Scontro in Senato su Referendum e Vigilanza Rai, M5s con i cartelli: “Maggioranza silenzia tutto”

"Vigilanza Rai imbavagliata", "Referendum oscurato", democrazia silenziata". Sono questi i messaggi che si leggevano sui cartelli esposti nell'Aula del Senato dai parlamentari M5S a inizio seduta.
Il capogruppo del Movimento Stefano Patuanelli, in occasione del voto dell'Aula del Senato contro il calendario deciso ieri dalla conferenza dei capigruppo, ha preso la parola per primo: "È inaccettabile che un ministro della Repubblica a cui viene chiesta la presenza in Aula su una vicenda incredibile come quella di Gaza decida di farlo dopo 22 giorni dalla richiesta. Evidentemente è imbarazzante perché non si vogliono scontentare gli amici, anzi i padroni americani", ha detto nell'Aula di Palazzo Madama.
"Abbiamo votato contro questo calendario – ha aggiunto – perché ci siamo stufati dell'arroganza della maggioranza. La ricreazione è finita. Non esiste che si metta nel calendario dell'Aula una riforma costituzionale anche se non si è concluso l'esame in Commissione".
"Si potrebbe lavorare di più in Commissione anche il giovedì e il venerdì, ma invece voi preferite stare a casa" ha gridato rivolgendosi ai senatori della maggioranza che protestavano. "Vogliamo anche denunciare come la Commissione di Vigilanza Rai sia stata silenziata. In prima Commissione poi hanno calendarizzato una norma per far fuori dalla Commissione Antimafia un magistrato antimafia. Certo che ha un conflitto di interessi – ha osservato – perché ha sempre combattuto la mafia e forse questo fa paura".
"E abbiamo votato contro anche per denunciare il silenzio che è stato fatto calare sui referendum", ha concluso. mentre i parlamentari del M5S sventolavano in Aula i cartelli.
I motivi del no dell'opposizione al calendario deciso ieri vanno ricercati soprattutto nella decisione di portare in Aula, senza aver concluso l'esame in commissione, il ddl costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati, e nell'estremo ritardo con cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani riferirà a Palazzo Madama sulla situazione a Gaza.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani infatti terrà un'informativa urgente su Gaza mercoledì 28 maggio. Nella stessa giornata il ministro svolgerà l'informativa anche alla Camera. Le opposizioni avevano chiesto invece al titolare della Farnesina di riferire in Aula il prima possibile.
Altro motivo di protesta è il blocco dei lavori della commissione di Vigilanza Rai, ferma ormai da 7 mesi: proprio lo scorso giovedì, per l'ottava volta, la commissione di Vigilanza Rai si era riunita per confermare l'elezione della presidente Rai, Simona Agnes. Ma ancora una volta i parlamentari del centrodestra non si sono presentati e così non si è raggiunto il numero legale per proseguire. Questa situazione è resa ancora più problematica in vista del referendum dell'8 e 9 giugno, e in vista della tornata elettorale d'autunno, perché la commissione di Vigilanza non può svolgere il suo consueto monitoraggio sulla correttezza e completezza dell'informazione che viene fornita ai cittadini.
"La maggioranza vuole silenziare tutto: vogliono mettere un bavaglio alla commissione Antimafia, escludendo un magistrato antimafia. I ministri che dovrebbero riferire sulla situazione inaccettabile di Gaza scappano. Le riforme sulla giustizia e sul fine vita arrivano in Aula senza che i lavori in Commissione si siano conclusi. La Rai, che teoricamente dovrebbe raccontare questa arroganza al potere, è bloccata, balcanizzata. E del referendum non ne parla nessuno. È una democrazia silenziata", ha scritto poi sui social Patuanelli, a seguito della protesta in Aula.
