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Ricci a Fanpage.it: “Con il caro-energia i Comuni dovranno aumentare le tasse, Pnrr a rischio”

Il sindaco di Pesaro, il dem Matteo Ricci, lancia l’allarme ai nostri microfoni sul caro energia: “Con questi costi, senza interventi del governo, saremo costretti a tagliare i servizi o aumentare le tasse”.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Se il governo non interviene, con questo caro-energia i Comuni saranno costretti a spegnere le luci, ridurre i servizi e tagliare il personale. A rischio poi c'è anche l'attuazione del Pnrr". A lanciare l'allarme ai microfoni di Fanpage.it è Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, nonché coordinatore di tutti i primi cittadini del PD e presidente di Autonomie locali italiane. L'esponente dem attacca il governo e in particolare il ministro dell'Economia Daniele Franco. Il suo ministero, infatti, ieri sera ha dato parere negativo a un emendamento al dl Bollette che lasciava la possibilità ai Comuni virtuosi di utilizzare l'avanzo di bilancio per far fronte alla crisi energetica. Una scelta che viene ritenuta da Ricci "sbagliata" e "controproducente".

Sindaco, perché il governo vi impedisce di usare gli avanzi di bilancio per affrontare il caro-energia?

Quello che è successo è abbastanza sconcertante: in una situazione del genere le forze politiche avevano chiesto con un emendamento preparato dall'Anci l'utilizzo degli avanzi di bilancio da parte dei Comuni virtuosi. Chi ha soldi che rimangono in bilancio dall'anno precedente deve poter spendere, così come è stato fatto negli ultimi due anni per far fronte alle spese Covid. Si trattava di una emergenza allora e c'è un'emergenza anche adesso. Probabilmente, infatti, si dovrà far i conti con il problema energetico per tutto l'anno. Ma il governo e il ministero dell'Economia hanno detto di no alla proposta.

Perché?

Dicono che occorrono delle coperture, nonostante questi soldi siano dei Comuni. Si tratta di una spiegazione abbastanza incredibile: se quei soldi sono nei nostri bilanci non si capisce perché lo Stato debba prevedere una copertura, a meno che non si usino soldi dei Comuni per coprire il disavanzo pubblico. Quest'ultima opzione, però, è difficilmente comprensibile anche da un punto di vista tecnico. Io ritengo la scelta sbagliata e assolutamente controproducente. Noi sindaci stiamo incalzando il premier Draghi e il ministro Franco, spiegando che così i rischi sono elevati.

Cosa si rischia?

Di tagliare i servizi, ridurre il personale e aumentare le tasse locali. Abbiamo calcolato che per far fronte all'aumento del costo dell'energia per Comuni e province serva un miliardo. Per il momento a mala pena sono stati messi dal governo 200 milioni. Al momento ne mancano 800. Solo l'illuminazione pubblica è aumentata del 35%. Il costo dell'energia, poi, difficilmente calerà nelle prossime settimane, vista la giusta decisione dell'Europa di far a meno delle forniture russe. Così, quindi, le risorse non bastano e l'esecutivo lo sa da mesi: non è da oggi che chiediamo più fondi. Io condivido quanto detto da Draghi di cominciare a risparmiare sul riscaldamento e sui condizionatori: penso che sia giusto, dobbiamo fare il possibile. Ma i Comuni sentono forte l'impatto dell'inflazione in maniera devastante: così non si può andare avanti.

Quali servizi rischiano di venir meno in particolare?

Il costo energetico impatta sulla spesa in parte corrente e la prima sono i servizi sociali ed educativi. Quindi rischiamo di dover tagliare a partire da disabilità, aiuto ai più deboli e agli anziani, scuole, asili e nidi. E poi, i rincari pesano sull'illuminazione e il riscaldamento/condizionamento di edifici comunali, musei, biblioteche, impianti sportivi e piscine. C'è inoltre da dire che i Comuni hanno una parte dei servizi gestita in appalto, data esternamente. In tutte le gare c'è l'adeguamento Istat e se quest'anno l'inflazione sarà del 6%, noi dovremmo aumentare quelle voci di bilancio del 6%. Così saltano i bilanci. Aggiungo che si rischia anche di avere problemi con la messa a terra del Pnrr.

Cioè?

Perché si rischia di dover tagliare sul personale. I Comuni sono i principali soggetti attuatori del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Se non abbiamo il personale per metterlo a terra e non possiamo assumere nuove persone, perché non abbiamo i soldi per le bollette, come facciamo a realizzare i progetti? Quindi il problema riguarda i bilanci comunali, la possibile ricaduta per le famiglie e la politica economica nazionale. Rischiamo di rallentare ulteriormente una messa a terra del Pnrr che è già molto lenta e complicata.

Quindi chiedete al governo di fare marcia indietro?

Chiediamo a Draghi di intervenire subito e in generale all'esecutivo di dare più risorse ai Comuni. Tra l'altro quelli che hanno avanzi di bilancio sono una minoranza, almeno loro devono poter spendere liberamente in una situazione del genere. Non vorrei che passasse un segnale che non va bene e cioè che un Comune virtuoso che non fa debiti viene penalizzato. Così si potrebbe pensare che conviene fare i debiti.

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