Manovra, aumenta l’età pensionabile: i requisiti non cambiano per chi ha compiuto 64 anni

Nella nuova manovra da 18 miliardi l'obiettivo del governo resta quello di sterilizzare l'innalzamento di tre mesi dei requisiti per andare in pensione, visto che dal 1 gennaio 2027, senza ulteriori interventi, l'aumento è previsto.
La manovra 2026 prende forma in queste ore, in attesa del Consiglio dei ministri previsto per domani, venerdì 17 ottobre, dopo che il governo martedì scorso ha approvato il Documento programmatico di bilancio, la cornice che dettaglia le risorse e i principali campi di intervento. Dunque il valore complessivo della legge di Bilancio è salito a 18 miliardi di euro, 2 in più rispetto ai 16 inizialmente previsti, grazie a un maxi-contributo di circa 4,5 miliardi proveniente da banche e assicurazioni, con le quali l'esecutivo sta ancora trattando.
Congelamento dell'aumento dei requisiti per andare in pensione dal 2027: le ipotesi
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha illustrato dopo l'ultimo Cdm le linee guida della manovra, in attesa dell’approvazione definitiva. Sul fronte pensioni è in arrivo il congelamento dell’innalzamento dell’età pensionabile previsto dal 2027, ma questo potrebbe essere selettivo per alcune categorie, come lavori usuranti e precoci. Si ipotizza anche un incremento graduale. Nel Dpb, arrivato oggi alla Camera, si legge infatti:
Con riferimento alle pensioni, nel biennio 2027-2028, si conferma, ad esclusione dei lavori gravosi e usuranti, l’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensionamento connessi all’adeguamento all’aspettativa di vita.
Dunque non si andrà più in pensione a 67 anni dal 2027, potranno farlo solo pochi lavoratori. Perché intervenire per tutti e subito potrebbe essere troppo oneroso: per bloccare l'aumento di tre mesi dal 2027 indistintamente costerebbe 3 miliardi a regime.
Parlando di selettività, una delle ipotesi, secondo il Sole 24 Ore, è quella di evitare l'incremento di tre mesi a chi ha compiuto 64 anni. Per le pensioni di vecchiaia non sarebbero quindi richiesti 67 anni e 3 mesi di età, ma semplicemente 67, come è adesso. Mentre per le pensioni anticipate gli uomini che abbiano raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi e le donne con 41 anni e 10 mesi (gli attuali requisiti), senza aver compiuto 64 anni, scatterebbe l'aumento di tre mesi per l'uscita anticipata: per gli uomini sarebbero richiesti 43 anni e un mese, per le donne 42 e un mese per l'uscita anticipata dal lavoro.
Un'altra strada, scrive sempre il Sole, è quella della gradualità: in pratica si pensa, sempre per la platea dei 64enni, di far scattare l'aumento di un solo mese dei requisiti dal 2027, e poi far partire un ulteriore aumento di due mesi nel 2028.
E ancora, un'altra ipotesi sarebbe quella di una sterilizzazione selettiva, dedicata solo a una platea di 12mila lavoratori, che appartengono alla categoria dei precoci o di coloro che svolgono attività usuranti. Per loro si valuta l'introduzione di uno ‘scalino' in più nel 2027, e altri due poi da far scattare nel 2028 per l'uscita pensionistica. Oppure, invece dello scalino, potrebbe essere introdotta una finestra, con il pagamento quindi della pensione posticipata: un mese dopo nel 2027 e due mesi dopo nel 2028. Ma, come ricorda il Sole, già adesso per il pagamento della pensione anticipata è prevista una finestra mobile trimestrale: significa che l'assegno pensionistico viene erogato tre mesi dopo la maturazione del requisito contributivo. Con il nuovo intervento quindi ai tre mesi di finestra attuale si aggiungerebbe un mese in più nel 2027 e due mesi in più nel 2028.