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Rodotà: “Convenzione per le riforme è attacco a Costituzione, non la guiderò io”

Il professore risponde alle domande de Il Fatto sulla possibilità di diventare Presidente della Convenzione per le riforme: “Non ci penso, la Convenzione è attacco a principi costituzionali”.
A cura di Redazione
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"La cancellazione del discrimine sinistra destra è un modo per eludere le grandi questioni. La sinistra è l'eguaglianza, la capacità di guardare al mondo globale dal punto di vista dei diritti, è la capacità di riconoscere elementi che non possiamo ridurre né a merci né ad elementi di potere". Comincia con una rivendicazione della sua appartenenza il breve colloquio con i giornalisti di Stefano Rodotà riportato sulle pagine del sito de Il Fatto Quotidiano, a margine dell'incontro al teatro Eliseo di Roma organizzato dalla rivista Left. Nel breve colloquio, Rodotà si dice anche non disponibile a guidare la Convenzione per le Riforme che dovrebbe ridisegnare l'architettura istituzionale del Paese: "Non sono assolutamente disponibile a guidare la Convenzione per le riforme istituzionali, un organismo che rappresenta un rischiosissimo attacco ai principi costituzionali. La Convenzione è un cattivo servizio alla politica costituzionale, esattamente all’opposto di quello che si dovrebbe fare: rimettere al centro dell’attenzione il Parlamento".

Dunque non sarà il Professore a guidare la Convenzione fortemente voluta da Napolitano ed anticipata dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, come pure si pensava da qualche giorno. Resta ovviamente l'autocandidatura di Silvio Berlusconi, con tutto il codazzo di polemiche e prese di distanza (di cui abbiamo parlato qui).

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