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Spending review, con i tagli arriva la sospensione dell’aumento dell’Iva

Dalla bozza del decreto sulla spending review arriva anche il taglio dell’aumento dell’Iva. L’incremento sarà solo di un punto percentuale rispetto ai 2,5 previsti e partirà dall’anno prossimo.
A cura di Antonio Palma
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Spending review, con i tagli arriva la sospensione dell'aumento dell'Iva

Gli scopi primari della spending review sono due, come aveva detto più volte Monti, infatti,  oltre a quello di lungo periodo dei tagli strutturali alla spesa pubblica, c'è quello contingente del reperire i fondi necessari per non innalzare ulteriormente l'Iva per l'anno prossimo, e dalla prima bozza allo studio del Governo il risultato sembra raggiunto. Tra tagli alla pubblica amministrazione e revisione di spesa, infatti, nel testo approntato dall'Esecutivo, al Titolo V,  si prevede chiaramente uno slittamento all'anno prossimo dei potenziali aumenti dell'Iva previsti ad ottobre come scritto nel decreto Salva Italia. Non solo, dalla bozza di spending review che il CdM dovrà esaminare venerdì prossimo, l'aumento di 2 punti percentuali, previsti dunque da gennaio 2013 per appianare il debito pubblico, verrebbe ridotta ad un solo punto, mentre l'ulteriore aumento dello 0,5% previsto nel 2014 verrebbe completamente abolito.

Impatto economico più elevato di quello preventivato – Insomma, invece di 2,5 punti l'aumento dell'Iva sarà solo di un punto percentuale e non sarà in vigore a partire da ottobre ma solo da gennaio del 2013. Tra i numerosissimi e svariati interventi previsti, però, sono in molti a ritenere che per arrivare all'obiettivo prefissato in realtà l'impatto del decreto sulla spending review sia ben più alto di quello preventivato. Come ha accennato lo stesso Monti negli appuntamenti con le parti sociali e gli enti locali, le sopraggiunte esigenze di finanziamento per il nuovo numero di esodati e per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto in Emilia, hanno fatto si che la cifra lievitasse. Dai 4,2 miliardi inizialmente previsti si è passati ad almeno il doppio se non di più.

L'opposizione dei sindacati sui tagli dei dipendenti pubblici – In realtà la stessa eterogeneità degli interventi previsti dalla spending review e la loro scansione temporale, non permette una valutazione precisa ma solo delle stime approssimative dei costi. Se il settore principale su cui agire nel breve periodo sono la razionalizzazione e i tagli alla spesa di beni e servizi per la P.A. , sul lungo periodo risparmi più corposi sono previsti ad esempio per la sanità e la giustizia con l'accorpamento di ospedali e tribunali, ma anche con il taglio delle province e dei dipendenti pubblici. Su quest'ultimo punto soprattutto la chiara opposizione dei sindacati potrebbero costringere il Governo ad aggiustare il tiro.

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