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Sondaggi politici, calo netto della Lega di Salvini, perde quasi mezzo punto in una settimana

L’ultimo sondaggio settimanale pubblicato da Termometro politico mostra una perdita di consenso per la Lega di Salvini, che passa dal 9% all’8,6% (-0,4%).
A cura di Annalisa Cangemi
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Le intenzioni di voto raccolte tra il 3 e il 4 aprile da Termometro politico per questa settimana mostrano una netta caduta della Lega di Salvini, che passa dal 9% all’8,6% (-0,4% in una settimana). Non ne approfitta, però, Forza Italia, che invece di recuperare terreno sull'alleato cala di un decimale: è ora al 7,1%. La differenza tra i due partiti di governo attualmente è di 1.5 punti. Andando verso i primi tre partiti italiani, le variazioni sono minime: FdI in lieve crescita, +0,1%, passa al 27,6%.

Il Pd, secondo partito italiano, è stabile al 19,5%. Mentre il M5s scende lievemente: -0,1% questa settimana, con una percentuale del 15,9%. Azione è al 3,8%, a seguire troviamo Italia viva di Renzi, al 2,9%, e Più Europa, al 2,6%.

C’è già un primo balzo in avanti del movimento firmato da Michele Santoro, Pace Terra Dignità. Settimana scorsa ha esordito con l’1,8% e oggi è già al 2,1%. Cresce leggermente anche Sud chiama Nord di Cateno De Luca (da 0,5 a 0,8).

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La premier Meloni continua a perdere fiducia. Aumenta di 0,7 punti la frequenza di risposta di chi non ha minimamente fiducia in lei (49,2%) e, nel complesso, le risposte positive calano dal 39,3% di settimana scorsa al 38,8% di quest’ultima rilevazione.

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Natalità ancora in calo nel 2023: perché questo crollo?

Secondo gli ultimi dati Istat, relativi all'anno 2023, i nati residenti in Italia sono 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022). La diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). Il numero medio di figli per donna scende così da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi di molto al minimo storico di 1,19 figli registrato nel  1995.

È stato domandato agli intervistati il perché di questo crollo. Tra le varie risposte, spicca su tutte quella riguardante le ragioni econimiche. "I figli costano sempre di più e il welfare a disposizione dei genitori è troppo limitato". Molto staccate le altre risposte. Un 11,4% ritiene che i giovani semplicemente preferiscano fare altre esperienze, almeno fino a una certa età, e non pensano a diventare genitori. Un 17,6% associa questo crollo di natalità, invece, a una cultura edonista, "che spinge i giovani a vedere la famiglia e la genitorialità come negativi". Infine, quasi il 14% ritiene che il problema stia nella cultura del lavoro attuale, che impone di lavorare a tempo pieno e non lascia tempo per fare e curare una famiglia.

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La soluzione più gettonata su cosa si dovrebbe fare per indurre gli italiani a fare più figli sarebbe quella di "incrementare gli aiuti monetari e i servizi per le famiglie, incentivando economicamente e lavorativamente la genitorialità". Una risposta data da addirittura il 62,3%. L’unica altra risposta rilevante è quella che chiede un cambio culturale, ovvero di "invertire la narrazione prevalente" facendo passare un messaggio positivo riguardo la genitorialità. Il resto delle risposte prende percentuali residuali.

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