video suggerito
video suggerito
Guerra in Ucraina

Spese militari, generale Tricarico: “Conte irresponsabile e incapace, non sa nulla di Forze armate”

Il generale Leonardo Tricarico in un’intervista a Fanpage.it attacca il leader del M5s Giuseppe Conte, contrario all’aumento delle spese militari: “Sul budget della difesa Conte dà i numeri”.
A cura di Annalisa Cangemi
6.179 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica e presidente della Fondazione Icsa, in un'intervista a Fanpage.it ha commentato l'esito dei negoziati di ieri tra Kiev e Mosca, che si sono svolti a Istanbul. Da quanto è emerso nella giornata di oggi, nonostante le aperture importanti che si sono registrate, in particolare sul no all'ingresso nella Nato, inserito nelle proposte scritte avanzate dall'Ucraina, non sembra sia stato rispettato l'annuncio di una riduzione dell'offensiva da parte dei russi. Sia nell'aera di Kiev sia a Chernihiv sono proseguiti gli attacchi, con missili e colpi di artiglieria, e non ci sarebbe stato alcun ritiro dei russi su vasta scala. Del resto anche il Cremlino ha ridimensionato oggi i passi avanti: "Non possiamo affermare che ci sia stato qualcosa di troppo promettente" o una radicale "svolta", ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, aggiungendo comunque che Mosca ha considerato "positivo" che Kiev abbia iniziato a delineare le sue richieste per iscritto.

Tricarico ha poi criticato duramente la posizione assunta da Conte sull'aumento delle spese militari verso il 2% del Pil, un obiettivo che il leader del M5s vorrebbe spalmare da qui al 2030, contrariamente a quanto affermato dal ministro della Difesa Guerini, secondo cui l'impegno con la Nato va rispettato entro il 2028. "Al debutto sulla scena politica del Movimento Cinque Stelle, quando Di Maio era il capo politico, la mia Fondazione Icsa fu contattata da loro. Noi ci offrimmo di formare i membri del Parlamento del M5s, per aiutarli a svolgere al meglio il loro mandato. Non si sono mai visti", ha raccontato a Fanpage.it il generale.

Generale dopo i negoziati di ieri sono continuati gli attacchi, la Russia ha anche lanciato missili ipersonici contro obiettivi militari in Ucraina. Era prevedibile?

Il modo di combattere dei russi è un enigma, rispetto alla dottrina che ogni esercito avrebbe adoperato per conseguire gli obiettivi che verosimilmente Putin ha in testa. Queste schermaglie che accompagnano o sono da intermezzo per improbabili tavoli negoziali non ci sorprendono, perché rientrano in questo imperscrutabile modo d'impiego delle forze armate.

Mosca aveva assicurato però che avrebbe drasticamente ridotto le operazioni militari. 

E così sarà, perché l'esercito russo è stanco, ha difficoltà non da poco, può contare su una tenuta morale molto precaria, e questo è un aspetto fondamentale, se lo paragoniamo alla tenuta morale della resistenza ucraina. Oltre ai problemi concreti, disponibilità logistica e vettovagliamento, c'è anche il problema del ricambio, perché una turnazione delle truppe è ineludibile e non si capisce come i russi possano attuarla. Questo è dimostrato dal fatto che stanno raschiando il barile sia dalle loro unità impiegate in altri teatri, sia da quelli che hanno reclutato per la loro causa, come siriani e ceceni.

Si può dire però che l'obiettivo di prendere la capitale sia stato accantonato e che i combattimenti siano ormai concentrati nel Sud e nel Sud-Est?

Non c'è dubbio, sul piano strategico c'è stata una riconsiderazione degli obiettivi e una limitazione dell'ambizione. Sicuramente è diventata velleitaria l'aspirazione di Putin di conquistare l'Ucraina, come passo intermedio in un percorso di carattere imperiale. Putin ha riadattato i suoi obiettivi rispetto alla propria forza, che sta scemando, e contemporaneamente la resistenza ucraina sta aumentando.

Ci sono stati progressi nei negoziati?

