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Renzi: “Se si vuole, legge elettorale pronta entro il 30 gennaio”

Renzi intervistato a Otto e Mezzo. Sulla legge elettorale: “Troviamo una soluzione insieme. Senza diktat, ma confrontiamoci serenamente ma velocemente. Aspetto che gli altri partiti rispondano. Siam passati dal Senato alla Camera, se si vuole entro il 30 gennaio si può”.
A cura di D. F.
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Jobs Act e legge elettorale. Sono queste le due priorità del segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, che a Otto e Mezzo ha spiegato: "Il 2 gennaio abbiamo scritto una lettera: qui ci sono delle proposte di legge elettorale. Troviamo una soluzione insieme. Senza diktat, ma confrontiamoci serenamente ma velocemente. Aspetto che gli altri partiti rispondano. Siam passati dal Senato alla Camera, se si vuole entro il 30 gennaio si può". E ancora: "Alfano ha dato la disponibilità su una delle tre proposte. Può andar bene, vedremo i numeri alla fine e decideremo. La legge elettorale spagnola, agevola i partiti più grandi, il bipartitismo. La legge a doppio turni favorisce di più i piccoli. Il Pd perseguirà quello più realizzabile. Ma Alfano alle amministrative sta con Berlusconi. A Grillo ho detto: volete fare una cosa seria? Un miliardo di tagli alla politica? Ma anche lì, nei cinque stelle, le vedremo delle belle". Ma oggi il sindaco di Firenze si è incontrato anche a pranzo con l'ex premier Mario Monti: "Abbiamo parlato di Europa. Io – ha raccontato Renzi – condivido molto un suo pensiero: smettere di vedere la Germania come il nostro avversario. Se dobbiamo mettere a posto i conti, non è colpa della Merkel".

Il segretario democratico è tornato anche sulla querelle con Fassina, dimessosi sabato dopo una battuta di Renzi ("Fassina chi?): "Fassina ha fatto un gesto politico. La battuta era un pretesto. Non credo che siamo all'asilo, sa quante battute ho preso dallo stesso Fassina? Se si pone un problema politico, si viene in direzione e se ne parla. E' legittimo pensarla diversamente da me, ma se votano tre milioni di persone e io prendo il 70% sarà il caso di fare quello che la gente vuole". Il sindaco di Firenze è intervenuto anche sulla politica economica e il vincolo del 3% come rapporto deficit-pil: "Non dico che bisogna sforare. Se facessimo legge elettorale, tagli alla politica e ai partiti, riforme di Senato e provincie, potremmo cambiare le carte in tavola anche in Europa. La Germania e la Francia all'inizio degli anni 2000 lo hanno sforato, ma avevano un progetto. Non sono per i conti in libertà, ma per fare le cose sul serio".

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