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Riina su Di Matteo: “Nessuna pietà per questi”

Totò Riina l’ha detto il 16 novembre durante l’ora di “socialità”, parlando con il boss della Sacra Corona Unita Alberto Lo Russo.
A cura di D. F.
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E' il 16 novembre del 2013, sono le 9 e 30 del mattino e Totò Riina sta dialogando, durante l'ora d'aria, con il boss della Sacra Corona Unita Alberto Lo Russo. Oggetto della discussione è Nino Di Matteo, pubblico ministero che indaga sulla trattativa tra stato e mafia. Il corleonese dice: "E allora organizziamola questa cosa! Facciamola grossa e non ne parliamo più". Nel dirlo Riina mima con la mano il gesto di "fare in fretta", come riportano gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia nella parte delle intercettazioni depositate questo pomeriggio dai pm nel processo per la trattativa.

Riina non ha paura di Di Matteo: "Vedi, vedi – dice – si mette là davanti, mi guarda con gli occhi puntati ma a me non mi intimorisce…". Poi sul progetto di attentato: "Questo Di Matteo non se ne va, gli hanno rinforzato la scorta e allora, se fosse possibile, ad ucciderlo… Una esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo con i militari". Il boss parla del fallito attentato al vicequestore Rino Germanà, nel trapanese. L'uomo si salvò solo gettandosi in mare mentre il killer gli sparava: era il 14 settembre del 1992, erano trascorsi pochi mesi dall'attentato di via D'Amelio: "Partivamo la mattina da Palermo a Mazara. C'erano i soldati poverini a fila indiana… Era pomeriggio, tutti i giorni andare e venire, da Mazara. A chi hanno fatto spaventare, a nessuno, che poi quello si è buttato a mare. Loro facevano avanti a indietro e glil'hanno fatta là a Germanà".

 "Nessuna pietà per questi" – "Non devo avere pietà di questi, come loro non hanno pietà", ha poi aggiunto il capomafia nella conversazione registrata con Alberto Lorusso. Riina stava parlando dell'intenzione di colpire un magistrato. "L'ultimo se mi riesce sarà più grosso… se mi ci metto con una bella compagnia di anatroccoli. Così, chi peschiamo peschiamo e non se ne parla più" dice l'ex boss dei boss simulando il suono di un'esplosione.

Riina continua: "Quelli si meritavano questo e altro; questo è niente quello che gli feci io! Gli ho fatto, però meritavano. Se ci fosse stato qualche altro avrebbe continuato e non hanno continuato e non hanno intenzione di continuare, nessuno". Il boss corleonese,  rivendica le sue gesta e pare lamentarsi che nessuno, in Cosa Nostra, riesca a seguire le sue orme. Lorusso, il suo interlocutore, dice: "E così subiscono sempre, così subiscono, subiscono, subiscono e continueranno a subire". A deludere Riina è in particolar modo Matteo Messina Denaro: "A me dispiace dirlo, questo signor Messina Denaro, questo che fa il latitante, questo si sente di comandare, ma non si interessa di noi. Questo fa i pali della luce – aggiunge riferendosi al business dell'energia eolica in cui Messina Denaro è coinvolto – ci farebbe più figura se se la mettesse in c… la luce".

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