Non ci sono stati molti passi avanti. La mia impressione è che siano ancora negoziati fasulli, anche se apparentemente c'è stato un passo avanti, ma è ancora insufficiente per aspirare a raggiungere un cessate il fuoco definitivo. La Turchia ha messo in campo il suo presidente, tuttavia a quel tavolo non sono ancora sedute le persone giuste, perché non sembra che abbiano avuto il mandato dai rispettivi capi di governo di poter condurre una trattativa. Ma a me pare che le questioni siano fondamentalmente due, e che ci stiano girando intorno in continuazione.

Quali sono?

La questione del cuscinetto tra Russia e Ucraina, il Donbass, le sue dimensioni e il suo status. E lo status finale dell'Ucraina, cioè quale grado di autonomia e autodeterminazione e quale grado di assoggettamento, ai russi e all'Occidente, i due contendenti sono disposti a concedere. Su questo la forbice è ancora troppo ampia e bisognerà lavorare sodo. Un conto è se si pensa che il Donbass debba diventare la Repubblica Democratica tedesca di una volta, completamente succube, con una sorta di annessione. Un altro conto sarebbe un'assoluta autonomia del Donbass, sancita addirittura da un referendum. Sono tutti temi che vanno discussi, in modo che Putin possa salvarsi la faccia, perché l'onore e la dignità li ha già persi.

Che peso ha il fatto che la Russia ha detto che accetterebbe un eventuale ingresso dell'Ucraina nell'Ue?

Le dichiarazioni a volte sono cortine fumogene, sono fughe in avanti che spesso non trovano conferma. Tolto dal campo l'ingresso dell'Ucraina nella Nato, che è escluso, nel lungo termine l'ingresso dell'Ucraina nell'Ue credo sia la chiave di volta per il loro futuro. Se fossi al posto di Zelensky lo terrei come punto fondamentale, irrinunciabile, perché in prospettiva l'Unione europea avrà una sua architettura di sicurezza e di difesa. Mi pare che il treno sia partito, anche se è lento, e con la ‘Bussola strategica' la direzione ormai è segnata. Non conosciamo ancora le tappe, né quando saranno raggiunte, ma sicuramente ci arriveremo. Questo darebbe quelle garanzie che oggi Zelensky cerca di trovare, e che sarebbero comunque fasulle, così come è stato fallimentare il Memorandum di Budapest del 1994: in quel caso i Paesi garanti si impegnavano a preservare l'unità territoriale dell'Ucraina, a garantirne la sicurezza, e ad intervenire qualora queste due fossero state minacciate. Abbiamo visto come è andata a finire: uno degli stati garanti, la Russia, ha invaso l'Ucraina, e gli Stati Uniti si sono girati dall'altra parte, e si limitano a fare il tifo. Il Memorandum era un impegno preso che è diventato carta straccia. Ecco perché l'unica strada è l'Europa, in prospettiva. Il processo non sarebbe sicuramente breve, e nel frattempo c'è da augurarsi che l'Ue avrà raggiunto una sua identità nel settore della sicurezza.

Il M5s rimane fermo sul no all'aumento delle spese militari, in contrasto con il resto della maggioranza. Conte sta sbagliando secondo lei?

Non c'è nulla di peggio di una persona incapace, inadatta a svolgere una funzione, ignorante sulla materia che è chiamata a gestire, e allo stesso tempo volenterosa. Così definirei oggi Conte.

Perché?

Conte dice che non è una priorità aumentare il budget della difesa. Ma il concetto di priorità prevede che prendendo tre o quattro situazioni e dovendo decidere quale bisogna affrontare per prima, bisogna conoscere in modo approfondito le condizioni e le esigenze. Ma Conte non sa nulla delle Forze armate, e non è il solo purtroppo. La gran parte dei politici, compreso il leader del M5s, è gravata da un'ignoranza incolmabile, sulle questioni di difesa e sicurezza, nazionali e internazionali. Come può dunque Conte valutare una priorità di intervento? Non è in grado di argomentare la sua posizione. È ‘pregiudicato', perché raramente ho avuto modo di osservare un presidente del Consiglio così insensibile alla sicurezza del proprio Paese. Da presidente del Consiglio si è ostinato nel non delegare le attività di sicurezza a un sottosegretario e ha lasciato che i problemi crescessero a dismisura. Non solo nell'attività corrente, ma anche in quella strategica. Se oggi noi siamo ancora molto indietro rispetto all'edificazione di strutture di difesa verso il pericolo cibernetico lo dobbiamo a una sostanziale inattività della presidenza del Consiglio, e a un presidente incurante di questi temi. Conte inoltre durante il suo governo ha sbagliato, non so quanto consapevolmente, le nomine dei responsabili di vertice, configurando una fragilità mai osservata nel sistema di sicurezza del Paese. Oggi noi stiamo scontando questa sostanziale insensibilità rispetto a questi problemi.

