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Processo Yara, Bossetti parla di nuovo in aula: “Non volevo calunniare nessuno”

Nel corso del processo a Bergamo per l’omicidio di Yara Gambirasio l’imputato Massimo Bossetti ha rilasciato dichiarazioni spontanee dopo l’interrogatorio del suo ex collega Maggioni: il muratore aveva parlato di sospetti su di lui. La difesa ha chiesto i domiciliari.
A cura di Susanna Picone
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A Bergamo, nel corso del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, anche oggi l’unico imputato Massimo Giuseppe Bossetti ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee. Lo ha fatto, dopo il primo intervento di venerdì scorso, dopo la testimonianza di Massimo Maggioni, suo ex collega presente al processo in parte di testimone (Maggioni è anche parte civile perché Bossetti è accusato di averlo ingiustamente incolpato). Le frasi pronunciate sul suo collega sono state una “semplice esternazione di un possibile sospetto che potevo avere” e “non un’accusa” o il “voler rendere colpevole qualcuno”, ha spiegato Bossetti in aula. Il muratore di Mapello a processo per l’omicidio di Yara Gambirasio lo scorso luglio aveva chiesto di essere ascoltato dal pm e in quella occasione secondo l’accusa avrebbe cercato di gettare sospetti su Maggioni sostenendo che gli piacevano le ragazzine e che potesse essere entrato in possesso di suo Dna con un fazzoletto usato. “Col Pm sono stato sempre rispettoso, educato, gentile – ha affermato Bossetti in aula a Bergamo – E ho sempre detto che non volevo accusare o rendere colpevole nessuno. Se uno ha dei sospetti o dei dubbi penso che debba essere ascoltato per verificarli. La mia – ha continuato l’imputato – era una semplice esternazione. Se poi è infondata, bene. Non era mia intenzione fare nessuna calunnia”.

La testimonianza di Maggioni – Massimo Maggioni, da parte sua, ha dichiarato di non aver mai detto che Bossetti restava impassibile quando nel cantiere di Palazzago si presentava Fulvio Gambirasio, il papà della vittima di Brembate Sopra. “Restava in silenzio, ma come tutti noi”, ha precisato il testimone per cui l'imputato stava lavorando nel 2010. Maggioni ha anche aggiunto di non aver mai notato cambiamenti nel comportamento di Bossetti. Il papà di Yara si recava nel cantiere per effettuare delle misure: la sua azienda forniva infatti delle guaine: “Quando lo vedevamo si restava un po’ così, un po’ straniti”, ha spiegato. A proposito della scomparsa di Yara, Maggioni ha spiegato che con Bossetti si parlava “solo di quello che scrivevano i giornali”.

Difesa Bossetti chiede i domiciliari – Gli avvocati della difesa di Bossetti hanno chiesto per l'imputato gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Mapello in sostituzione alla custodia cautelare in carcere. Bossetti  si è detto disponibile ad accettare il braccialetto elettronico. Secondo l'avvocato Paolo Camporini “non vi è pericolo concreto ed attuale che l'imputato possa ripetere il fatto”. Sulla richiesta la Corte deciderà entro 5 giorni. “La difesa – ha detto l'avvocato in aula – ritiene che sia giunto il momento per proporre un'istanza in ordine alla misura cautelare perché in questo momento la Corte ha un quadro più ampio non solo della situazione processuale ma anche della persona”. “La casa di Bossetti è in un posto isolato, facilmente sorvegliabile”, ha aggiunto l’avvocato.

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