Scandalo corruzione all’Ars si allarga, indagata anche assessora Fdi Elvira Amata, Galvagno non lascia

Si allarga lo scandalo all'Assemblea regionale siciliana, che ha coinvolto il suo presidente Gaetano Galvagno (Fdi), indagato per corruzione e peculato: ora sotto la lente della Procura di Palermo, che indaga sui contributi concessi dall'Ars, c'è anche l'assessora regionale al Turismo, anche lei di Fratelli d'Italia, Elvira Amata, accusata di aver elargito finanziamenti a pioggia per eventi e manifestazioni, con particolare riguardo verso il suo bacino elettorale, cioè Messina, sua città d'origine.
"Siamo tranquilli, convinti della estraneità ad ogni addebito", ha commentato alla Dire il legale di Amata, Stefano Campanella. Anche all'assessora, come a Galvagno, è stata notificata una richiesta di proroga delle indagini lo scorso gennaio. Elvira Amata, messinese, è alla guida del Turismo dal gennaio 2023. A inizio legislatura era stata designata alla guida dell’assessorato ai Beni culturali, poi è arrivato lo scambio di deleghe con il compagno di partito Francesco Scarpinato, che in un primo momento era stato posto al vertice dell’assessorato al Turismo. Secondo le ricostruzioni, del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, scrive la Repubblica, in cambio di finanziamenti a gruppi e fondazioni, alcuni imprenditori ‘amici' avrebbero corrisposto una serie di "utilità", per i politici e per i loro collaboratori.
Cannariato lascia Consiglio Fondazione Teatro Massimo
Il nome di Amata compare nell’informativa della Guardia di finanza insieme a quello del suo capo di gabinetto vicario, Giuseppe Martino, e di Valeria Lo Turco, sua segretaria particolare fino allo scorso gennaio. Con Lo Turco, Amata condivideva un appartamento in affitto a Palermo (entrambe sono di Messina) la cui proprietaria risulta la vice presidente della Fondazione Dragotto, e moglie dell'imprenditore, patron di Sicily by car, Tommaso Dragotto, Marcella Cannariato. Quest'ultima è indagata per corruzione dalla Procura nell'ambito dell'inchiesta su finanziamenti pubblici concessi alla Fondazione Dragotto. L'indagine non riguarda il Teatro Massimo, ma proprio poco fa Cannariato si è dimessa dal Consiglio d'indirizzo della Fondazione del Teatro Massimo di Palermo, su richiesta del sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
"Nell'accettare le dimissioni della Dott.ssa Marcella Cannariato dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro Massimo – ha detto il sindaco di Palermo e presidente della Fondazione, Roberto Lagalla – apprezzo le condivisibili e intuibili ragioni che ne hanno motivato la scelta, volta quest'ultima alla primaria tutela della Fondazione, quale più rappresentativa istituzione culturale della città. Alla Dott.ssa Cannariato rivolgo il ringraziamento per il lavoro fin qui svolto".
Il braccio destro di Galvagno era Sabrina De Capitani, che si è dimessa ieri. La donna è considerata il tramite fra il presidente Galvagno e gli imprenditori da cui sarebbero arrivati favori e prebende, e sarebbe stata anche lei gratificata con incarichi professionali. I magistrati che indagano su questo giro di favori che avrebbe portato Galvagno a favorire e finanziare le iniziative proposte da alcuni imprenditori, in cambio di vantaggi per sé o per i propri collaboratori, avevano convocato De Capitani in Procura per interrogarla, ma lei si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
L'assessora Amata, scrive il giornalista di Repubblica Salvo Palazzolo, aveva il suo segretario particolare, Pippo Martino. Marcella Cannariato avrebbe assunto il nipote dell'assessora Amata, e poi avrebbe dato una consulenza legale a Martino da 3mila euro al mese. In un'intercettazione del 10 novembre 2023, a parlare con Martino è Cannariato, che non sapeva di essere ascoltata dalla Guardia di Finanza: la donna chiede l'aiuto per l’organizzazione di un evento a Palermo, Catania e Messina. "Ho bisogno del tuo aiuto", diceva, "Non è che è gratis l'aiuto tuo", aggiungeva poi. Martino aveva risposto accennando a un possibile incarico futuro. I due parlavano, in incontri successivi, di compensi e futuri progetti, definiti da Martino come "la punta dell'iceberg", con la prospettiva di altre iniziative "più importanti" e "grande marginalità".