Eppure Conte ha aumentato la spesa militare durante i suoi governi.

Non credo se ne sia accorto. Le Forze Armate sono state fortunate perché non hanno ricevuto negli ultimi decenni l'attenzione della classe politica, soprattutto dopo il 2006. Pur essendo sempre state insufficienti le risorse dedicate al comparto della difesa il mondo militare è stato lasciato sostanzialmente libero di fare le proprie scelte, anche con il poco che hanno avuto sono riuscite a costruire uno strumento militare efficiente. Nel momento in cui la politica se ne occupa senza le dovute conoscenze il rischio che si facciano dei guai irreparabili è dietro l'angolo.

Quale sarebbe il danno?

Quello di togliere la certezza dei fondi a disposizione della difesa. Per come è architettato il bilancio della difesa sono necessarie delle certezze, cioè serve che gli stanziamenti siano costanti nel tempo. Tutti i programmi di armamento ormai sono programmi pluriennali, quindi inserirsi in un nuovo programma significa accendere un mutuo, di 5, 10, 15 o 20 anni. Poi i provvedimenti per il personale, che sono tra i più urgenti, hanno bisogno anch'essi di una certezza di risorse. Se qualcuno sta pensando di fare della difesa quello che è stato fatto con gli 80 euro di Renzi, Quota 100 o con il Reddito di cittadinanza, produrrebbe dei danni irreparabili.

Perché è sbagliato il ragionamento di Conte che propone di raggiungere l'obiettivo del 2% del Pil per le spese militari entro il 2030?

Sono numeri dati a caso, perché non sa ancora cosa c'è da fare. Questi fondi a chi devono essere destinati? All'edificazione dell'Europa? Costruire un'Europa della difesa significa investire dei fondi, ma ancora un'Europa della difesa non è stata disegnata. Che impegno finanziario comporterà per ogni singolo Paese? Quali sono i programmi di armamento? Nessuno lo sa. Va fatto un conteggio accurato. Da decenni gli Stati Uniti ci stanno sollecitando per arrivare a questo standard della Nato, il 2% del Pil. Questo 2% che oggi viene rispolverato, oltre a essere il segno di un'inadempienza perpetuata negli anni dall'Italia è anche una consistente disponibilità finanziaria che deve essere disarticolata nei suoi capitoli di spesa. Bisogna esaminare le esigenze delle Forze armate e gli interventi che servono per portare lo strumento militare italiano a una prontezza e a un'efficienza comparabile con le necessità di oggi. Oggi l'Esercito, tra le tre Forze armate, mi sembra per esempio quella che avrebbe più bisogno di un ammodernamento, con rinnovo mezzi e aumento del personale. Poi anche la Marina e l'Aeronautica hanno le loro necessità. Ma, ripeto, la grande incognita è oggi l'Europa. Conte su quali calcoli si è basato? Sicuramente ha dato i numeri, e questo è irresponsabile.

Perché ce l'ha così tanto con il M5s?

Guardi, quasi al debutto sulla scena politica del Movimento Cinque Stelle, quando Di Maio era il capo politico, la mia Fondazione Icsa fu contattata da loro. Noi ci offrimmo di formare i membri del Parlamento del M5s, per aiutarli a svolgere al meglio il loro mandato. Avevamo proposto una serie di sessioni di acquisizione di informazioni, per poter governare la materia con un minimo di preparazione. Avevano accettato, avevamo organizzato un ciclo di incontri due volte alla settimane, ma non si sono mai visti. La loro è un'ignoranza colpevole, non vogliono studiare, questo non è da Paese civile.

6.179 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views
Immagine

Iscriviti a Evening Review.
Ricevi l'approfondimento sulle news più rilevanti del giorno

Proseguendo dichiari di aver letto e compreso l'informativa privacy