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Manovra 2026

Pensioni, Opzione Donna cancellata nel 2026: il Senato blocca la proposta di ampliarla in Manovra

Opzione donna, la possibilità di anticipo pensionistico per le lavoratrici, stando alle norme attuali verrà eliminata nel 2026. In Manovra ci sono alcune proposte per rinnovarla, ma quella di Fratelli d’Italia – che chiede anche di allargare leggermente la platea – è stata dichiarata inammissibile perché non aveva le giuste coperture. Ora andrà riscritto.
A cura di Luca Pons
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Si fa più difficile la strada per allargare Opzione donna nel 2026. La misura di anticipo pensionistico, che oggi riguarda solamente caregiver, lavoratrici invalide o dipendenti di aziende in crisi che rispettano i requisiti (almeno 35 anni di contributi, almeno 61 anni di età, che scendono fino a 59 in base al numero di figli), scadrà a fine 2025. Il testo originale della legge di bilancio 2026 non prevedeva nessun intervento da questo punto di vista: il governo aveva deciso di cancellarla. Le opposizioni e anche due partiti di maggioranza hanno chiesto di rinnovarla. Ma ieri la proposta di Fratelli d'Italia, che chiedeva anche di allargare leggermente la platea, è stata bloccata: dichiarata "inammissibile" perché non spiegava chiaramente dove avrebbe preso i soldi per pagare la misura.

Che le pensioni fossero un punto debole di questa manovra è stato chiaro fin dall'inizio. Dalla mancata promessa di bloccare l'aumento dell'età pensionabile, alla cancellazione definitiva di Quota 103 e Opzione donna. Tanto che gli stessi partiti di maggioranza – la Lega su tutti – si erano mobilitati per cercare di compensare questa carenza, almeno in parte, con i loro emendamenti.

Dagli iniziale 5.500 emendamenti complessivi, siamo passati a poco più di 400 ora che le forze politiche hanno scelto quelli "segnalati", cioè quelli su cui vogliono lavorare veramente. Ieri, però, il presidente della commissione Bilancio del Senato ha dichiarato inammissibili 105 proposte, o parti di proposte. Quella di "inammissibilità" è un'etichetta tecnica, che non c'entra con l'approvazione o la bocciatura politica: significa che qualcosa non va nel modo in cui è scritto l'emendamento. O non c'entra con la legge che propone di modificare, oppure (è questo il caso di Opzione donna) è una proposta che prevede di spendere più soldi, ma non dice dove trovarli.

Tra le varie proposte che il centrodestra ha fatto sulle pensioni, due che riguardano Opzione donna erano arrivate tra gli emendamenti segnalati. Una della Lega, che chiede di rinnovarla così com'è per un altro anno. E un'altra di Fratelli d'Italia, che invece allarga anche leggermente i requisiti.

Oggi, come detto, possono accedere a Opzione donna le lavoratrici che sono caregiver, oppure quelle con invalidità civile riconosciuta, o ancora quelle che sono dipendenti di aziende con un tavolo di crisi aperto al ministero delle Imprese. Il testo di FdI, a prima firma della senatrice Mancini, chiedeva di escludere queste ultime e includere invece le donne che sono disoccupate (a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa, risoluzione o termine del contratto), a condizione che nei tre anni prima di diventare disoccupate abbiano lavorato da dipendenti per almeno 18 mesi, e abbiano concluso il periodo di Naspi.

La proposta però, come detto, non indicava da dove prendere i soldi per permettere questo allargamento. Perciò, è stata bloccata. Con tutta probabilità, il partito la riformulerà per superare il blocco e poter tornare a proporla. Va avanti, invece, la proposta della Lega che chiede un rinnovo semplice, senza cambio di requisiti.

"Presentare un emendamento alla legge di Bilancio per prorogare Opzione donna senza indicare le coperture è l’ennesimo schiaffo a migliaia di lavoratrici già umiliate e prese in giro dal governo di Giorgia Meloni. Se il problema sono le risorse possono tranquillamente copiare il nostro emendamento", ha commentato la deputata del M5s Chiara Appendino. Tra gli emendamenti che sono stati dichiarati ammissibili, infatti, c'è anche quelli presentati in modo congiunto dalle opposizioni: uno di questi propone il ritorno alla ‘vecchia' Opzione donna, che aveva criteri molto più inclusivi.

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