In un'altra intercettazione, riportata dal Fatto Quotidiano, è Amata a parlare con Cannariato dell’evento ‘Magico Natale', che la procura di Palermo contesta a Galvagno nell’inchiesta. La moglie di Dragotto dice all’assessora al Turismo che per l'evento stipulerà una fidejussione: "Ehi, spettacolo di donna, dimmi tutto", sono le parole dell'assessora. E Cannariato risponde: "Ah niente, l’ho già risolto perché per fare ‘Un Magico Natale', cioè mi si sono presentati personaggi ‘eliminiamo Messina, facciamo questo, facciamo'… ci dissi ‘anche no, io non faccio niente' e questa fu la prima, la seconda… dice ‘no va bene fra 3, 4, forse 5 mesi prenderai 100mila euro indietro', ci dissi' ‘no, io presento una polizza fideiussoria a prima escussione così tutti stiamo tranquilli', "Sì, ma mica te la fanno subito!". "Agli altri non la fanno subito, a me la fanno". "Certo, se tu fai la fideiussione te li possono dare, certo", assicura Amata.
Galvagno: "Non mi dimetto"
"C'è chi mi chiede di fare un passo indietro e chi di fare due passi in avanti. Se domani decidessi di dare seguito alla richiesta di dimissioni finirei per affermare un principio discutibile: quello che un messaggio attraverso canali digitali possa avere più peso della nostra Costituzione. Stiamo parlando di una indagine che non è ancora conclusa e che dovrà passare da uno o più gradi di giudizio. Sono molto prudente", ha detto oggi il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, intervenendo in Parlamento riguardo l'indagine della Procura di Palermo che gli ha notificato un avviso di garanzia per corruzione e peculato.
"Non mi sono mai trovato in una situazione del genere e devo molto misurare qualsiasi genere di intervento – ha aggiunto Galvagno – Rispetto alle dimissioni della mia portavoce (Sabrina De Capitani, anche lei indagata per corruzione, ndr) le auguro di poter dimostrare di avere agito nei confini della legalità. Ho massimo rispetto degli uffici giudiziari che stanno proseguendo nella loro attività d'indagine".
"In attesa della decisione della Procura di Palermo, presidente Galvagno si deve auto-sospendere e nel caso fosse rinviato a giudizio, io non glie lo auguro, si dovrà dimettere", attacca il vice presidente dell'Antimafia siciliana, Ismaele La Vardera, intervenendo in Assemblea regionale.
Pd: "Sistema Sicilia scandalo nazionale"
"Il sistema di spartizione dei fondi pubblici èmarcio. Lo diciamo da tempo e i fatti ci danno ragione. C'è una questione morale su cui è necessario – almeno questa volta – che la politica arrivi prima della magistratura. I tempi per farlo sono strettissimi e ci aspettiamo uno scatto di reni sin da subito da parte dei protagonisti di questa vicenda. Abbiamo denunciato da sempre la singolare continuità nella delega al Turismo di Fratelli d'Italia e nella relazione anche con il ministero del Turismo e con la presenza di alcuni faccendieri che affollano i gabinetti e stanno macchiando l'immagine e la credibilità della regione siciliana", ha detto il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo a proposito dell'indagine per corruzione che vede indagati, tra gli altri, il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, alcuni suoi collaboratori e l'assessore regionale al Turismo, Elvira Amata.
"La vicenda non è più solo l'ennesimo episodio di mala politica regionale – ha spiegato Barbagallo, che sull'argomento annuncia il deposito di un atto ispettivo urgente alla Camera al ministro per gli Affari regionali – ma investe anche il ruolo di controllo dello Stato che troppe volte ha finto di non vedere non impugnando, per calcolo politico, finanziarie regionali bancomat o non intervenendo su scandali colossali che afferiscono alle indagini come, solo per fare un esempio, il disastro di "Agrigento Capitale della cultura 2025″. Il Pd ritiene che servano metodi più trasparenti per la gestione e l'erogazione delle risorse pubbliche. Quando eravamo al governo noi la Tabella H l'abbiamo abolita. Siamo in presenza di un'occupazione militare delle istituzioni in cui anziché esercitare il legittimo diritto di governare si scade nell'arbitrio del potere. Per questo oggi serve, da parte della politica – ha aggiunto il segretario del Pd Sicilia – un sussulto per riprendere percorsi virtuosi, anche a tutela delle istituzioni. Non bastano certo le doverose dimissioni della portavoce del presidente dell'Ars, serve una consapevolezza del ruolo ricoperto nelle istituzioni e una trasparenza che impedisca che anche eventi benefici o iniziative su temi di tragica attualità, come il contrasto ai femminicidi, diventino occasioni di business e strumenti per dividersi risorse e posti".