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Renzi contro Alfano: “Se non riesce a prendere il 5% non possiamo bloccare tutto”

Stoccata di Renzi ad Alfano sulla soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale secondo il modello tedesco: “Se dopo anni che sei stato al governo non riesci a prendere il 5%, è evidente che non possiamo bloccare tutto”. Il ministro replica: “Renzi insulta, ma sfugge alla domanda cruciale: fa cadere anche il governo Gentiloni o no?”.
A cura di Susanna Picone
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“Se quelli non prendono il 5% e stanno fuori non è un dramma. Se dopo anni che sei stato al Governo e hai fatto il ministro di tutto non prendi il 5% non possiamo bloccare tutto”. Con queste parole il segretario del Pd Matteo Renzi ha commentato le accuse del leader di Alternativa Popolare e attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano. Mentre si stringono i tempi sulla riforma della legge elettorale che andrà in discussione in Aula alla camera il 5 giugno prosegue quindi la polemica all’interno della maggioranza. Il tema sta creando grosse tensioni in particolare tra Ap e il Pd.

Botta e risposta Alfano-Renzi – “Assistiamo divertiti – aveva attaccato il ministro Alfano – a queste dichiarazioni sul potere di ricatto e di veto dei ‘piccoli partiti’. Incredibile. Fin qui i governi li ha fatti cadere solo il Pd, peccato fossero i propri. Letta, Renzi e adesso vedremo se indurrà anche Gentiloni alle dimissioni oppure lo sfiducerà. In tutti e tre i casi, il segretario del Pd è sempre lo stesso”. Dichiarazioni che hanno poi portato alla replica di Renzi. “Io impaziente? –  ha aggiunto l’ex premier rispondendo al ministro – io potevo restare a Palazzo Chigi e invece me ne sono andato…ho l'impressione che sono loro che hanno paura ma non è accettabile il veto dei ‘piccoli'”.

La controreplica di Alfano – Il ministro degli Esteri ha subito risposto alle parole di Renzi da Vespa: “Il segretario dem insulta, ma sfugge alla domanda cruciale: fa cadere anche il governo Gentiloni oppure no?”.

Per Renzi voto possibile a ottobre – Renzi, intervenendo al programma “Porta a Porta”, ha parlato quindi della possibilità del voto a ottobre: “Il terrorismo psicologico sulla necessità di un decreto a luglio, ce lo chiede l'Europa, è una barzelletta. Teoricamente si può votare ad ottobre, succede in Germania e in Austria, non si rischia esercizio provvisorio. Poi si può votare anche in primavera”, ha detto l’ex premier negando anche il rischio di instabilità. “Il Pd è partito serio”, ha quindi aggiunto il segretario.

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