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Pozzallo: scafisti minorenni al timone dei gommoni carichi di migranti

Quattro dei sei scafisti alla guida dei gommoni sbarcati ieri a Pozzallo sono minorenni reclutati dai “boss” in Libia.
A cura di Davide Falcioni
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Nel corso di un'operazione congiunta tra polizia, carabinieri e Guardia di Finanza sono stati fermati i sei scafisti dei tre gommoni con a bordo 342 migranti che sono stati soccorsi ieri dalla nave Diciotti della guardia costiera, sbarcata a Pozzallo. Quattro dei sei "traghettatori" sono ancora minorenni e stando alle prime indagini sarebbero stati fatti imbarcare in Libia in cambio di poche centinaia di dollari. I giovani scafisti viaggiavano in coppia su due dei tre gommoni soccorsi. Due le inchieste aperte: una dalla Procura di Ragusa, l'altra dalla Procura per i minorenni di Catania.

Maria Francesca Pricoco, presidente del Tribunale dei Minori di Catania, nei giorni scorsi aveva spiegato: ""Il ricorso a baby-scafisti è una tendenza che abbiamo riscontrato in molti viaggi di migranti verso le coste italiane. E' una modalità che espone soggetti particolarmente vulnerabili a un ruolo apparentemente di responsabilità, all'interno di fenomeni di criminalità organizzata". Gli scafisti sono di norma ragazzini che provengono in larga parte dall'Africa centrale e settentrionale, che in molti casi lavorano per procurarsi i soldi del viaggio. Arrivati in Libia attendono circa un anno e prima di imbarcarsi sui gommoni molti di loro subiscono maltrattamenti e minacce prima di essere reclutati e istruiti sul loro compito.

La dottoressa Pricoco ha continuato: "Il fenomeno è molto complesso e la magistratura minorile deve ovviamente agire con tempestività, ma anche con cautela e scrupolo, per accertare quali siano le effettive responsabilità del minorenne, per capire quando i ragazzi siano realmente responsabili o corresponsabili di attività criminali, e quando invece siano soltanto delle vittime, reclutate proprio per la loro vulnerabilità. Dobbiamo tenere presente che dal 2013 sono arrivati in Italia migliaia di minori non accompagnati e i tribunali siciliani, soprattutto quelli di Palermo e Catania, hanno affrontato situazioni molto complesse e delicate".

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