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Manovra 2026

Quali debiti con il Fisco rientrano nella rottamazione quinquies in Manovra: dalle multe al bollo auto

Multe, Imu, Tari, bollo auto e altri tributi potrebbero rientrare nella rottamazione quinquies, la sanatoria in 9 anni e 54 rate bimestrali per le cartelle esattoriali relative al periodo tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Vediamo nel dettaglio quali debiti si potranno sanare e quali no.
A cura di Giulia Casula
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Multe, Imu, Tari e altri tributi potrebbero rientrare tra i debiti della nuova rottamazione quinquies contenuta all'interno della prossima legge di bilancio. La sanatoria fortemente voluta da Matteo Salvini consiste in una una rateizzazione, spalmata in nove anni e con 54 rate bimestrali, che riguarda le cartelle esattoriali relative al periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Per ora restano escluse le somme emerse a seguito di un accertamento di evasione e in caso di mancato pagamento di due rate (pure non consecutive), si prevede che la definizione agevolata decada.

Alcune cose però potrebbero cambiare. Attraverso gli emendamenti depositati le scorse settimane, la maggioranza sta spingendo per allargare la platea dei beneficiari anche a chi è in regola con la rottamazione quater. Vediamo intanto quali debiti possono rientrare nella nuova rottamazione e quali no.

Cosa si potrà sanare e cosa no con la Rottamazione quinquies

Come dicevamo, la misura riguarda le pendenze col Fisco nel periodo compreso tra gennaio 2000 e dicembre 2023. Tutti i debiti precedenti e quelli successivi dunque, non saranno considerati ammissibili. Sono escluse anche le cartelle emesse tramite avviso di accertamento in caso di evasione e i debiti che erano già stati inseriti nella rottamazione quater (anche se, come abbiamo detto, Lega e FdI vorrebbero eliminare questo paletto).

Quanto alle cartelle sanabili, la definizione agevolata dovrebbe applicarsi a chi ha ricevuto avvisi bonari, cioè quelle comunicazioni che in genere l'Agenzia delle Entrate fa quando rileva delle irregolarità o omissioni nelle dichiarazioni fiscali. Ma anche le multe stradali e i tributi locali. La manovra infatti, lascia ai Comuni la possibilità di fissare condizioni diverse, realizzando delle rottamazioni ad hoc e includendo tutti i debiti relativi a tributi imposti dalle amministrazioni. Ad esempio: Imu, Tari, Ice, canone per l'occupazione del suolo pubblico, bollo auto, sanzioni per violazione del Codice della strada e così via.

Ma attenzione, la misura non vale per tutte le imposte. Non possono rientrare nella sanatoria addizionali regionali e comunali, Irpef e Irap.

Chi potrà aderire alla nuova rottamazione delle cartelle

Inoltre, occorrerà aver fatto la dichiarazione dei redditi. Chi vorrà aderirvi dovrà fare richiesta all'agente di riscossione entro il 30 aprile 2026, in via telematica, e indicare il numero di rate scelto per mettersi in regola fino a un massimo di 54. La prima partirà il 31 luglio 2026 mentre tutte le altre andranno pagate ogni due mesi. Basterà non saldare due rate, anche non consecutive, per essere esclusi dal beneficio.

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