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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Perché la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina e l’Italia ancora no

L’annuncio che tra poco più di un mese la Francia riconoscerà lo Stato palestinese è arrivato ieri sera, sui profili social del presidente Emmanuel Macron e ha già attirato parecchie critiche. Stati Uniti e Israele l’hanno condannata fermamente. Ad oggi, oltre 140 Stati tra i 193 membri delle Nazioni Unite, riconoscono uno Stato palestinese. Tra questi, manca l’Italia che finora si è rifiutata di farlo.
A cura di Giulia Casula
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Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà lo Stato palestinese all'Assemblea generale delle Nazioni unite a New York tra poco più di un mese, a settembre. "Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. Farò un annuncio solenne all'Assemblea generale delle Nazioni Unite il prossimo settembre", ha scritto su X. L'anno scorso avevano preso la stessa decisione Spagna, Irlanda e Norvegia. Dura la reazione degli Stati Uniti e di Israele, mentre in Italia il ministro Tajani ha preso tempo.

La decisione di Macron di riconoscere lo Stato palestinese

Le dichiarazioni dell'inquilino dell'Eliseo seguono il fallimento delle trattative per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Ieri l'inviato statunitense Steve Witkoff ha ordinato il ritiro della delegazione usa dai negoziati in corso a Doha accusando Hamas di non avere intenzione di raggiungere un accordo. Al centro dello scontro il nodo dei prigionieri: secondo fonti citate da Axios, il gruppo terroristico aveva chiesto il rilascio di 200 prigionieri e di 2.000 palestinesi detenuti a Gaza dopo il 7 ottobre in cambio di 10 ostaggi vivi. Numeri superiori rispettivamente ai 125 e 1.200 proposti inizialmente. Sul tavolo anche le richieste di un ritiro dell'Idf dalla Striscia e la gestione degli aiuti umanitari, sottratta alle Nazioni Unite e assegnata alla Gaza Humanitarian Foundation, la controversa organizzazione israeloamericana.

Le reazioni di Hamas e Israele all'annuncio della Francia

Il riconoscimento dello Stato Palestinese da parte di Macron è stato accolto con entusiasmo da Hamas, che "lo considera un passo positivo nella giusta direzione per ottenere giustizia per il nostro popolo palestinese oppresso, sostenere il suo legittimo diritto all'autodeterminazione e stabilire il proprio Stato palestinese indipendente su tutti i territori occupati con Gerusalemme come capitale", ha fatto sapere ieri sera in un comunicato. Mentre ha incassato la reazione adirata del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha condannato "fermamente" Macron perché "premia il terrore e rischia di creare un altro rappresentante dell'Iran, proprio come è successo a Gaza. Uno stato palestinese in queste condizioni sarebbe un trampolino di lancio per annientare Israele, non per vivere in pace al suo fianco. Sia chiaro: i palestinesi non cercano uno Stato accanto a Israele; cercano uno Stato al posto di Israele", ha aggiunto.

La decisione non è piaciuta nemmeno a Washington. Il segretario di Stato Marco Rubio ha parlato di "schiaffo in faccia" alle vittime del 7 ottobre e ha detto che gli Stati Uniti "respingono fermamente il piano di Macron", una scelta "sconsiderata" che "non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace", ha scritto su X. In conferenza stampa, il presidente Usa Donald Trump ha detto che "quello che dice" Macron "non importa, non ha alcun peso", anche se "è un bravo ragazzo".

Macron aveva annunciato la volontà di riconoscere la Palestina mesi va, salvo poi sospendere l'impegno  a causa dello scoppio della guerra tra Israele e Iran. Il capo di Stato francese ha aggiunto nel suo messaggio che "l'urgenza oggi è porre fine alla guerra a Gaza e salvare la popolazione civile". Secondo il conteggio dell'Afp, ad oggi, 142 Stati sui 193 membri delle Nazioni Unite, riconoscono uno Stato palestinese. Tra questi, manca l'Italia. Finora il governo si è sempre rifiutato di farlo giustificandosi con la necessità di portare avanti la soluzione dei "due popoli due Stati" e ritenendo svantaggiosa qualsiasi scelta unilaterale ai fini di una risoluzione della crisi in Medio Oriente. Lo scorso febbraio il ministro Tajani aveva ribadito che riconoscere la Palestina fosse "impossibile", oltre che "un segnale contro la pace".

L'Italia sul riconoscimento della Palestina: "Solo se riconosce lo Stato d'Israele"

Il ministro degli Esteri è tornato a ribadire che l'Italia è "per la soluzione due popoli e due Stati ma il riconoscimento del nuovo Stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele. A noi interessa la pace, non la vittoria di uno sull'altro e siamo il Paese al mondo che ha accolto il maggior numero di rifugiati da Gaza". Aprendo il Consiglio Nazionale di Forza Italia, Tajani ha detto che "non possiamo più accettare carneficine e carestia. È giunto il momento di arrivare a un immediato cessate il fuoco. Noi siamo amici di Israele ma a Israele lo abbiamo detto".

Resta da vedere quali altri Paesi decideranno di seguire la decisione francese. In Europa diversi partner si sono impegnati a farlo o lo hanno già fatto, come la Spagna, l'Irlanda o la Norvegia. Altri, come la Germania, per ragioni evidentemente legate alla storia del Paese e ai suoi rapporti con la comunità ebraica, sono rimasti riluttanti e hanno escluso quest'ipotesi. Il premier britannico Keir Starmer, che finora ha mantenuto una linea di cautela nonostante crescenti pressioni per un riconoscimento, ha dichiarato che oggi parlerà con gli omologhi francesi, tedeschi e italiani per "discutere cosa possiamo fare con urgenza per fermare le uccisioni e fornire alla popolazione di Gaza il cibo di cui ha disperatamente bisogno". Un cessate il fuoco "ci metterà sulla strada del riconoscimento di uno Stato palestinese e di una soluzione a due Stati che garantisca pace e sicurezza a palestinesi e israeliani".

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