Salvini riceve il Premio Italia-Israele alla Camera ma tace sui raid a Gaza: polemiche in Parlamento

Di Francesca Moriero e Marco Billeci
Nel giorno in cui l'esercito israeliano ha aperto il fuoco su un accampamento di sfollati nella Striscia di Gaza, uccidendo decine di civili inermi, alla Camera dei Deputati il vicepremier Matteo Salvini ha ricevuto il “Premio Italia-Israele 2025”: la cerimonia si è svolta nella prestigiosa Sala del Cenacolo, con la presenza dell’ambasciatore israeliano Jonathan Peled e di rappresentanti di diverse organizzazioni filo-israeliane promotrici del premio: dall’Istituto Milton Friedman alla Maccabi World Union, dall’Unione delle associazioni Italia-Israele all’Israel’s Defense & Security Forum. Il riconoscimento è stato conferito a Salvini per il suo "coraggio nel rafforzare le relazioni bilaterali tra Italia e Israele", come ha dichiarato Peled, sottolineando la "profonda solidarietà" mostrata dal leader leghista sin dal 7 ottobre. Ma proprio questa dichiarazione d’intenti è bastata a scatenare un’ondata di reazioni durissime dalle opposizioni parlamentari.
Intergruppo per la pace: "Un insulto ai diritti umani"
A prendere immediatamente posizione è stato l'Intergruppo parlamentare per la pace tra Palestina e Israele, coordinato dalla deputata M5s Stefania Ascari. In una nota congiunta, oltre 80 parlamentari hanno denunciato come "inaccettabile" che un rappresentante del governo riceva un premio "alla presenza dell’ambasciatore israeliano, mentre nella Striscia di Gaza si consuma una carneficina quotidiana". L’atto, spiegano, non è un merito ma "una vergogna istituzionale". "Salvini ha stretto la mano insanguinata di Benjamin Netanyahu, figura ritenuta responsabile di crimini di guerra, deportazioni e forme sistematiche di apartheid", si legge nel comunicato, "Questo premio equivale alla legittimazione politica e simbolica di un genocidio in atto".
Fratoianni e Bonelli: "Un premio alla complicità"
La polemica è arrivata anche in Aula. Il capogruppo M5s Riccardo Ricciardi ha parlato di “miseria umana” e di una "lettera ipocrita" quella firmata anche dal governo italiano per condannare le violazioni israeliane, mentre uno dei suoi massimi esponenti riceve un premio per il sostegno a quello stesso governo. Dello stesso tenore l’intervento di Arturo Scotto (Pd), che ha chiesto che il governo riferisca in Aula sul significato politico dell’onorificenza, denunciando il rischio che "di doppia morale muoia un Paese". Il deputato ha ricordato che l’Italia continua a non prevedere sanzioni, né a sospendere il memorandum militare con Israele, mentre civili vengono colpiti mentre sono in fila per l’acqua o rifugiati in luoghi di culto. Fuori da Montecitorio, Nicola Fratoianni (Avs) ha definito l’evento una “oscenità”, affermando che "ogni ora a Gaza muoiono bambini per le bombe, la fame e la sete, e Salvini viene premiato per essere amico e complice di chi questo genocidio lo perpetra". Angelo Bonelli (Avs), dal canto suo, ha parlato di un "insulto alla verità, ai diritti umani e alla coscienza civile", ricordando che il cosiddetto “coraggio” attribuito a Salvini altro non è che "il silenzio complice" di fronte a un massacro quotidiano condannato anche da giuristi e osservatori internazionali. "La premiazione non rafforza alcun legame strategico", ha detto, "ma certifica la complicità del governo italiano in un’escalation che l’ONU ha più volte denunciato".
Boldrini: "Premio inopportuno nelle sedi istituzionali"
Anche Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, ha espresso la propria indignazione: "La Camera non può diventare lo spazio in cui si premiano governi responsabili di crimini di guerra", ha affermato. "Questo tipo di iniziative non dovrebbero mai tenersi in sedi istituzionali, perché ne compromettono la neutralità e il rispetto della legalità internazionale".
Nessun riferimento ai morti: l'assenza di Gaza nelle parole di Salvini

Durante il suo intervento, Salvini ha glissato completamente sulle migliaia di vittime civili palestinesi. Si è limitato a dire che il cessate il fuoco "potrebbe arrivare domani", se Hamas restituisse gli ostaggi. Ha poi bollato come "folle" ogni tentativo di mettere sullo stesso piano "una democrazia come Israele" e "un'organizzazione terroristica come Hamas". Nessun accenno, invece, ai bombardamenti su campi profughi, ospedali, scuole e convogli umanitari. Nessuna parola sulle denunce delle organizzazioni umanitarie o sull’ordine d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro Netanyahu e Gallant. Ironizzando sul premio, Salvini ha concluso dicendo che, dopo questo riconoscimento, "ormai mi resta solo lo spaccio di droga come reato imputabile". Un commento che ha ulteriormente infiammato il clima.
Lega: "Sempre al fianco di Israele"
In risposta alle critiche, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ha rivendicato con orgoglio il premio ricevuto dal leader del partito: "La Lega è da sempre coerente nel suo sostegno a Israele, e combatte ogni forma di antisemitismo". Anche qui, nessuna parola sulle vittime palestinesi o sulle violazioni del diritto umanitario documentate da ONU, Amnesty International e Human Rights Watch.
Il caso del “Premio Italia-Israele 2025” pone una domanda centrale alla politica italiana: si può condannare a parole una guerra, chiedere il cessate il fuoco, firmare lettere internazionali contro l’uccisione di civili, e allo stesso tempo premiare chi sostiene incondizionatamente il governo che quella guerra la porta avanti? Le opposizioni parlano apertamente di una "doppia morale" e chiedono atti concreti: la sospensione delle forniture militari, l’embargo sulle armi, la rottura del memorandum di cooperazione militare con Israele. Senza questi gesti, ogni dichiarazione resta vuota. E mentre la politica si divide, a Gaza si continua a morire.