261 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Ravenna, 14enne denuncia: “Segregato in casa dai miei genitori perché pensano sia gay”

Un ragazzo di 14 anni che vive alla periferia di Ravenna ha raccontato ai carabinieri che i genitori lo hanno segregato in casa per timore che diventasse omosessuale e lo hanno minacciato di spedirlo in un collegio in Tunisia. Lui, dopo quattro giorni, è riuscito a scappare da una finestra e a chiedere aiuto.
A cura di Susanna Picone
261 CONDIVISIONI
Immagine

Una coppia di genitori tunisini, regolari in Italia e residenti alla periferia di Ravenna, risulta indagata per abuso di mezzi di correzione e sequestro di persona. Stando a quanto scrive il quotidiano Il Resto del Carlino, mamma e papà avrebbero rinchiuso nella sua camera il figlio di quattordici anni a quanto pare perché sospettavano potesse essere gay. Il giovane sarebbe stato anche minacciato di essere rispedito in Tunisia. L’incubo di questo ragazzo sarebbe iniziato il 9 gennaio scorso. Dopo quattro giorni il quattordicenne sarebbe riuscito a scappare di casa da una finestra e a chiedere aiuto in caserma. Secondo quanto riporta il quotidiano, a scatenare la rabbia dei genitori sarebbe stata una conversazione sul cellulare del ragazzo con una sua amica: parlando con lei il quattordicenne avrebbe fatto trapelare dubbi sul suo orientamento sessuale esprimendo apprezzamenti per dei ragazzi.

La denuncia del 14enne ai carabinieri, genitori respingono le accuse – Ai carabinieri l’adolescente ha raccontato di avere subito percosse ed essere rimasto segregato in casa per circa quattro giorni, durante i quali gli sarebbe stato proibito sia di recarsi a scuola che di avere contatti con gli amici. A spingerlo a scappare e chiedere aiuto, inoltre, sarebbe stata la prospettiva del collegio in patria. Il racconto del quattordicenne ha fatto scattare un’indagine dell’Arma per le ipotesi di reato di sequestro di persona e abuso dei mezzi di correzione a carico dei genitori del ragazzino. I carabinieri hanno fatto intervenire i servizi sociali e hanno affidato il ragazzo a una comunità protetta. Nel frattempo, i genitori avrebbero ammesso di essere rimasti sorpresi dal contenuto del cellulare del figlio e di avergli parlato della possibilità di mandarlo in collegio, ma hanno respinto l’accusa del sequestro di persona, precisando che il ragazzo non si sentiva bene e che per questo motivo negli ultimi giorni era rimasto a casa. Sarà compito dei carabinieri verificare ora il racconto dell'adolescente.

261 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views