Anche il Pd si è unito alla protesta: "Noi – ha detto il dem Alessandro Alfieri – abbiamo votato no al calendario per più di un motivo. Il più macroscopico è quello dell'assenza del ministro degli Affari esteri, ancora più strana perché in passato Tajani è stato uno dei più disponibili a venire in aula. Sono invece due mesi che, davanti ai rivolgimenti dello scenario internazionale, con un'iniziativa diplomatica partita ma che vede la Russia non disponibile a un non negoziato di pace vero, con quello che sta accadendo in Medioriente con la fine della guerra civile in Siria e soprattutto con quello che sta facendo Netanyahu nella striscia di Gaza, con tutti questi rivolgimenti Tajani non trova il tempo, fino alla fine di maggio, per venire in quest'aula. È una mancanza di rispetto assoluta che noi vogliamo stigmatizzare ancora una volta. Noi chiediamo la presenza di Tajani nella prima seduta utile del Senato e il voto sulla mozione per il riconoscimento della Palestina. Ieri per la prima volta c'è stata una ‘vibrata protesta' della Presidente del Consiglio, la quale ha detto che ‘forse Netanyahu non sta rispettando i principi del diritto internazionale'. Benvenuta, finalmente Meloni ha aperto gli occhi".
Quindi ha aggiunto: "Un altro grave motivo è un inedito anche sul versante delle riforme, per cui non c'è un precedente nella storia della Repubblica: far arrivare in aula senza mandato al relatore una riforma costituzionale blindata, come quella sulla giustizia. È una forzatura inaccettabile non solo delle regole del gioco ma della Costituzione repubblicana, non si scherza. Ancora: la Vigilanza Rai è bloccata da ottobre. Forse la maggioranza vuole aprire una nuova fase in cui si utilizzano come una clava le riforme istituzionali così da coprire la questione sociale e cioè la totale assenza di iniziative per sostenere i salari e aiutare la sanità pubblica".
Tito Magni, Avs, ha chiesto "perché il governo non interviene per cercare di bloccare questo genocidio? Fa morire di fame persone inermi, impedisce l'arrivo di aiuti" e ha esortato il governo al "riconoscimento dello Stato di Palestina".
A difendere la posizione della maggioranza sulla separazione delle carriere è stato il presidente della commissione Affari Costituzionali Balboni (Fdi) che ha definito "offensiva per tutti i componenti della commissione l'affermazione per cui non avremo voglia di lavorare. Chi si lamenta che lavoriamo troppo sono i suoi colleghi di opposizione, compresi alcuni del suo gruppo. Sulla riforma ci sono state oltre 40 audizioni, decine e decine di interventi su ogni emendamento quasi tutti ostruzionistici, 35 sedute. Di questo passo avremmo concluso il provvedimento a dicembre, l'opposizione voleva che venissimo in aula senza relatore per denunciare il fatto che siamo in aula senza relatore".
Il calendario dei lavori del Senato
Il calendario stabilito ieri dalla capigruppo ha stabilito che il ddl sulla separazione della carriere, all'esame della commissione Affari Costituzionali, arriverà all'esame dell'Aula del Senato mercoledì 11 giugno, anche senza mandato al relatore, nel caso in cui i lavori non fossero conclusi in commissione.
Anche il ddl sulla morte medicalmente assistita è stato inserito nel calendario dell'Aula. In questo caso, su proposta del presidente dei senatori di Fi Maurizio Gasparri, dopo un dibattito in Aula, l'Assemblea ha approvato lo slittamento dell'esame dal 17-18 giugno alla settimana dal 14 luglio.
L'aula del Senato ha bocciato a maggioranza, con voto per alzata di mano, le richieste delle opposizioni di modifica del calendario dei lavori. Non è passata la richiesta di portare in aula il disegno di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento dello Stato di Palestina, non è passata quella di richiedere un anticipo dell'informativa del ministro degli Esteri Antonio Tajani su Gaza, e non è stata approvata la richiesta di una informativa del ministro della Cultura Alessandro Giuli sulle polemiche che lo hanno contrapposto ad alcuni esponenti del mondo del cinema.