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Rodotà querela Alfano: “Ha falsificato mie dichiarazioni sui No Tav”

Il professore annuncia di voler querelare Alfano, Libero e Il Giornale: “Una mia dichiarazione su una lettera di brigatisti è stata deliberatamente falsificata”.
A cura di Redazione
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Tutto parte da una constatazione, fatta nel corso di un ragionamento più ampio per la verità, di Stefano Rodotà sulla lettera dei brigatisti ai No Tav nella quale si chiedeva loro "un salto in avanti" (in realtà vi abbiamo raccontato dei molti dubbi che sembrano esserci intorno alla composizione della missiva). Il professore infatti aveva detto che tali concetti sono "deprecabili ma comprensibili e non devono contribuire a derubricare la realizzazione dell'opera a una mera questione di ordine pubblico". Immediata era stata la replica del ministro dell'Interno Angelino Alfano: "Queste parole sono gravissime, le condanno duramente e mi auguro che Rodotà le rettifichi. Mi pare intollerabile che un candidato alla presidenza della Repubblica abbia potuto dire questo". Peraltro Alfano era stato solo il più autorevole fra i "critici" di Rodotà, dal momento che condanne alle sue parole erano arrivate anche da formazioni politiche teoricamente a lui più vicine.

Stamattina però Rodotà è tornato sull'argomento spiegando di aver intenzione di querelare Alfano, Libero e Il Giornale (che erano entrati a gamba tesa): "Ho dato mandato perchè siano esercitate le opportune azioni legali nei confronti di Libero e de Il Giornale, e del ministro Alfano, le cui imprudenti dichiarazioni sono all'origine di una vicenda gravemente lesiva della mia onorabilità". Spiega il professore: "Una mia dichiarazione su una lettera di brigatisti è stata deliberatamente falsificata da alcuni organi di stampa e esponenti politici, malgrado le mie immediate, chiarissime, non equivoche precisazioni, che peraltro non sarebbero state necessarie se le mie parole fossero state lette con onestà intellettuale […] Aggiungo che la violenza di molti interventi di politici, che non hanno adempiuto al dovere di informarsi prima di parlare, mi ha confermato nell'opinione che siamo di fronte a veri atti di barbarie, per la mancanza di rispetto per la verità e per una storia personale che non ha mai avuto cedimenti nei confronti di qualsiasi forma di violenza, testimoniata anche dalla mia costante adesione alla logica della fermezza nei confronti delle Brigate Rosse".

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