Pensioni, aumenta l’età pensionabile in Manovra: quali lavori sono esclusi e quando arriverà a 70 anni

Una delle principali promesse mancate del governo Meloni con la legge di bilancio 2026 e il mancato blocco dell'età pensionabile. Si sapeva da tempo che nel 2027 sarebbe arrivato un aumento dei requisiti, e negli scorsi mesi il governo aveva detto che l'avrebbe impedito. Invece, nel testo c'è solo una ‘diluizione'. Invece di salire di tre mesi nel 2027, l'età pensionabile crescerà di un mese nel 2027 e di altri due mesi l'anno dopo. L'unica eccezione riguarderà chi svolge lavori usuranti e gravosi.
Ma, grazie alle previsioni della Ragioneria generale dello Stato, sappiamo anche come andranno gli anni successivi: nel 2029 un incremento di altri due mesi, e da lì un altro gradino ogni due anni. Fino alla soglia dei 70 anni, prevista per i nati dal 1997 in poi che oggi entrano nel mondo del lavoro.
Perché l'età pensionabile aumenta con la Manovra
Gli aumenti sono collegati all'aspettativa di vita a 65 anni, cioè quanti anni restano in media a chi raggiunge questa età. Era scesa durante la pandemia da Covid-19, a causa dei molti decessi di persone anziane. Ma ora è tornata a salire e nel 2024 ha toccato il livello più alto mai raggiunto in Italia: 21,7 anni. Così è scattato l'adeguamento dell'età pensionistica. Peraltro il dato italiano è uno dei più alti in Europa, dietro solo a Francia e Spagna (entrambi a 22 anni).

L'incremento avrebbe dovuto essere di tre mesi nel 2027 ma, come detto, per mitigare leggermente l'effetto il governo l'ha diviso in due tranche: un mese nel 2027, altri due nel 2028. Così i requisiti per la pensione di vecchiaia saliranno a 67 anni e un mese nel 2027 e 67 anni e tre mesi nel 2028. Per la pensione anticipata, o di anzianità, serviranno 42 anni e 11 mes di contributi nel 2027 e 43 anni e un mese nel 2028 (sempre un anno in meno per le donne).
Di quanto saliranno i requisiti in futuro, chi andrà in pensione a 70 anni
Sappiamo già che ci saranno altri aumenti nel futuro prossimo, dal 2029. Le previsioni, infatti, sono già state realizzate dall'Istat e la Ragioneria generale dello Stato ha chiarito come cambieranno i requisiti della pensione nei prossimi decenni. Naturalmente si parla di previsioni "a normativa vigente": è sempre possibile che nei prossimi anni arrivi una riforma che cambi le regole, anche se dal 2012 a oggi nessun governo ne ha messa in atto una.
Nel 2029 i requisiti saliranno di altri due mesi: 67 anni e cinque mesi di età, oppure 43 anni e tre mesi di contributi versati. Da lì, gli incrementi proseguiranno ogni due anni. Due mesi in più nel 2031, un altro mese nel 2033, altri due nel 2035 e così via.
Stando a questi calcoli, a meno di interventi politici, nel 2050 i requisiti per andare in pensione saranno:
- 68 anni e undici mesi di età, per la pensione di vecchiaia
- 44 anni e nove mesi di contributi, per la pensione anticipata o di anzianità (un anno in meno per le lavoratrici)
C'è poi una soglia ‘psicologica' a cui si guarda con attenzione: i 70 anni di età per la pensione. Questi sono lontani, stando alle previsioni, ma non poi di così tanto. Il requisito dei 70 anni dovrebbe scattare dal 2067. Riguarderebbe, quindi, le persone nate dal 1997 in avanti: gli under 30 che oggi entrano nel mondo del lavoro. Quella stessa fascia di età, nel 2067, dovrebbe accumulare 45 anni e dieci mesi di contributi per lasciare il lavoro in ‘anticipo' (44 anni e dieci mesi per le donne).

Quali lavori sono esclusi dagli aumenti di età pensionabile
In questa legge di bilancio, solo due categorie sono state escluse dagli aumenti dell'età pensionabile previsti nel 2027 e nel 2028. Si parla di chi svolge lavori gravosi o usuranti. E, in più, dei lavoratori precoci (che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere 19 anni), ma solo se fanno lavori usuranti o gravosi da almeno sei anni al momento della pensione.
I lavori gravosi comprendono tra gli altri i conducenti di mezzi pesanti e treni, gli infermieri e le ostetriche, maestri di asilo nido o scuola dell'infanzia, estetisti; gli operai edili e manutentori, gli operatori ecologici, gli addetti all'assistenza di persone non autosufficienti; chi fa pulizie industriali o spostamento merci. L'elenco completo è stato stabilito nel 2018.
Per essere esclusi dall'aumento dei requisiti per la pensione bisogna aver svolto queste mansioni per almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure sei su sette, o almeno per metà della propria vita lavorativa. In più, è necessario avere almeno 30 anni di contributi.
Tra i lavori usuranti sono inclusi quelli notturni a turni (almeno 64 giorni all'anno) o per l'intero anno (almeno tre ore di notte, tra la mezzanotte e le 5 del mattino), gli addetti alla "linea catena", gli autisti dei mezzi pubblici. Ma anche lavori sotterranei, in gallerie, cave o miniere; i lavori in cassoni ad aria compressa, quelli svolti da palombari, quelli ad alte temperature o in spazi ristretti; la lavorazione del vetro cavo e l'asportazione dell'amianto. Anche in questo caso servono 30 anni di contributi.