Tasse, dove si paga più Irpef: la classifica delle Regioni

Ogni anno, insieme all'imposta nazionale sul reddito (l'Irpef) si pagano anche le addizionali: queste cambiano di Regione in Regione, e possono portare anche a differenze di svariate centinaia di euro in base a dove si ha la residenza (senza contare la differenza tra le addizionali comunali). Ad esempio, un dipendente a tempo indeterminato che abbia un reddito di 35mila euro si trova pagare circa 926 euro nel Lazio, contro i 431 euro che dovrebbe versare in Basilicata, ad esempio, o in Valle D'Aosta.
I soldi che le Regioni incassano con le addizionali servono a pagare servizi come – soprattutto – la sanità. Nel 2024 sono arrivati 15,1 miliardi di euro, in aumento rispetto all'anno precedente, e nei primi sette mesi di quest'anno siamo già a 8,7 miliardi incassati (il 12,8% in più). La tendenza, in diverse amministrazioni, è di aumentare le imposte soprattutto al di sopra della soglia dei 28mila euro. Il Sole 24 Ore, utilizzando le imposte in vigore oggi, ha formulato una serie di simulazioni. Queste permettono di sapere in quale Regione si paga di più per le addizionali Irpef.
Dove si paga di più per le addizionali Irpef: la classifica
Le addizionali Irpef possono cambiare parecchio non solo in base alla Regione, ma anche in base a quanto si guadagna. Più è alto il reddito, più le differenze tra Regioni si fanno sentire. Ad esempio, per un dipendente che incassa 70mila euro all'anno (come può essere un dirigente) le addizionali valgono ben 2.034 euro nel Lazio. In confronto, nella Provincia autonoma di Bolzano lo stesso manager pagherebbe 385 euro, in Campania e in Umbria oltre 1.900 euro, in moltissime Regioni tra gli ottocento e i mille euro. Insomma, si parla di differenze da svariate centinaia di euro.
Più ridotte, ma comunque significative, le differenze per chi ha un reddito più basso. Ad esempio, ecco la classifica delle Regioni dove si paga l'addizionale Irpef più alta per un dipendente con una busta paga da 35mila euro annui:
- Lazio: 926 euro
- Campania: 868 euro
- Molise: 744 euro
- Umbria: 721 euro
- Piemonte 712 euro
- Abruzzo 669 euro
- Emilia-Romagna: 656 euro
- Toscana: 631 euro
- Calabria: 606 euro
- Liguria: 567 euro
- Lombardia: 510 euro
- Marche: 502 euro
- Puglia: 500 euro
- Bolzano: 0 euro
Tutte le Regioni che non sono elencate applicano la stessa aliquota, e richiedono di pagare 431 euro. Come si può vedere, quindi, nel Lazio la somma è oltre il doppio rispetto alle Regioni in cui si paga di meno.
La differenza è meno marcata se si considera un pensionato con un reddito da 15mila euro. Qui, la simulazione immagina che ci sia anche una deduzione per la prima casa, pari a 500 euro; finora invece tutte le cifre non tenevano conto di alcune deduzioni.
Per una persona in pensione che incassa poco più di mille euro al mese l'addizionale è di 251 euro in Lazio, Campania, Calabria e Molise. Scende a 242 in Abruzzo, a 235 in Piemonte, a 206 in Toscana. Tutte le altre sono sotto tra i cento e i duecento euro, mentre Bolzano, Trento e Val D'Aosta azzerano del tutto l'addizionale.
Come si misura l'addizionale Irpef
C'è anche un aspetto tecnico che rende complicato paragonare le addizionali Irpef. Non si calcolano tutte allo stesso modo. Alcune Regioni usano la divisione in tre aliquote che è in vigore per l'Irpef nazionale: è il caso di Abruzzo, Bolzano e Liguria.
Altre impiegano la ‘vecchia' divisione in quattro aliquote: Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Trento, Umbria. Queste potranno continuare a utilizzare il vecchio sistema fino al 2027. Tutte le rimanenti Regioni invece hanno un'aliquota unica, per cui si paga la stessa percentuale a prescindere dal reddito.