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Opinioni
Caso Paragon

Sono stato spiato con Paragon, ma nessuno mi ha spiato: il Copasir dirà questo alla fine?

Nell’audizione al Parlamento Europeo, Citizen Lab ha detto che non ci sono dubbi che io sia stato bersaglio dello spyware di Paragon. Il Copasir, nella sua relazione che verrà pubblicata a breve, dirà invece cose molto diverse. Proviamo a capire come mai e cosa sta succedendo.
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Partiamo come sempre, dalle domande. Oggi dalla domanda di Giorgio:

“John Scott Railton di Citizen Lab ha detto al parlamento europeo che sei stato sicuramente spiato da Paragon. Cosa ti aspetti accada ora?”

Mio malgrado, mi tocca ogni volta tornare su questa storia di Paragon.

Se lo faccio, ogni volta, è perché credo sia importante aggiornarti sulle novità relative a questo caso. E perché ritengo che quel che sta accadendo, nel suo piccolo, concorra a raccontare lo stato della della libertà dei media e della democrazia oggi in Italia

Quel che è successo in questi giorni, come ricorda bene Giorgio, è che c’è stata un’audizione sul tema alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo, per gli amici LIBE, sul caso Paragon. Piccola curiosità: in quest’audizione, le vittime non sono state ascoltate, perché il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei e quello dei Popolari Europei – le famiglie europee di Fratelli d’Italia e Forza Italia – ne hanno bloccato le testimonianze. Non chiedetemi perché.

Però, sempre in quest’audizione, hanno parlato, e detto cose molto interessanti, due personaggi che in questa vicenda rivestono un ruolo fondamentale.

Uno è John Scott Railton, ricercatore senior di Citizen Lab, centro di ricerca indipendente dell’Università di Toronto specializzato nello spionaggio informatico, che ha scoperto che lo spyware di Paragon aveva bucato le difese di Whatsapp.

E l’altra, per l’appunto, è Helen Charles, Public Policy Director di WhatsApp, l’azienda di proprietà di Meta che mi ha avvisato con un messaggio di essere stato bersaglio dell’attacco da parte di uno spyware mercenario.

Cos’hanno detto? Uno alla volta.

John Scott Railton ha detto, testuale, che “L’attacco contro Francesco Cancellato è stato effettuato con lo spyware di Paragon, è confermato, lo ha confermato Meta col suo messaggio”

Mentre Helen Charles ha detto che “L’Unione Europea dovrebbe esigere la trasparenza per quanto riguarda i clienti di spyware, richiedendo alle aziende di spyware di conservare le informazioni sui loro clienti e di controllare e fornire i registri delle attività di targeting effettuate attraverso i loro prodotti”.

Sono due punti di vista molto importanti, questi.

Il primo, perché ci conferma che sono stato bersaglio dello spyware di Paragon. E a dirlo non è uno qualunque: è la persona che ha scoperto che Paragon stava infettando i telefoni Android attraverso Whatsapp e che ha informato Whatsapp di questo attacco, consentendo loro di contattarmi.  Ed è lui stesso che, interpellato in esclusiva per gli ascoltatori di Direct, ce lo conferma: "Non ci sono dubbi che Francesco Cancellato sia stato bersaglio dello spyware di Paragon. La notifica di Meta lo rende abbondantemente chiaro”

Il secondo, perché ci conferma che non esiste la benché minima trasparenza né riguardo ai clienti degli spyware, né sulle informazioni relative ai loro bersagli. In altre parole: ci dobbiamo fidare dei governi e delle agenzie di intelligence – ossia di chi compra questi software per spiare le persone – perché registri pubblici e indipendenti, alla bisogna, non ce ne sono.

Questo è successo martedì 13 maggio. Però già che ci sono vi voglio raccontare pure cos’è successo l 14 maggio.  E pure quel che succederà tra qualche giorno, sulle base delle informazioni in nostro possesso.

Il 14 di maggio sono stato ascoltato dalla Commissione Libe del Parlamento Europeo relativamente a un altro tema – oddio: altro fino a un certo punto – quello relativo allo stato dei media in Italia. E già che c’ero, visto che di occasioni istituzionali per far sentire la voce dei bersagli di Paragon ce ne sono poche, ho detto qualcosa anche sul mio caso di spionaggio.

Ho chiesto, come già ho fatto più volte, la solidarietà del governo, che non c’è mai stata.
Ho chiesto di essere ascoltato dalle istituzioni italiane, cosa che non mi è mai stata permessa.
Ho chiesto trasparenza, poiché in questi mesi ho visto fin troppa opacità.
E ho chiesto che il governo davvero ci aiuti a scoprire chi ha spiato me e Ciro Pellegrino, che siano stati loro o meno, anziché provare continuamente a discoplarsi.

In tutta risposta, il parlamentare europeo Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia non ha espresso alcuna solidarietà.
Non ha auspicato che il governo o il Copasir o l’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza mi contatti o mi ascolti, per avere un quadro più completo sulla vicenda.
Non ha nemmeno chiesto che sia fatta piena luce sulla vicenda e che finalmente si possa scoprire chi ha spiato due cittadini italiani, giornalisti per giunta, con uno spyware così invasivo.
No. Procaccini si è sentito solamente in dovere di ricordarmi che “prima di parlare” dovrei aspettare le conclusioni dell’indagine del Copasir, il  Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organo bicamerale del Parlamento italiano che ha il compito di verificare che i servizi segreti operino nel pieno rispetto della Costituzione e delle leggi.  Copasir, ha ricordato, il cui presidente è un esponente del Partito Democratico che si chiama Lorenzo Guerini.

