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Per Sasso (Lega) la carriera alias a scuola può causare “danni irreversibili”. Il giovane trans lo smonta

Rossano Sasso, deputato della Lega, ha detto alla Camera che le carriere alias – che permettono agli studenti di farsi chiamare a scuola con un nome diverso da quello dei documenti – possono causare “danni irreparabili” se date a troppe persone. Un giovane studente trans, Noah Caldo, convocato per l’audizione, ha risposto smontando punto per punto il suo ragionamento.
A cura di Luca Pons
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Giornata di audizioni alla Camera, in commissione Cultura. Nella piccola aula va in onda uno scontro duro, anche se nessuno alza la voce. Da una parte c'è il deputato della Lega Rossano Sasso, autore di una proposta di legge che renderebbe più difficile accedere alle carriere alias a scuola. Dall'altra il giovane studente e attivista trans Noah Caldo, che in questi giorni inizia il quinto anno di liceo.

La commissione ascolta dei pareri esterni sulla riforma del governo che prevede, tra le altre cose, di richiedere il consenso informato dei genitori per parlare in qualunque modo di sessualità in classe. Il disegno di legge di Sasso è collegato a quello dell'esecutivo. La carriera alias, cioè la possibilità di farsi chiamare a scuola con un nome diverso da quello che c'è sui documenti, serve per rendere la via un po' più semplice ai giovani che non si riconoscono nel proprio corpo o nel genere che gli è stato assegnato alla nascita. In audizione è stato convocato proprio Noah Caldo, che racconta la sua esperienza.

"Una mia amica si è tolta la vita a 14 anni: le serviva una scuola più libera"

Dopo un respiro profondo, il giovane parte da un episodio doloroso: "Nel 2021 una mia cara amica si è tolta la vita. Viveva in un contesto familiare molto rigido, con dinamiche profondamente patriarcali e oppressive. Era una persona queer ancora in fase di esplorazione della propria identità". La ragazza, dice Caldo, si è suicidata alla fine del primo anno di liceo, nel maggio 2021. "Aveva bisogno di aiuto, ma si trovava in una condizione di assoluto isolamento, intrappolata tra un ambiente familiare violento e una scuola completamente assente. E a 14 anni, quando tutto il mondo è scuola e famiglia, non c'è via d'uscita".

Il punto è questo: è "essenziale fornire a ogni giovane l'occasione di esprimersi, conoscersi e autodeterminarsi. La mia amica avrebbe avuto bisogno di una scuola libera, in cui potersi sentire accolta, in cui poter immaginare un futuro diverso, più giusto. Purtroppo non le è stato concesso". Lo stesso Caldo, nella sua scuola superiore, ha dovuto accettare un "compromesso discriminatorio": essere chiamato solo con il cognome, e sempre al femminile, perché per alcuni professori la sua richiesta di essere rispettato e chiamato con il proprio nome era "illegittima e in malafede".

Sasso (Lega) attacca: "È solo un'esperienza personale"

Il problema è che, sottolinea il giovane, la proposta Sasso mette la possibilità di avere una carriera alias in mano "al dirigente, all'età, ai genitori, alla patologizzazione dell'identità trans". Il primo comma del primo articolo del testo di legge prevede che se lo studente vuole essere chiamato con un nome diverso, prima deve fare una domanda e ottenere un certificato sanitario. Si tratta del documento che conferma, tra le altre cose, che è già iniziata la procedura legale per cambiare nome sui documenti. Un processo burocratico non da poco.

La risposta del parlamentare è iniziata subito sminuendo il racconto di Caldo: "Nutro un profondo rispetto per la vicenda persona di Noah e della sua amica, ma è una vicenda personale". Casi singoli di "una, dieci, cento, mille famiglie che sbagliano, discriminano, sono totalmente fuori dal mondo", e non un problema sistemico.

Perché dall'altra parte Sasso dice di aver raccolto "molte testimonianze" di chi, dopo aver iniziato ad affrontare la transizione di genere, ha cambiato idea. "Non voglio fare un discorso sanitario, voglio fare un discorso morale", insiste il deputato.

