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Per la Commissione europea nucleare e gas sono “fonti sostenibili”: scontro tra Lega e M5s

La Commissione europea ha inserito gas e nucleare nella tassonomia delle fonti verdi: per il Movimento 5 stelle è un’operazione di greenwashing, Salvini invece esulta.
A cura di Giacomo Andreoli
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Per la Commissione europea gas e nucleare devono essere considerati come fonti sostenibili nel processo di transizione ecologica in atto, diventando parte integrante della strategia del Green Deal. L'esecutivo di Bruxelles ha varato l'atteso atto delegato e ora il provvedimento dovrà essere esaminato da Consiglio e Parlamento.

Una serie di Paesi membri, prima tra tutte la Germania, dove ora sono al governo i Verdi, ha richiesto una serie di modifiche. Queste prevedono che le centrali a gas naturale debbano convertirsi il prima possibile, producendo gas decarbonizzati, senza target intermedi. Gli investitori devono poi essere informati se i prodotti finanziari sono legati a gas e nucleare o meno. Questo cambiamento, in particolare, era stato chiesto dalla Piattaforma per la finanza sostenibile.

Dopo la decisione europea la politica italiana si spacca. Esulta la Lega. «Bene l'Europa– dice Matteo Salvini- ora il governo Draghi sia conseguente e abbandoni i "no" ideologici». D'accordo anche i centristi di Coraggio Italia. Fortemente contrario, invece, il presidente del M5S Giuseppe Conte, che su Twitter parla di «un passo indietro, che ignora le critiche degli esperti». Per questo motivo «Il Movimento 5 stelle contrasterà la soluzione trovata in tutte le sedi. Il futuro è nel segno di rinnovabili, risparmio energetico e tutela dell'ambiente».

Duro anche il commento di Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, secondo cui «la Commissione evidentemente su nucleare e gas è alla mercé di lobbisti e faccendieri, e non ascolta il parere della scienza».

Gli Stati Ue restano responsabili delle politiche energetiche

In ogni caso, come confermato dal commissario europeo per i servizi finanziari, Mairead McGuinness, «gli Stati membri restano pienamente responsabili delle proprie strategie energetiche» e la tassonomia «non rende obbligatori investimenti in alcuni settori, né proibisce certi investimenti». Si tratta quindi di una guida volontaria, che il governo italiano può seguire o meno.

Sulla questione delle scorie radioattive, poi, McGuiness spiega che «c‘è una clausola di revisione, perché questo è un documento vivente: ogni tre anni dovremo esaminare i criteri quando parliamo della migliore tecnologia disponibile che è probabile che si evolva nel tempo quando si tratta di rifiuti». Tuttavia lo stesso commissario è convinto che «è necessario, per l'industria nucleare, affrontare la questione dell'1% dei rifiuti, che è altamente problematica».

I dubbi del governo tedesco

L'esecutivo tedesco guidato da Scholz si è subito mostrato freddo sull'iniziativa della Commissione. «Ci sono quattro mesi di tempo– ha commentato il portavoce del cancelliere Steffen Hebestreit- Valuteremo la posizione della Commissione e poi, dopo un confronto nella coalizione, decideremo come comportarci. La posizione del governo tedesco, che è contrario a classificare l'energia nucleare eco-sostenibile, non è cambiata».

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