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Pensioni, bonus fino a 6.900 euro per chi posticipa l’uscita dal lavoro: a chi spetta e come ottenerlo

Nel 2025, chi rinuncia alla pensione anticipata pur avendone diritto potrà ricevere un bonus economico “Maroni-Giorgetti”, fino a 6.900 euro netti l’anno in busta paga. Ecco come funziona l’incentivo previsto dalla Legge di Bilancio e a chi si rivolge.
A cura di Francesca Moriero
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Nel tentativo di contenere i costi del sistema previdenziale e allo stesso tempo incentivare il prolungamento della vita lavorativa, il governo ha introdotto un bonus per chi decide di non andare in pensione anticipata, pur avendone maturato i requisiti: il bonus Maroni-Giorgetti. Questa misura, prevista dalla Legge di Bilancio 2025, riguarderebbe in particolare chi ha diritto a pensionarsi con la cosiddetta "Quota 103" (ovvero 62 anni di età e 41 di contributi) o con l'anticipo contributivo, ma sceglie di restare al lavoro. Il premio? Un aumento netto in busta paga, che può arrivare a 6.900 euro annui. Ecco come funziona il meccanismo, chi può beneficiarne e con quali condizioni.

Bonus per chi rinvia l'uscita con Quota 103 o pensione anticipata

Per capire a chi si rivolge il bonus, è importante prima capire cosa significa "Quota 103". Si tratta di una formula che consente di andare in pensione anticipata raggiungendo un'età minima di 62 anni e almeno 41 anni di contributi versati. Parallelamente, esiste anche la pensione anticipata contributiva, rivolta a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e ha versato solo contributi nel sistema contributivo puro (con età e requisiti leggermente diversi: 64 anni di età e 20 anni di contributi minimi, ma con condizioni specifiche sulla pensione maturata). Entrambe le forme consentono di lasciare il lavoro prima rispetto alla pensione di vecchiaia standard (67 anni), ma ora chi decide di posticipare l’uscita potrà accedere a un bonus economico.

Cos'è il bonus Maroni (ora Giorgetti) e come funziona

Il nuovo incentivo è stato battezzato informalmente "bonus Maroni", dal nome dell'attuale ministro dell'Economia (che ha preso il posto di Giorgetti). In pratica, si tratta di un premio in busta paga garantito a chi, avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2025, sceglie volontariamente di restare in servizio. Il bonus corrisponde all'importo netto che il lavoratore risparmia contribuendo solo per la parte a proprio carico dei contributi previdenziali (pari al 9,19%), mentre il datore di lavoro continua a versare la sua quota. Questo meccanismo garantirebbe insomma un aumento diretto dello stipendio netto.

Quanto vale il bonus

Secondo le simulazioni del Ministero dell'Economia, un lavoratore con uno stipendio lordo annuo di 35mila euro potrebbe ricevere un incremento netto in busta paga pari a circa 6.900 euro all'anno. In termini pratici, significa che ogni mese la sua retribuzione netta aumenterebbe di circa 530 euro. L'importo varia in funzione dello stipendio: più alta è la retribuzione lorda, maggiore sarà il beneficio.

Come si ottiene: requisiti e modalità

Per avere diritto al bonus, occorre:

  • Aver raggiunto i requisiti per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2025, secondo le regole di Quota 103 o pensione anticipata contributiva.
  • Scegliere di continuare a lavorare, rinunciando alla pensione.
  • Comunicare la volontà di aderire al bonus, secondo le modalità che saranno definite dall'INPS.

L'incentivo viene attivato mensilmente e si applica finché il lavoratore resta in servizio, anche oltre i 67 anni (età ordinaria per la pensione di vecchiaia), se lo desidera.

Cosa succede in caso di dimissioni o pensionamento

Chi decide di smettere di lavorare dopo aver ricevuto il bonus dovrà semplicemente accedere alla pensione normalmente, senza penalizzazioni. Il bonus, infatti, non è una prestazione una tantum ma un beneficio mensile legato alla permanenza in servizio. Nel momento in cui si lascia il lavoro, il beneficio termina.

Non è un anticipo pensionistico

È importante distinguere questo meccanismo da altri strumenti come l'APE sociale o il riscatto anticipato: il bonus non è un anticipo pensionistico, ma ha l'obiettivo dichiarato di diventare vantaggio economico temporaneo per chi rimanda l'uscita dal mondo del lavoro, finanziato con il risparmio sui contributi a proprio carico.

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