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Referendum, PD in piazza per il Sì. Renzi alla minoranza Dem: “Non falliremo come voi”

In piazza anche Gianni Cuperlo, che però avverte Renzi: “Se non cambia la legge elettorale saremo costretti a votare NO”.
A cura di Davide Falcioni
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Si sta svolgendo in queste ore la manifestazione del Partito Democratico a sostegno del Sì al referendum sulla riforma della Costituzione che si terrà il prossimo dicembre. Sul palco campeggia la scritta "La Piazza è del Popolo" e, in attesa della chiusura del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, si sono alternati gruppi musicali ed interventi di cittadini. In una bella giornata di sole sono arrivati migliaia di militanti del PD da tutta Italia grazie agli oltre 300 autobus e ai sette treni charter messi a disposizione dall'organizzazione. In uno di questi ha viaggiato anche  Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, che è giunta a Roma insieme ad altri  600 cittadini partendo dalla stazione di Firenze Campo Di Marte. Da Milano sono invece partiti il vicesegretario del Partito Democratico Lorenzo Guerini e il sindaco Giuseppe Sala.Matteo Orfini, presidente del PD, ha accolto i militanti in arrivo in pullman ad Anagnina, da dove poi i manifestanti hanno proseguito in metropolitana.

Il dato politico più rilevante è però la presenza in piazza di una parte della minoranza del PD. Tra questi anche Gianni Cuperlo, che ha dichiarato: "Un pezzo di sinistra presente in piazza per ridurre le distanze e accorciare le differenze. Ci sono per rispetto del popolo PD", ha spiegato. Riguardo l'atto politico chiesto al segretario Matteo Renzi sulla legge elettorale, come condizione della sinistra Pd per sostenere il Sì al referendum, Cuperlo ha aggiunto: "Se questo atto non dovesse esserci, saremo costretti a non sostenere questa riforma". Non è presente invece Pier Luigi Bersani, che il prossimo 7 novembre sarà in piazza per il NO a Siracusa in occasione della manifestazione ‘Sud e lavoro. Riforme e democrazia'. Assente, naturalmente, anche Massimo D'Alema, che negli ultimi mesi non ha fatto mancare il suo sostegno alle ragioni del No.

Nel suo discorso di chiusura della manifestazione Renzi ha dichiarato: "Perché si dice di No? Perché non l'ho pensata io, sostiene la vecchia guardia che dice ‘se la scrivevamo noi sarebbe stata meglio', può darsi, il punto è che non l'hanno scritta, l'hanno discussa, contestata, chiacchierata, digerita e poi si sono dimenticati di scriverla. Il fatto che voi avete fallito non vuol dire che dovete far fallire noi". Nelle sue parole, Renzi ha più volte criticato la minoranza interna al partito, in parte schierata per il No, oltre ovviamente al Movimento Cinque Stelle e alla Lega di Salvini. E rivolgendosi alla piazza: "Io vi propongo 5 serate, una pizza con i condomini, i colleghi e gli proponete il quesito. Noi vogliamo convincere quante più persone ma in questo tempo di odio, di violenza e intolleranza, di insulti per chi vota Sì, facciamo vedere che il Pd costruisce una comunità in Italia, non accetta che diventiamo codici fiscali. Non fate politica nei circoli, chiusi a chiave dentro gli equilibri interni ma spalancate le finestre al mondo fuori. Basta litigi, discussioni riprendiamoci il paese". Il segretario del PD ha poi risposto alla richiesta della sinistra del partito: "La legge elettorale è stata per settimane il tema di discussione e voi sapete che secondo me è un tema ingiusto perché a mio giudizio questa legge va bene, ma compito di chi fa politica è farsi carico di altri. E allora non abbiamo aperto ma spalancato le porte sulla legge elettorale. Ora non si usi la legge elettorale come alibi perché siamo pronti a cambiarla. Il punto non è più questo ma è se vogliamo continuare a guardare soltanto la nostra storia o ci va di parlare finalmente del futuro del Paese".

Renzi a Orban: "Quando parla dell'Italia si sciacqui la bocca"

Per finire il Presidente del Consiglio ha replicato al presidente ungherese Orban: "Quando Orban dice che il problema è l'Italia ricordo a Orban che l'Italia è tra i paesi non solo contributori ma si è messa in gioco per garantire la libertà. Prima di parlare dell'Italia si sciacquino bocca".

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