei carabinieri nel campo rom di Lamezia: 39 misure cautelari

Il vasto blitz dei militari nel campo nomadi Scordovillo per eseguire 5 arresti e 34 divieti di dimora nel comune calabrese. Sequestrata anche un’azienda trasporto rifiuti con sede nello stesso campo rom che sarebbe stata al centro di un intenso mercato nero della spazzatura con conseguente inquinamento dell’area.
A cura di Antonio Palma
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Una vasta operazione di polizia è scattata nella mattina di mercoledì all'alba nel campo nomadi di Lamezia Terme, in località Scordovillo, tristemente noto per le condizioni di sovraffollamento e di promiscuità in cui i residenti sono costretti a vivere. Circa duecento carabinieri del Comando Gruppo di Lamezia Terme, con la collaborazione del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro e supportati dai militari dei comandi provinciali di Catanzaro, Cosenza, Crotone, del Gruppo Carabinieri Forestali di Catanzaro e del 14mo Battaglione Calabria e da personale dell'ottavo Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia,  hanno circondato l'area, eseguendo 39 misure cautelari, tra cui cinque custodie cautelari in carcere, disposte dall'autorità giudiziaria nell'ambito di una indagine su gravi reati in materia ambientale ed una serie di delitti contro il patrimonio.

L'operazione, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, infatti ha visto l'arresto di cinque persone e la notifica di ben 34 divieti di dimora nel comune calabrese ad altrettante persone residenti nel campo rom. Agli indagati vengono contestati a vario titolo i reati di furto aggravato, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, discarica non autorizzata, inquinamento ambientale e violazione di sigilli. L'inchiesta era partita a seguito dei reiterati interventi dell'Arma nel campo Rom a causa di precari allacci abusivi alla rete elettrica Enel e dei numerosi incendi che interessano i cumuli di rifiuti

Tra i provvedimenti anche il sequestro di un'azienda trasporto rifiuti con sede nello stesso campo rom che sarebbe stata al centro di un intenso mercato nero della spazzatura che vedeva i residenti all'interno del campo raccogliere ingenti quantità di rifiuti di varia natura, pericolosi e non, e venderli alla società. I rifiuti, in assoluta violazione delle norme ambientali, venivano lavorati per essere successivamente trasportati presso altre società del medesimo settore dell'hinterland lametino. Gli scarti della lavorazione, invece, venivano sversati lungo la via d'accesso all'accampamento dove periodicamente venivano dati alle fiamme. Gli accertamenti svolti da personale dell'Arpacal, inoltre hanno scoperto che l'attività illecita svolta ha causato un importante inquinamento del suolo con possibile interessamento della falda acquifera.

Soddisfazione per l'operazione è stata espressa da Domenico Furgiuele, deputato della Lega e coordinatore calabrese di Noi con Salvini. "L’aria sta cambiando nel nostro paese soprattutto per quanti credono di poterla inquinare e avvelenare a piacimento accendendo roghi e facendo quel che gli pare. Plaudo a questa iniziativa giudiziaria che restituisce ai cittadini di Lamezia fiducia nelle istituzioni e contribuisce a demolire la convinzione, nutrita da qualche campione del pauperismo salottiero, che esistano cittadini al di sopra del diritto e ghetti dove vige il principio dell’impunità. Bene così e complimenti alle autorità giudiziarie e ai valorosi uomini delle forze dell’ordine" ha dichiarato Furgiuele. Lo stesso ministro dell'Interno Matteo Salvini è intervenuto sull'operazione, rilanciando  la notizia e scrivendo in un tweet: "Razzisti anche giudici e carabinieri???".

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