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Ora il governo ammette che vuole fare accordi con Musk per i satelliti Starlink: “Non possiamo farne a meno”

Nella relazione annuale sulle politiche spaziali e aerospaziali del governo Meloni, redatta dal Comitato interministeriale di Palazzo Chigi presieduto dal ministro Urso, viene messo nero su bianco che l’Italia non potrà fare a meno di stringere accordi con Elon Musk per la rete satellitare Starlink.
A cura di Annalisa Cangemi
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La società di Elon Musk SpaceX sta offrendo all'Italia i servizi della rete satellitare Starlink, nettamente superiore al progetto europeo Iris2. E l'Italia, come l'Ue, non potrà farne a meno da qui ai prossimi anni. Si conclude così la relazione annuale sulle politiche spaziali e aerospaziali del governo Meloni, messe nero su bianco dal Comitato interministeriale di Palazzo Chigi presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di cui il Fatto Quotidiano ha dato oggi un'anticipazione.

Ricordiamo che a gennaio il governo aveva smentito di aver firmato accordi con l'azienda di Elon Musk, la società SpaceX, per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink, spiegando che "le interlocuzioni" con l'azienda, di cui aveva dato conto Bloomberg, non erano altro che "normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati". Era stata per prima l'agenzia Bloomberg a far sapere che l'Italia aveva preso in considerazione in passato alternative a un accordo con Space X da circa 1,5 miliardi di euro in cinque anni per la fornitura di telecomunicazioni sicure, tra cui la partecipazione al progetto Iris2, la rete di satelliti per telecomunicazioni europei, o la possibilità di realizzare una costellazione satellitare propria. Entrambe le opzioni avrebbero però un costo molto più elevato per l'Italia, oltre 10 miliardi di euro, a fronte del costo di 1,5 miliardi di euro offerto da Musk.

Durante la conferenza stampa di fine anno, che si è tenuta a gennaio, la premier aveva risposto a una domanda di Fanpage.it sulla questione, spiegando di non avere le "idee chiare" su un eventuale accordo con Space X, confermando che il governo aveva avviato un'istruttoria, in assenza di valide alternative pubbliche, in modo da "garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le nostre sedi diplomatiche e con i nostri contingenti militari all'estero".

Il Quirinale non vede però di buon occhio l'accordo strutturale tra Musk e il governo italiano, che consentirebbe appunto al nostro Paese di utilizzare i servizi di telecomunicazione satellitare offerti dalla società SpaceX in ambiti istituzionali e militari sensibili. E anche per le perplessità mostrate dal Presidente Mattarella, l'esecutivo aveva frenato sul progetto. A marzo di quest'anno il Comint (Comitato Interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale) si era riunito per discutere uno studio di fattibilità sulla possibilità di costruire una costellazione a bassa quota nazionale. Nel documento riservato, però, si spiegava che da qui al 2030 nessun progetto nazionale potrà raggiungere la capacità di Starlink di Musk, che vanta già 7mila satelliti in orbita, con l'obiettivo di arrivare a 40mila nel giro di pochi anni.

E dunque il Comint era arrivato nel documento a queste conclusioni: "Il 2024 è anche l’anno in cui, mentre la Ue lavora alla costellazione satellitare IRIS2, la società statunitense SpaceX offre all’Italia i servizi della propria costellazione Starlink" si legge. Nel rapporto, il ministro Urso definisce quest’ultima "già disponibile e in continua evoluzione" e soprattutto "nettamente superiore" a IRIS2 che di fatto non è ancora disponibile, e "di respiro meno ambizioso". Dunque, continua il ministro, "si pone la questione di una strategia europea per lo Spazio ben armonizzata con quella degli Usa".

Nella relazione visionata dal Fatto Quotidiano in anteprima si ribadisce lo stesso concetto: "SpaceX ha consolidato la sua posizione dominante sia per l’accesso allo spazio sia per la fornitura di capacità in telecomunicazioni, navigazione e osservazione, offrendo soluzioni operative al mercato italiano molto più rapide di quelle previste con il programma IRIS2 i cui tempi di realizzazione si estendono oltre il 2030".

Nella relazione si punta anche il dito contro l'Ue, che starebbe penalizzando l’industria spaziale italiana. Nel 2024 è stato presentato il progetto Iris2 che prevede, da qui ai prossimi 12 anni, il lancio di 290 satelliti per un costo di 10,5 miliardi. Ma, sottolinea il governo, l’industria italiana è "sottorappresentata rispetto al potenziale, sollevando interrogativi sulla necessità di un maggiore allineamento tra ambizioni nazionali e partecipazione industriale europea". Con queste premesse, la scelta della rete Starlink appare praticamente inevitabile.

Pur avendo rafforzato l’industria italiana, Urso spiega che "rimane aperta la questione del divario di capacità fra la Ue e l’alleato Usa, rappresentata con chiarezza da Starlink, e delle correlate opportunità". Una questione rilevante soprattutto dopo "un’attenta valutazione delle opzioni disponibili in termini di alleanze strategiche e nella prospettiva di preservare l’unità e l’efficacia dell’Occidente". In conclusione, "la Ue non potrà prescindere, a parità di prestazioni e immediatezza delle stesse, da una stretta partnership con gli Usa in settori strategici quali le Telecomunicazioni satellitari".

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