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Rimborsi elettorali, Salvini: “I 50 milioni non ci sono, spesi dalla Lega in 10 anni”

Salvini torna a parlare dei rimborsi-truffa: “I soldi che dicono che abbiamo sottratto? Non ci sono quei 50 milioni, Repubblica sta cercando quei soldi in Svizzera, in Lussemburgo… Fate inchieste su cose vere, non perdete il vostro tempo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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In un'intervista a Circo Massimo Matteo Salvini risponde sui rimborsi elettorali della Lega Nord, relativi al periodo che va dal 2008 al 2010: "Quei soldi non ci sono. Sono stati spesi in dieci anni". Il vicepremier si riferisce ai 50 milioni di euro, frutto di una truffa ai danni di Camera e Senato: "I soldi che dicono che abbiamo sottratto? Non ci sono quei 50 milioni, Repubblica sta cercando quei soldi in Svizzera, in Lussemburgo… Fate inchieste su cose vere, non perdete il vostro tempo", ha detto Salvini durante il suo intervento.

La magistratura di Genova quei soldi li sta cercando, e infatti sul caso ha aperto un'inchiesta. Lo scorso 30 marzo era stato l'Espresso ha denunciare il riutilizzo illegale di quella somma da parte del Carroccio: in quel caso il vicepremier Salvini ha risposto minacciando querele.

Roberto Saviano aveva attaccato il ministro degli Interni sulla questione: "Cinquanta milioni di euro rubati agli italiani: questo è quanto messo nero su bianco anche dalla Cassazione. Salvini si smarca da questa vicenda, ma se è arrivato dov'è oggi lo deve anche al suo partito, la Lega, che oggi ha i conti congelati. Si preoccupi quindi di restituire prima i soldi agli italiani, dopodiché potrà parlare di tutto il resto". Il giornalista ha proposto in modo provocatorio di organizzare un "Restitution day".

La vicenda giudiziaria

Il 24 luglio 2017 il Tribunale di Genova ha condannato Umberto Bossi (2 anni e 2 mesi) e l'ex tesoriere Francesco Belsito (4 anni e 10 mesi), che erano stati accusati di gonfiare le rendicontazioni di spesa per attività elettorali, funzionali ad ottenere il rimborso dallo Stato. Il tribunale ha ordinato la restituzione di 48 milioni di euro. La procura aveva trovato poi 2 milioni di euro nei conti del fondatore della Lega Nord, del suo tesoriere e di altri 3 ex revisori contabili, e aveva chiesto di poter mettere le mani anche sulle cifre che sarebbero entrate in futuro nella cassaforte del partito. I giudici però avevano bloccato il sequestro dei soldi; poi il Tribunale del Riesame aveva bocciato il ricorso dei pm contro lo stop deciso dal Tribunale, autorizzando però con un provvedimento il prelievo della Procura sui conti di Bossi e Belsito.

Ad aprile, la Cassazione ha dato ragione ai pm di Genova, che chiedevano appunto di estendere il blocco dei fondi futuri.

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