Come se a chiedere chiarezza sulla vicenda sia lesa maestà, o un atto ostile contro il governo.  O peggio ancora, parte di una manovra politica volta a screditarne l’operato.

Ed eccoci a raccontare quel che succederà nei prossimi giorni. Perché già sappiamo perché Procaccini fa riferimento al Copasir. In quanto sappiamo, con ragionevole certezza, cosa dirà il Copasir nel suo rapporto.

Il Copasir non dirà che io sono stato spiato. Probabilmente concluderà che non ci sono prove a sufficienza. Che nel server dei servizi segreti interni, l’Aisi, non c’è traccia del mio numero di telefono. E che quindi, nei fatti, mi sono spiato da solo. O comunque non era Paragon. O comunque non è più cosa che riguarda loro.

Ne prendiamo atto, ovviamente, con grande rispetto per l’attività di questo comitato.
Tuttavia, riservandoci di leggere nel dettaglio quel che hanno scritto, ci teniamo sin da subito a mettere in fila tutto quel che a nostro avviso non torna.

Se non sono stato spiato, come mai il mio numero è stato segnalato da Whatsapp insieme a quello di gente che a quanto pare il governo ha ammesso di aver spiato, come Luca Casarini e Beppe Caccia di Mediterranea?

Se non sono stato spiato, come mai Paragon ha revocato i due contratti col governo italiano, stando alla ricostruzione di due giornali estremamente autorevoli come Guardian e Haaretz? Davvero si revoca un contratto da decine di milioni di euro solo sulla base di qualche indiscrezione giornalistica?

E perché poi quel contratto revocato, viene definito “in essere” dal ministro Ciriani in Parlamento mentre risulta poi essere “sospeso” in via precauzionale solo qualche giorno dopo?

E come mai, se io non sono stato spiato, anche un secondo giornalista di Fanpage ha ricevuto un messaggio analogo al mio da parte di Apple? Due aziende del genere fanno due errori clamorosi con due persone diverse che hanno come uniche cose in comune la professione di giornalista e un contratto con Fanpage?

Secondo John Scott Railton di Citizen Lab è un’ipotesi che non è nemmeno da prendere in considerazione: "Non c'è nessun errore, in questa storia. Non c'è nessun errore da parte di Meta, così come non c'è nessuna possibilità che Cancellato e Pellegrino non siano bersagli di uno spyware. E gli sforzi che si stanno facendo per minimizzare questa storia, senza fare le opportune indagini, sono allo stesso modo abbastanza chiari”.

E ancora: come mai, a quanto ne sappiamo, solo a fine aprile, in coda alla loro attività ispettiva sulla vicenda, il copasir avrebbe chiesto all'Aisi di verificare se il mio numero era nel loro database, se è vero, come dice sempre Scott Ralton nella sua audizione alla Commissione LIBE, che cito quasi testuale “per avere questo genere di informazioni serve il tempo che ci mette una macchina del caffè a fare un espresso” . E giusto per levarci un ultimo dubbio, è stata fatta anche in relazione all’utenza di Ciro Pellegrino?

Altra domanda: il Copasir ha per caso chiesto anche a Paragon di verificare se sui suoi server vi sia traccia della mia utenza e di quella di Ciro Pellegrino? Anche qui, a chiederselo è pure John Scott Railton di Citizen Lab, secondo cui il governo dovrebbe immediatamente chiarire se ai servizi di intelligence risulta Ciro Pellegrino sia stato spiato con Paragon, se avesse a cuore due suoi cittadini spiati e la volontà di fare massima luce su questo caso: "Non posso commentare commentare l'attuale analisi forense del cellulare di Pellegrino, ma posso dire che chiaramente che la notifica a Ciro Pellegrino è chiaramente collegata a quella di Cancellato. E proprio per questo va chiesto immediatamente al governo italiano di chiarire se su Ciro Pellegrino è stata fatta un'attività di spionaggio attraverso Paragon. Ovviamente l'analisi del telefono è ancora in corso, ma basta questa connessione a mio avviso per cominciare a porre delle domande”

E in ultimo: come mai il Copasir non ha ritenuto di alcun interesse ascoltare i bersagli di questo caso di spionaggio? Davvero secondo loro non avevamo nulla di interessante da dire?

Non sono domande tendenziose. Sono piccoli tentativi di far luce attorno una vicenda sulla quale il governo, che ci abbia spiato o meno, vuol far calare il buio.

La diciamo ancora meglio: l’unico modo che ha il governo di discolparsi davvero è aiutarci a capire chi ci ha spiato. Anche perché, giova ribadirlo, se a farlo è stato il governo italiano è molto grave. Ma se a farlo è stato un Paese straniero, o un’agenzia di spionaggio privata che in qualche modo, e senza alcuna autorizzazione, è riuscita a utilizzare i medesimi strumenti in uso alle agenzie di spionaggio italiane, è, se possibile, ancora più grave.  E come dice John Scott Railton, il governo in ognuno di questi casi puoi aiutarci a scoprire chi è stato: "È al governo che bisogna guardare per avere risposte: sia che siano stati i servizi di intelligence nazionali a spiare Cancellato e Pellegrino, sia che siano stati spiati da un Paese straniero su suolo italiano”.

🎧Ascolta l'episodio 16 per l'approfondimento completo.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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