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Rottamazione quinquies, cosa sappiamo della proposta di Salvini in cantiere per la Manovra 2026

Prende forma il cantiere della manovra 2026: tra le nuove misure in programma, la Lega di Salvini continua a spingere sulla quinta rottamazione delle cartelle in dieci anni, senza sanzioni e senza interessi. Ma secondo il viceministro all’Economia Leo l’ipotesi più plausibile è quella di attivare una rottamazione selettiva, e non per tutti, come avrebbe voluto in origine Salvini, escludendo i debitori seriali.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il vicepremier della Lega Matteo Salvini ieri è tornato a spingere sull'ipotesi rottamazione quinquies, misura che dovrebbe finire nella prossima legge di Bilancio. La proposta della Lega è quella di una rateizzazione delle cartelle in dieci anni senza sanzioni e senza interessi. L'idea allo studio del governo è quella però di escludere i "debitori seriali".

"Abbiamo uno spread che ormai si sta avvicinando ai minimi termini, stiamo raggiungendo i francesi, un governo stabile, la Borsa ai massimi, l'occupazione ai massimi. C'è una situazione economica discreta, non siamo qui a festeggiare: dobbiamo osare. La pace fiscale significa liberare alcuni milioni di lavoratori da un sequestro di queste cartelle esattoriali. Lo Stato incassa, i cittadini tornano a pagare. Non penso che debba essere una priorità per la Lega ma per tutto il governo. Ne ho già parlato con il ministro Giorgetti e sono convinto che la portiamo a casa", ha detto ieri Salvini.

Come sarà la quinta rottamazione delle cartelle

L'idea sarebbe quella di una rateizzazione dei debiti con il fisco in dieci anni, senza sanzioni e senza interessi: il Carroccio propone una rottamazione in 120 rate in 10 anni. L'obiettivo è aiutare il ceto medio, quindi l'idea del governo è probabilmente quella di concentrarsi su una fascia di reddito che va tra i 30mila e i 70mila euro, escludendo però i contribuenti che hanno aderito alle precedenti rottamazioni e che poi non hanno saldato le rate.

Cosa pensano Forza Italia e Fratelli d'Italia della rottamazione quinquies

Sulla proposta hanno mostrato un'apertura gli alleati di governo, Fdi e Fi, anche se il viceministro Leo (Fratelli d'Italia) sarebbe più propenso a una rottamazione selettiva e non per tutti, come avrebbe voluto inizialmente Salvini, per un problema di coperture: una soluzione più allargata comporterebbe una spesa di altri 3-4 miliardi. Se la quinta sanatoria delle cartelle sarà effettivamente selettiva i costi sarebbero quindi inferiori ai 4 miliardi stimati.

Anche secondo Forza Italia il perimetro della rottamazione immaginata dalla Lega è troppo ampio, e andrebbero garantiti dei paletti per assicurare la sostenibilità finanziaria del provvedimento.

"Visto che una rottamazione l'abbiamo già fatta riaprendo i termini per chi aveva avuto la decadenza, noi abbiamo sempre detto che bisogna completare la riforma fiscale per dare un segnale forte al ceto medio, che è quello che tiene in piedi l'Italia, che sostiene i consumi ed è fondamentale per far girare l'economia", ha detto all'Adnkronos Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, commentando le parole del leader della Lega, Matteo Salvini.

"Se ci sono le possibilità, possiamo anche pensare a un'ipotesi di rottamazione: non abbiamo mai detto di essere totalmente contrari. Ma se dovessimo scegliere, sceglieremmo di andare avanti con la riforma fiscale, passando dal 35 al 33% per l'aliquota che va da 28mila a 60mila euro. La priorità è completare la riforma fiscale, ma se ci sono le risorse, ben venga. Bisogna capire se ci sono le condizioni per fare tutto", ha affermato l'esponente azzurro.

Tra le formule al vaglio nelle ultime settimane c'è quella di non prevedere alcuna sanatoria per le mini cartelle sotto mille euro e una rateizzazione meno lunga. Ma servirà tempo per capire come si comporrà il quadro della prossima legge di Bilancio, che prenderà realmente forma solamente in autunno.

La premier Giorgia Meloni ha ribadito più volte che, dopo il taglio del cuneo fiscale e contributivo per i redditi fino a 35mila euro operato con le ultime due manovre, ora il governo intende concentrarsi sulla riduzione della pressione fiscale sul ceto medio. Forza Italia da tempo propone di abbassare l'aliquota fiscale dal 35 al 33% per i redditi fino a 60mila euro. Per raggiungere l'obiettivo servirebbero circa 4 miliardi.

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