Referendum Veneto, la denuncia di Zaia: “Lo Stato vuole impedire un voto democratico”
A pochi giorni dall'apertura dei seggi per il referendum sull'autonomia che si svolgerà domenica 22 ottobre in Veneto e Lombardia, il governatore leghista Luca Zaia va allo scontro con lo Stato centrale e denuncia la presunta illegittimità della richiesta pervenuta dal ministero diretto da Minniti, nella quale si chiede alla Regione Veneto di mettere a disposizione oltre due milioni di euro per pagare i costi di utilizzo degli agenti impegnati a controllare l'ordine pubblico nel corso della giornata di consultazione referendaria. "È l’ultimo disperato tentativo di impedire ai veneti l’esercizio democratico del voto. Un motivo in più per andare a votare. Accolgo con un sorriso gandhiano e una certa assuefazione ai colpi bassi l’ultima sorpresa proveniente da Roma", sostiene Zaia.
"La comunicazione è arrivata mercoledì alla Regione da parte del ministero dell’Interno, con la richiesta di pagamento di 2.044.875,00 euro per i costi di utilizzo della forza pubblica connesso alla consultazione. A due giorni dall’apertura dei seggi, senza preavviso, ci viene persino recapitato il conto per l’ordine pubblico. Una somma che personalmente ritengo assai lautamente ripagata dal gettito fiscale che ogni anno i veneti mandano a Roma e non ritorna sui territori", ha denunciato Zaia.
"Sarebbe come se avessero presentato a Marco Pannella, maestro di democrazia diretta e di conquiste di diritti sociali, il conto per la forza pubblica per tutti i referendum che ha organizzato per dare la voce al popolo quando Parlamento e Ministeri non riuscivano a decidere nulla. Vorrà dire che i veneti avranno ancora un motivo in più per andare a votare. Se questo è il segno della leale collaborazione fra istituzioni che ci è sempre stata garantita sui tavoli romani in più occasioni, siamo davvero alla frutta", ha concluso il governatore veneto.