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Reddito di cittadinanza, pensioni, contratti: il decreto Lavoro del governo Meloni è pronto

Nel nuovo decreto Lavoro, che arriverà a breve in Consiglio dei ministri, ci sono una serie di misure che porteranno cambiamenti importanti: la riforma del reddito di cittadinanza, la revisione dei contratti a termine, gli incentivi per l’assunzione degli under 30 e molto altro.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone

Il decreto Lavoro del governo Meloni è praticamente pronto. Reddito di cittadinanza, pensioni, contratti, assegno unico. Nel provvedimento c'è veramente di tutto. Almeno 40 articoli, secondo l'ultima bozza che circola in queste ore, e tanti temi affrontati. Il ministero del Lavoro sta lavorando al testo da mesi, tanto che i primi annunci risalgono all'inizio di gennaio. Si era detto allora che il decreto con la riforma del reddito di cittadinanza sarebbe arrivato entro fine mese. Poi i rinvii e l'idea di inserire nel provvedimento sempre più misure, tanto che potrebbe esserci – ma la notizia non è confermata – già il taglio del cuneo fiscale annunciato con l'approvazione del Def. Non ci sarà, invece, il ripristino di Opzione donna nella forma originale.

Con la riforma del reddito di cittadinanza arriva la Garanzia per l'inclusione

La misura più importante è senz'altro la riforma del reddito di cittadinanza. L'aiuto destinato alle fasce più povere si sdoppierà: da una parte i nuclei familiari occupabili, dall'altra i non occupabili. Inoltre la soglia Isee per richiederlo scende a 7.200 euro dai 9.360 previsti, tagliando fuori centinaia di migliaia di persone.

Per chi non può lavorare arriverà la Garanzia per l'inclusione, che prevede un assegno di massimo 500 euro per 18 mesi rinnovabili per altri 12. Parliamo di chi ha nel proprio nucleo familiare un minore, un anziano over 60 o una persona disabile. Per chi invece può lavorare e non ha nel proprio nucleo nessuna persona appartenente a queste categorie, scatta la Garanzia per l'attivazione lavorativa: massimo 350 euro al mese per 12 mesi, non rinnovabili.

Inoltre chi prende il reddito di cittadinanza ma può lavorare, e ad agosto perderà il sostegno per via dell'abolizione voluta dal governo Meloni, sarà traghettato fino a fine anno con una misura transitoria: la Pal, Prestazione di accompagnamento al lavoro. Non è ancora ben chiaro in cosa consista, ma è probabile che il trattamento economico sarà quello della futura Garanzia per l'attivazione lavorativa.

Contratti a termine fino a 36 mesi, addio al decreto Dignità

Secondo le anticipazioni uscite in questi giorni e pubblicate su diversi giornali, nel decreto Lavoro ci sarà una revisione delle regole sui contratti a termine. Si interverrà, nello specifico, sul decreto Dignità voluto dal Movimento 5 Stelle nel 2018, che ha fissato a un massimo di 12 mesi il termine oltre il quale non è possibile rinnovare un contratto a tempo determinato. Si dovrebbe passare da 12 a 24 mesi, per arrivare fino a 36 in determinate condizioni.

Gli sgravi fiscali per chi assume giovani under 30

Un'altra novità introdotta dal decreto Lavoro è il forte incentivo economico per chi assume giovani sotto ai 30 anni: l'obiettivo è ridurre la quota di Neet, che ci permette di battere ogni anno un nuovo record europeo. Per i datori di lavoro privati che assumono giovani under 30 registrati a un programma specifico ci sarà uno sgravio del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali.

Come cambia l'assegno unico con il nuovo decreto Lavoro

C'è anche un'altra piccola novità che riguarda l'assegno unico universale per i figli: la maggiorazione di 30 euro per chi ha un reddito Isee inferiore ai 15mila euro verrà riconosciuta anche ai minori in cui c'è un solo genitore lavoratore perché l'altro è deceduto. Si tratta, in questo caso, di un aggiustamento della norma precedente.

Cosa c'è sulle pensioni nel nuovo decreto del governo Meloni

L'unica novità che riguarda le pensioni, in questo decreto, è l'estensione da due a tre delle finestre per l'uscita anticipata. Parliamo delle condizioni previste dall'Ape sociale: le tre finestre sono fissate al 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre.

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