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Reddito più basso e prezzi più alti, il sondaggio mostra le paure degli italiani per il 2026

Il nuovo Eurobarometro mostra che gli italiani sono nettamente i più timorosi, nella zona Euro, per quanto riguarda l’inflazione nel 2026. E anche sulle entrate del prossimo anno: uno su quattro si aspetta di guadagnare meno. La moneta unica ormai è vista come positiva, ma con meno entusiasmo rispetto ad altri Paesi.
A cura di Luca Pons
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Gli italiani sono la popolazione più timorosa di tutta l'Eurozona, quando si parla delle proprie tasche. Questo almeno è ciò che emerge dal nuovo sondaggio Eurobarometro, pubblicato dalla Commissione europea a inizio mese. Nessuno più dei cittadini italiani ha paura che l'inflazione torni a salire, il prossimo anno; e nessuno è così pessimista quando si parla dei guadagni nel 2026, visto che quasi uno su quattro pensa che scenderanno, mentre appena uno su dieci crede che aumenteranno.

Il sondaggio riguarda anche il rapporto con la moneta unica. Non si può dire che gli italiani siano euroscettici, dato che circa due su tre vedono l'euro come un fattore positivo per il proprio Paese. Ma certo c'è meno entusiasmo, se si fa il confronto con la maggior parte degli altri Stati che l'hanno adottato.

Nel 2026 si guadagnerà meno e i prezzi saliranno di più

Una delle domande di contesto fatte dai sondaggisti, prima di affrontare la questione della moneta unica, riguarda proprio il reddito familiare. In poco più di mille telefonate con cittadini italiani in un campione rappresentativo, il 28% ha detto che ha guadagnato meno rispetto all'anno scorso. Questa è la seconda percentuale più alta in assoluto tra i Paesi interpellati, seconda solo alla Grecia con il 31%.

Insomma, più di uno su quattro afferma di stare peggio, a livello economico. E forse anche più significativo è quanti dicono di stare meglio: appena il 10% dice che ha avuto un reddito più alto dell'anno prima. Questo è il risultato nettamente più basso di tutta l'Eurozona, dato che al penultimo posto si piazza l'Irlanda con il 16%, contro una media europea del 22%.

Le cose non cambiano se si parla delle aspettative per il futuro. Quasi uno italiano su quattro, il 23%, si aspetta di ritrovarsi con un reddito più basso. Alla pari con la Grecia e ben al di sopra del dato europeo, del 14%. E solamente l'11% pensa che guadagnerà di più. Qui il distacco è ancora più ampio: il secondo Paese più ‘pessimista' è la Finlandia, dove comunque si aspetta un reddito più alto il 20% degli abitanti, quasi il doppio dell'Italia.

Le stesse aspettative negative si riflettono anche se si parla dell'inflazione, cioè dei prezzi. Dopo il picco raggiunto nel 2022-2023, gli ultimi due anni hanno visto i prezzi rallentare parecchio. Ma gli italiani continuano a temere che il tasso di inflazione tornerà a salire. Addirittura l'84% degli intervistati pensa che sarà più alto di quest'anno. È una percentuale altissima: la media europea è al 50%.

Italiani ‘tiepidi' sull'euro: per quasi il 30% è un male

La sezione centrale del sondaggio è dedicata al rapporto con l'euro. A oltre vent'anni dalla sua introduzione, gli italiani hanno ormai ampiamente accettato la moneta unica, anche se non tutti sono convinti che sia una bene.

Infatti, ‘solo' il 61% dice che è una "cosa buona" per l'Italia. La media europea qui è al 70%. I sostenitori più convinti dell'euro sono i Finlandesi con l'87%, seguiti dagli irlandesi all'84%.  Dall'altra parte, il 29% degli italiani ritiene che la moneta unica sia negativa per il proprio Paese. Al primo posto tra gli euroscettici ci sono i croati con il 51% (la Croazia ha adottato l'euro solo dal 2023), mentre sostanzialmente alla pari con l'Italia ci sono Cipro (29%), Grecia, Paesi Bassi (28%) e Spagna (27%). La media è del 22%.

Se si parla di aspetti simbolici, solo il 36% degli italiani si sente "più europeo" a causa dell'euro, contro una media del 53%. E anche andando nel pratico, l'entusiasmo è minore. Il 71% degli italiani pensa che la moneta unica abbia reso più facile confrontare i prezzi e fare acquisti in Paesi diversi, anche online, mentre per gli europei il dato è dell'81%. Con la moneta unica è diventato più semplice ed economico viaggiare? Solo per il 44% degli italiani. Qui la media generale è al 54%.

Il sostegno al Pnrr e la richiesta di lavorare insieme sull'economia

Infine, ci sono due aspetti su cui i cittadini italiani si rivelano più europeisti degli altri, in un certo senso. Il primo è la domanda sul coordinamento tra i governi dell'Ue, quando si parla di politiche economiche e di bilancio. Ben l'82% pensa che bisognerebbe lavorare di più in modo coeso e coordinato, mentre appena il 4% dice che servirebbe più autonomia. Le medie europee vanno nella stessa direzione, ma sono meno estreme: il 66% a favore di più coordinamento, il 12% contro.

Il secondo aspetto su cui gli italiani sono decisamente favorevoli all'Ue sono i fondi di sostegno erogati dopo il Covid. Ovvero quello che per l'Italia – il beneficiario che ha preso più soldi in prestito in assoluto – è stato il Pnrr. L'82% pensa che quelle misure siano state positive, contro una media europea del 67%.

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