L'allarme di Sasso: con le carriere alias "potremmo fare danni irreparabili"

Il leghista poi cerca di nuovo di mettere da parte il racconto appena sentito: "Noah e altri studenti sono attivisti, quindi hanno un'impostazione ideologica oltre ad una percezione personale. E vanno rispettati per quello che percepiscono o per ciò in cui credono". Ma, continua, "ce ne sono altri che non lo fanno perché ci credono veramente, ma lo fanno perché sono influenzati. E sono influenzabili a 13 anni. Non è sicuramente il caso di Noah e di altri, ma ce ne sono".

Se il Parlamento decidesse di "assecondare delle percezioni che non sono maturate dentro di sé" – e, bisogna ricordarlo, si parla di carriere alias a scuola – "potremmo creare anche dei danni irreversibili", afferma il leghista.

Il discorso di Sasso procede a lungo, tanto che la presidente di turno della commissione, Valentina Grippo (Azione) lo interrompe per ricordargli che si tratta di un'audizione: dovrebbe fare una domanda a Caldo. "Nel momento in cui c’è uno studente minorenne che espone le sue idee è giusto che io possa parlare, attraverso questo studente, a tutti quelli che hanno la stessa condizione", risponde il deputato. Alla fine la domanda arriva: "Lei pensa davvero che dando la carriera alias anche a chi non abbia maturato un reale, profondo e convinto percorso di transizione, noi possiamo fare davvero il bene dei ragazzi?".

La replica del giovane che smonta tutte le critiche

La risposta del giovane va punto per punto, e smonta tutti gli attacchi – indiretti – ricevuti. "La mia esperienza è personale, sì, ma oltre a raccontare l’esperienza della mia amica ho conosciuto molte persone trans". Soprattutto: "Lei ha voluto sottolineare come nel mio caso sia diverso, ma anche io ero una persona che ha voluto esplorare. Fortunatamente ho avuto la possibilità di farlo". Caldo sottolinea quanto siano esagerati i toni drammatici del deputato: "Si tratta di chiamare le persone con il proprio nome, non di mastectomie o di operazioni", che invece Sasso aveva messo in mezzo durante il suo discorso.

Il motivo per cui la proposta di legge di Sasso è una limitazione, anche se lui insiste che non è così, è che "la certificazione" che viene richiesta "è un fatto ufficiale. Serve per cambiare sesso sui documenti, per altre questioni giuridiche. Come ti chiamano a scuola non è una questione ufficiale". Permettere di farlo, di sperimentare in un ambiente sicuro, significa anche che "alcune persone si renderanno conto che non è la cosa giusta per loro, e va bene così". Ma "non bisogna limitare" la possibilità di farlo. Perché la propria identità "non è solo una questione interiore: è una questione esteriore, come ti rapporti con gli altri".

Piccolotti (Avs): "Reazione di Sasso da bullo, la realtà non gli interessa"

Le proposte del governo e di Sasso "favoriscono i contesti familiari oscurantisti e persino quelli fondamentalisti danneggiando i e le giovani, l’autonomia scolastica e la libertà d’insegnamento", ha commentato Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi-Sinistra che era presente in commissione. "Il governo vuole limitare l’autodeterminazione e la crescita degli studenti, demandando alle famiglie il potere di decidere cosa possono o non possono conoscere. In questo modo puntano a favorire la crescita delle discriminazioni che sono fondante proprio sull’ignoranza, cioè sulla non conoscenza della realtà dell’altro e dell’altra".

"Speriamo che la testimonianza di Noah abbia smosso le coscienze, anche se a giudicare dalla reazione da bullo di Sasso, che ha cercato in commissione persino di negare il valore politico delle esperienze di vita degli studenti transgender, non si direbbe: la realtà non gli interessa, preferiscono il loro mondo ideologico", ha concluso Piccolotti.

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